Olgiate: l'ex patron di Tipes a processo per Iva non versata. ''Crediti per 4mil.€ da Ilva''
L'udienza del prossimo 21 aprile consentirà di escutere gli ultimi testi e consulenti, chiudendo così l'istruttoria dibattimentale nella quale risulta imputato Angelo Panzeri, ex patron di Tipes spa, l'azienda di autotrasporti con sede a Olgiate dichiarata fallita due anni fa. L'imprenditore deve infatti rispondere - in qualità di amministratore della società - del mancato versamento Iva per un milione e 900mila euro per il 2014 e di due milioni e 700mila euro per il 2015.
I testimoni che si sono succeduti martedì mattina in tribunale a Lecco al cospetto del giudice monocratico Martina Beggio, hanno rappresentato la medesima versione dei fatti: le difficoltà di Tipes sarebbero nate quando l'Ilva di Taranto, uno dei clienti più importanti della società olgiatese e che pagava regolarmente, è stata commissariata dal Governo. Un credito di circa 3.5-4 milioni di euro, come hanno spiegato il revisore dei conti e l'ex direttore finanziario della società, così come il professionista che operava presso lo studio fiscale che seguiva Tipes all'epoca dei fatti. Tra il 2013 e il 2015 - secondo quanto ha dichiarato in aula il teste - si sono verificati due eventi negativi. In primis il commissariamento appunto di Ilva, con 4milioni di crediti sospesi e una conseguente mancanza di liquidità per l'azienda. Una circostanza che ha generato un ulteriore e pesante problematica: le banche hanno smesso di dare credito all'impresa di Olgiate, probabilmente consapevoli dell'oggettiva impossibilità ad incassare in tempi rapidi quanto gli spettava dalla multinazionale di Taranto. A questo quadro si sommano i ritardi nei pagamenti da parte di altri storici committenti, anche locali. Una situazione oggettivamente difficile dunque, tenendo conto delle spese ordinarie (il carburante su tutti) che l'impresa si trovava a dover fronteggiare per far muovere i propri mezzi in Italia, così come in Europa.
Il teste ha poi ricordato che nel 2014 l'ispettorato del lavoro così come l'agenzia delle entrate hanno iniziato ad emettere una serie di avvisi di accertamento nei confronti della spa, contestando la struttura societaria e il mancato pagamento di adempimenti fiscali. In tutto a partire da quell'anno sono state emesse cartelle nei confronti di Tipes per circa 20 milioni di euro, tutte contestate dall'azienda, con esiti positivi e negativi a seconda dei casi.
L'udienza - alla quale era presente anche l'imputato, assistito di fiducia dagli avvocati Andrea Artusi e Paolo Faini - è stata aggiornata al prossimo 21 aprile per il prosieguo dell'istruttoria.
I testimoni che si sono succeduti martedì mattina in tribunale a Lecco al cospetto del giudice monocratico Martina Beggio, hanno rappresentato la medesima versione dei fatti: le difficoltà di Tipes sarebbero nate quando l'Ilva di Taranto, uno dei clienti più importanti della società olgiatese e che pagava regolarmente, è stata commissariata dal Governo. Un credito di circa 3.5-4 milioni di euro, come hanno spiegato il revisore dei conti e l'ex direttore finanziario della società, così come il professionista che operava presso lo studio fiscale che seguiva Tipes all'epoca dei fatti. Tra il 2013 e il 2015 - secondo quanto ha dichiarato in aula il teste - si sono verificati due eventi negativi. In primis il commissariamento appunto di Ilva, con 4milioni di crediti sospesi e una conseguente mancanza di liquidità per l'azienda. Una circostanza che ha generato un ulteriore e pesante problematica: le banche hanno smesso di dare credito all'impresa di Olgiate, probabilmente consapevoli dell'oggettiva impossibilità ad incassare in tempi rapidi quanto gli spettava dalla multinazionale di Taranto. A questo quadro si sommano i ritardi nei pagamenti da parte di altri storici committenti, anche locali. Una situazione oggettivamente difficile dunque, tenendo conto delle spese ordinarie (il carburante su tutti) che l'impresa si trovava a dover fronteggiare per far muovere i propri mezzi in Italia, così come in Europa.
Il teste ha poi ricordato che nel 2014 l'ispettorato del lavoro così come l'agenzia delle entrate hanno iniziato ad emettere una serie di avvisi di accertamento nei confronti della spa, contestando la struttura societaria e il mancato pagamento di adempimenti fiscali. In tutto a partire da quell'anno sono state emesse cartelle nei confronti di Tipes per circa 20 milioni di euro, tutte contestate dall'azienda, con esiti positivi e negativi a seconda dei casi.
L'udienza - alla quale era presente anche l'imputato, assistito di fiducia dagli avvocati Andrea Artusi e Paolo Faini - è stata aggiornata al prossimo 21 aprile per il prosieguo dell'istruttoria.
G. C.