Merate: giovane a processo per il furto a Auchan di telefoni cellulari...per bambini
Hanno un comune denominatore, vale a dire i telefoni cellulari, i due capi d'accusa contenuti nel fascicolo giudiziario a carico di Antonio D.L., classe 1987 residente a Paderno d'Adda. Il giovane deve rispondere dell'accusa di furto per un paio di episodi verificatisi a distanza di qualche mese l'uno dall'altro.
Il più curioso è quello avvenuto nel gennaio 2018 all'ipermercato Auchan di Merate. Qui l'imputato - difeso dall'avvocato Paolo Giudici, quest'oggi sostituito dal collega Roberto Bardoni - avrebbe sotratto tre telefoni cellulari. Non smartphone qualunque, ma apparecchi fatti apposta per l'utilizzo da parte dei bambini e del valore complessivo di circa 480 euro. Fermato e sorpreso con il maltolto, al padernese - che all'epoca dei fatti era sottoposto alla misura dell'obbligo di firma - viene contestato il furto aggravato dall'esposizione alla pubblica fede degli oggetti rubati, estratti peraltro dalle rispettive custodie nel tentativo di occultarli più facilmente.
L'udienza odierna tuttavia è durata pochi minuti a causa di un difetto di notifica; il giudice monocratico Martina Beggio e il vpo Caterina Scarselli hanno infatti rilevato la mancata citazione dell'imputato, disponendo così un rinvio al 28 aprile.
Non doversi procedere invece, per il secondo capo di imputazione. Al giovane veniva infatti contestato un secondo episodio di furto, sempre nel meratese e di un telefono cellulare che questa volta sarebbe stato sottratto ad un passante dopo averglielo richiesto con la scusa di effettuare una chiamata urgente. Dagli atti presenti nel fascicolo è infatti emersa la mancanza della querela, condizione essenziale ai fini della procedibilità dell'istruttoria dibattimentale.
Meno uno dunque, e avanti con uno soltanto dei capi d'accusa contestati al giovane di Paderno d'Adda.
Il più curioso è quello avvenuto nel gennaio 2018 all'ipermercato Auchan di Merate. Qui l'imputato - difeso dall'avvocato Paolo Giudici, quest'oggi sostituito dal collega Roberto Bardoni - avrebbe sotratto tre telefoni cellulari. Non smartphone qualunque, ma apparecchi fatti apposta per l'utilizzo da parte dei bambini e del valore complessivo di circa 480 euro. Fermato e sorpreso con il maltolto, al padernese - che all'epoca dei fatti era sottoposto alla misura dell'obbligo di firma - viene contestato il furto aggravato dall'esposizione alla pubblica fede degli oggetti rubati, estratti peraltro dalle rispettive custodie nel tentativo di occultarli più facilmente.
L'udienza odierna tuttavia è durata pochi minuti a causa di un difetto di notifica; il giudice monocratico Martina Beggio e il vpo Caterina Scarselli hanno infatti rilevato la mancata citazione dell'imputato, disponendo così un rinvio al 28 aprile.
Non doversi procedere invece, per il secondo capo di imputazione. Al giovane veniva infatti contestato un secondo episodio di furto, sempre nel meratese e di un telefono cellulare che questa volta sarebbe stato sottratto ad un passante dopo averglielo richiesto con la scusa di effettuare una chiamata urgente. Dagli atti presenti nel fascicolo è infatti emersa la mancanza della querela, condizione essenziale ai fini della procedibilità dell'istruttoria dibattimentale.
Meno uno dunque, e avanti con uno soltanto dei capi d'accusa contestati al giovane di Paderno d'Adda.
G. C.