Merate: la questione climatica dalle scelte politiche passando per la scienza e l'etica

Che Greta Thunberg stia simpatica o meno i cambiamenti climatici causati dall’uomo pongono la società di fronte a scelte non più rinviabili. Gli studiosi avvertono da anni sui rischi ai quali si va incontro, ma solo con la presa di coscienza dei movimenti giovanili questo argomento sta iniziando ad interessare su vasta scala l’opinione pubblica. La scuola, cerniera culturale tra generazioni e luogo di apprendimento, può e deve giocare la sua parte per interpretare e accompagnare i ragazzi verso un cambio paradigmatico degli stili di vita e delle richieste da avanzare alla politica. Gli istituti Viganò e Agnesi di Merate hanno deciso di intercettare questo interesse crescente anche tra i più giovani aderendo a un ciclo di seminari rivolto ai docenti e organizzato dall’associazione cernuschese “Punto Rosso – Rete delle alternative”.



Silvana Nicoletti di Punto Rosso e Mario Agostinelli

Il primo appuntamento si è svolto nel pomeriggio di ieri, giovedì 20 febbraio, presso l’aula magna esterna “Borsellino”. Ospite della conferenza è stato Mario Agostinelli in una trattazione a tutto tondo sulla questione climatica. Ha amalgamato nozioni teorico-scientifiche, figlie della sua formazione accademica (è stato ricercatore chimico-fisico per l’ENEA, l’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente, presso il CCR di Ispra), con valutazioni di carattere etico, economico e politico, ereditate dal suo percorso nel sindacato e nei partiti. “181 scienziati di 92 istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo hanno espresso giudizi ed emesso rapporti sui rischi dettati dai cambiamenti climatici, ma nei dibattiti dei programmi televisivi non se ne sente ancora parlare – ha dichiarato in avvio il relatore – Tra qualche anno l’emergenza sarà talmente brusca che renderà cogente la necessità di occuparsene”. Affrontare in classe queste tematiche non serve per affibbiarsi l’etichetta di “ambientalista”, così come le aziende non possono limitarsi ad azioni di facciata, il cosiddetto “greenwashing”. L’accrescimento di una sensibilità ecologista dovrebbe essere considerata pariteticamente rispetto all’opportunità formativa che se ne trarrebbe. “La velocità con cui sfruttiamo la natura è incompatibile ai tempi con cui la natura si possa rigenerare. Per la prima volta nella storia dell’uomo stiamo vivendo una fase in cui la tecnologia supera la capacità di controllo da parte della nostra organizzazione culturale – ha proseguito Agostinelli – Appare evidente che il lavoro del futuro sarà volto alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici”. Ha quindi invitato i docenti a sviluppare programmi strutturali e multidisciplinari su questo argomento.


Il passo di partenza in tale ottica dovrebbe essere la comprensione dei fenomeni. Ma che non si limiti alla formula matematica, ai compartimenti stagni. I fattori che determinano l’effetto serra in origine sono gli stessi che provocano le colorazioni del cielo nel range del visibile, ha esemplificato l’ospite. Ha aggiunto: “Sono gli stessi colori che hanno ispirato Petrarca, Leopardi, Shelley e che ci fanno emozionare”.
Troppo lenti i tempi della politica ad affrontare la fase di tamponamento dentro la quale stiamo già vivendo. “Reimmettere anidride carbonica nell’atmosfera ci riporta alle condizioni quando l’uomo ancora non esisteva. Le nuove generazioni sanno, più o meno coscientemente, che c’è il rischio di contare il tempo all’indietro – ha osservato il relatore – Bisogna cambiare il modello imposto da chi detiene la ricchezza puntando alla decarbonizzazione e alla riconversione che, come rivela uno studio del Massachusetts Institute of Technology, creerebbe maggiori posti di lavoro e più stabili”.


Gli insegnati intervenuti al termine dell’esposizione di Agostinelli hanno considerato sotto differenti aspetti la complessità nel trovare e perseguire modelli alternativi efficaci, dalla scuola alle comunità locali. Hanno evidenziato invece la debolezza dell’agire collettivo. Per concludere, Agostinelli ha rintracciato proprio nella discussione partecipativa, basata sulla verità dei fenomeni, la possibilità di trovare lo slancio per intervenire sul piano politico.
Il prossimo appuntamento si terrà il prossimo giovedì 27 febbraio alle ore 14.30 sempre nell’aula magna esterna di via dei Lodovichi a Merate. L’ospite sarà il sociologo Guido Viale, che parlerà di migrazioni climatiche, lavoro, debito e finanza. Infine ultima data del ciclo di incontri sul clima è fissata per il 5 marzo con la scrittrice Daniela Padoan. L’appuntamento verterà sugli stili di vita sostenibili ed economia dello scarto.
M.P.
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