In 6 mesi 104 denunce per maltrattamenti in famiglia e 31 per violenza sessuale, anche su minori: 'allarmante la situazione'

Gli “sporchi numeri” fanno rabbrividire. In meno di sei mesi, tra la metà di agosto 2019 e il 31 gennaio 2020, in Procura a Lecco sono arrivate 104 denunce per maltrattamenti contro familiari e conviventi; 23 per violenza sessuale; 8 per violenza sessuale aggravata dalla minore età dalla vittima; 36 per atti persecutori (stalking per dirla con un'espressione alla moda); numerose poi anche quelle in relazione a lesioni personali, aggravate dalla relazione di parentela (con un allarmante aumento di casi di violenza agita ai danni dei genitori da parte di figli con problemi di tossicodipendenza o di disagio mentale). Un quadro a tinte assolutamente fosche quello su cui ha acceso quest'oggi un riflettore il Procuratore Antonio Angelo Chiappani, con dati in apparente contrasto rispetto all'andamento dell'ultimo anno quando sul 2018/2019 si è registrato un diminuzione del 13.36% rispetto al 2017/2018 del numero di reati commessi all'interno della famiglia con un leggero calo anche delle nuove iscrizioni per il reato di stalking (-6.19%). Stabili, invece, alla rilevazione del luglio 2019, rispetto ai 12 mesi precedenti, le violenze sessuali (da 47 iscrizioni di cui 13 contro ignoti, a 51 di cui 19 contro soggetti non identificati).
“Difficile interpretare questi dati, che sembrerebbero in controtendenza rispetto all'urgenza normativa dettata dall'entrata in vigore del così detto “codice rosso”” spiega il numero uno della Procura, soffermandosi sul raffronto annuale, ammettendo però come “le tendenze sull'impatto della nuova legge in materia saranno più manifesti con l'entrata a regime di quest'ultima”. Ed in effetti, i primi dati proposti circa le nuove denunce nel semestre agosto 2019-gennaio 2020, fanno pensare a un incremento dell'emersione del fenomeno, dopo l'approvazione della legge che ha inasprito le pene per alcune reati aprendo un corsia preferenziale per combattere la violenza domestica con indagini più veloci. Con ripercussioni anche sui carichi di lavoro della Procura che a Lecco ha un solo sostituto – la dottoressa Giulia Angeleri – al momento applicato a tale materia, dopo la partenza della collega Silvia Zannini, trasferitasi ormai da mesi a Modena. “La novità normativa è stata introdotta a risorse zero” sottolinea infatti il dr. Chippani, ribadendo dunque come l'Ufficio debba farsi carico senza ulteriori supporti di nuove incombenze, tra le quali l'obbligo di procedere all'audizione della persona offesa entro tre giorni della comunicazione di notizia di reato.
Attrezzata e apprezzata invece la rete costruita sul territorio lecchese: la Procura partecipa ormai da anni con il Comune, la Provincia, la Prefettura, l'ATS della Brianza, le forze dell'ordine e le associazioni del terzo settore dedicate al “Progetto Star”, in tema di violenza sulle donne nonché al “Progetto coazione relativo ad abuso su minori”, con iniziative, volte agli operatori anche scolastici e sanitari, per spiegare le condizioni e le modalità di inoltro delle segnalazioni di casi sospetti e per organizzare progetti di accoglienza e primo sostegno ai soggetti deboli nella fase di recezioni della denuncia di reato.
A riprova di come per arginare una fenomeno dalle proporzioni allarmanti sia necessaria non solo la spinta del legislatore – con il nuovo “codice rosso” - ma anche e soprattutto l'appoggio della collettività, nelle sue articolazioni.
A.M.
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