Retesalute: i conti non tornano, si attende l’assemblea dei soci per avere chiarimenti

L'unica certezza è che il preventivo 2019 quadrava. E non poteva essere diversamente. Poi, se è vero quanto sostengono gli analisti che il bilancio di Retesalute chiuderà con un disavanzo anche rilevante, si dovrà scandagliare conto per conto, mastrino per mastrino per capire che cosa sia successo da giugno in avanti, ossia dal cambio del Consiglio di Amministrazione prima guidato da Alessandro Salvioni e poi da Alessandra Colombo con Valerio Colleoni, unico elemento presente in entrambi i mandati .

L'ipotesi più verosimile è che i maggiori costi per i servizi non siano stati rapidamente comunicati all'assemblea dei soci per consentire a ciascun socio, ossia a ciascun comune, di adottare le necessarie variazioni al bilancio prima del termine ultimo di legge fissato per il 30 novembre.

Oppure che i problemi stiano nell'Ambito, la struttura che intercetta i trasferimenti statali, regionali e provinciali da destinare ai comuni e, nel caso meratese-casatese, all'azienda speciale pubblica Retesalute che eroga i servizi alla persona conferiti dai comuni soci. Area minori, area anziani, area disabili sono i tre grandi settori in cui opera l'azienda. Ogni servizio erogato ha un costo predeterminato. Spetta poi all'Assemblea, su proposta del CdA valutare quanto corrispondere per ciascun servizio erogato da Retesalute direttamente o indirettamente. Il riequilibrio avviene - o dovrebbe avvenire -tramite il contributo in conto esercizio, una quota pro capite (circa 2 euro) che i comuni soci versano nelle casse dell'Asp.

Le verifiche sono in corso ormai da diverse settimane anche se notizie ne filtrano poche e per di più contraddittorie. Ma appare chiaro che la politica portata avanti da diversi comuni di corrispondere cifre inferiori ai costi di produzione dei servizi, se da un lato ha consentito di acquistare servizi ad un prezzo inferiore alla tariffa di produzione, dall'altro ha creato disavanzi nelle finanze dell'Azienda Speciale. E se non si è provveduto a riallineare il contributo d'esercizio, una "perdita" a consuntivo è quanto mai probabile.

Non resta che attendere la convocazione dell'assemblea da parte del presidente Massimo Augusto Panzeri, sindaco di Merate per capire qualcosa di più. Non solo sui conti, peraltro importanti, quanto su quale strategia qualche comune ha messo in campo per giungere a questo punto. Motivo? Il solito: portare alla chiusura l'azienda speciale e conferire tutti i servizi alla rete di Consolida che già li fornisce all'ambito distrettuale di Lecco.

Una storia già vista in passato. Che oggi minaccia di ritornare in superficie sulla spinta di un quadro economico-finanziario preoccupante.

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