Mandic: al processo per corruzione e turbativa d'asta chiesta la condanna di tutti gli imputati. 6 anni per l'architetto dell'AO

Pur discutendo un fascicolo "ereditato", il sostituto procuratore Andrea Figoni non ha dimostrato tentennamenti nel ricostruire per sommi capi la vicenda - basandosi in via principale sulle intercettazioni operate nel corso dell'indagine e sui contenuti di un quadernone sequestrato presso la sede di una delle società coinvolte - arrivando a ritenere provata la penale responsabilità di tutti gli imputati in ordine ai reati a loro ascritti, chiedendo dunque la loro condanna, anche a pene decisamente sostanziose. Bisognerà attendere però ancora per conoscere l'effettivo verdetto dei giudici, dopo le arringhe (ne mancano ancora due) - in senso contrario, ovviamente - degli altrettanto agguerriti difensori, pronti a mettere in risalto quegli elementi a discarico tralasciati dalla pubblica accusa. La sentenza è calendarizzata per il prossimo 7 maggio. Solo in quella data si metterà il primo punto - ovviamente non fermo, trattandosi di una pronuncia di primo grado - nella vicenda delle presunte "tangenti" corrisposte nell'ambito dei lavori legati all'ammodernamento degli spazi destinati ad ospitare i reparti di Psichiatria, Dialisi e Pneumologia nonché al rifacimento di parte del tetto del padiglione Rusca-Terzaghi dell'ospedale San Leopoldo Mandic di Merate. 9 complessivamente gli imputati in attesa di giudizio.
Secondo la ricostruzione del PM, l'imprenditore sondriese Giovanni Castelli di Sannazzaro, per il tramite del suo braccio destro Patrizio Zoaldi e del capocantiere Marco Fascendini, con la collaborazione della segretaria Maria Lia Gusmeroli (tenutaria della contabilità parallela necessaria per gestire i "fondi neri"), avrebbe corrisposto in due occasioni utilità allora responsabile dell'ufficio tecnico dell'Azienda Ospedaliera Michele Rigat, per vedere favorita la propria azienda - la Castelli Ingegner Leopoldo Costruzioni, anch'essa a giudizio - nella gara d'appalto per i lavori presso il nosocomio meratese, ottenendo vantaggi anche attraverso il meccanismo delle riserve. Corruzione il reato ipotizzato, anche in relazione ad una seconda pratica, la così detta "garetta" per l'intervento sul tetto in riferimento alla quale si procede anche per turbativa d'asta con il coinvolgimento degli ultimi 4 imputati, ovvero gli imprenditori Maurizio Quadrio, Gianguido Marzoli, Claudio Redaelli e Mauro Meraviglia - tutti titolari di società attive nel settore edilizio - che seppur invitatati non avrebbero presentato un'offerta o avrebbero concordato con la Castelli un ribasso tale da non interferire con l'aggiudicazione in favore proprio della realtà sondriese.
Per Rigat e Castelli - ritenuti "i principali imputati" - il dr. Figoni ha chiesto la condanna a 6 anni di reclusione, ritenendoli colpevoli di entrambi gli episodi corruttivi come della turbativa d'asta, così come Zoaldi (5 anni la pena proposta) e Fascendini (4 anni e 8 mesi). Solo in relazione alle due presunte dazioni di denaro, poi, per il sostituto procuratore la Gusmeroli è da condannarsi a 4 anni e 6 mesi. 1 anno e mezzo, la richiesta per Meravglia, Marzoli, Redaelli e Quadrio, per la turbativa d'asta. Ammonta infine a 64.500 euro la sanzione pecuniaria immaginata per la Castelli Ingegner Leopoldo spa. Chiesta altresì la confisca per equivalente nonché la trasmissione degli atti in Procura per una supposta falsa testimonianza di un ulteriore imprenditori chiamato a riferire su quanto a sua conoscenza in merito alla "garetta". L'avvocato Patrizia Guglielmana, parte civile per l'ASST di Lecco nell'unirsi alla conclusioni del PM, ha poi aggiunto le pretese risarcitorie: 40.000 euro a carico di Rigat e 21.000 euro complessivi in relazione alle posizioni Meraviglia, Marzoli e Redaelli.
A maggio, come anticipato, le ultime due arringhe e la decisione.


A. M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.