Luigia Viscardi
Infermiera lo era diventata per guarire il marito, Romano Bonfanti, reduce della seconda guerra mondiale e sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti. Una professione per la quale si era poi contraddistinta molto in città, diventando prima l’infermiera del dr. Giuseppe Bonanomi, con studio in via De Amicis, e poi quella di tutti i meratesi che per un motivo o per l’altro avevano bisogno delle sue cure. Merate piange
Luigia Viscardi, spentasi all’età di 94 anni nella giornata di giovedì scorso, 27 febbraio. Il suo ricordo, affidato alle parole del figlio Pierluigi, non è certo quello di una persona rimasta con le mani in mano nel corso della sua vita. ''Mia mamma diventò infermiera più o meno tra gli anni '60 e '70, quando conobbe mio padre'' ha raccontato il figlio. ''Fece il corso proprio per curare le ferite che mio padre si era procurato durante la guerra e in particolare nel campo di concentramento in cui fu internato. Divenne così la sua professione e per qualche anno prestò servizio dal dr. Bonanomi, allora insieme al dr. Sindoni un’istituzione in città''. Ancora oggi, ha aggiunto Pierluigi Bonfanti, in molti ricordano Luigia Viscardi come l’infermiera del dr. Bonanomi. ''Smise di lavorare in quello studio per occuparsi di mio padre, che venne a mancare nel '74'' ha proseguito Bonfanti. ''Fu in quel periodo che incominciò a svolgere la sua attività casa per casa''. Dove c’era bisogno di una puntura o dell’intervento medico di qualcuno di esperto che non necessitasse un dottore, Luigia Viscardi arrivava in sella alla sua bicicletta. ''Partiva al mattino alle sette e si faceva il giro dei meratesi ammalati'' il ricordo del figli. Oltre a ciò fu crocerossina per l’Unitalsi, e in alcune occasioni accompagnò a Lourdes i malati. Venuta a mancare per un problema cardiaco, la signora Luigia era una meratese doc, originaria di via Quintaberta.
A.S.
