Il benvenuto al collega Angelo Baiguini. E una riflessione sul futuro del territorio
Detto ciò veniamo alla breve riflessione che desideriamo condividere con i lettori. Il nostro territorio, Merate in particolare, è stato per molti anni attrattivo per i cosiddetti "milanesi" che poi potevano pure risiedere a Sesto, Cinisello o Bresso. Buoni servizi, collegamenti col capoluogo (quando funzionavano meglio di oggi), discreto verde e altrettanta tranquillità. Poi però le cose sono cambiate. Il capoluogo, capita la lezione, si è attrezzato per associare alle opportune di una grande città anche ciò che i residenti chiedevano, ossia spazi verdi, luoghi di ritrovo, piantumazioni intensive antismog.
Al contrario Merate e il suo hinterland hanno imboccato la via dello sviluppi intensivo e estensivo, dimenticandosi del tutto del "brand" che li aveva resi attrattivi: ossia l'ambiente naturale, non potendo competere sul piano della cultura in senso lato (musei, aree concerto, cinema, eventi, moda e tanto altro).
Così oggi paradossalmente la città ha colmato quel "vuoto" di attrazione mentre il meratese ha perso l'unico asset che in tempi non lontani aveva rappresentato un delizioso richiamo per i "milanesi" asserragliati nei palazzoni.
Ci rendiamo conto che la sintesi, in questo caso, non ha migliorato la qualità del pezzo, ma è giusto per rendere l'idea.
E rispondere a una domanda sinora elusa dalle amministrazioni comunali a partire da quella di Merate: quale futuro per questo territorio?
Rischiamo di apparire pedanti ma anche domenica scorsa, chi voleva una risposta l'avrebbe trovata mettendo a confronto due immagini: la piazza centrale della città, deserta, e le sponde del lago abbandonato, gremite.
Si può decidere diversamente perché chi ha vinto governa secondo la propria soggettività. Ma il dato oggettivo sta lì, basta volerlo guardare. E tra parco del Curone, riserva lago Sartirana, fiume Adda con i bellissimi paesini di Imbersago e Brivio e parco Nord ce ne sono di attrazioni che in una visione moderna e sovracomunale si possono valorizzare e trasformare in rendite vitalizie.
Ma bisogna guardare oltre l'orizzonte temporale di un mandato. Pensare in grande e più in là. Saper progettare anche oltre via Verdi.