Merate: stralciata la ''riqualificazione'' del centro con l'edicola in piazza e la statua nel parco. Dal ministero non arrivano soldi

Era già stato visto (e sognato) come un ritorno alle origini: la statua della Vittoria nel parco delle Rimembranze e l'edicola come era una volta in Piazza Prinetti quando il traffico percorreva ancora il cannocchiale dal castello alle ex scuole elementari.
Niente di tutto ciò si farà.
I soldi sarebbero dovuti arrivare tramite finanziamento ministeriale. Il comune aveva infatti partecipato a un bando finalizzato a realizzare opere pubbliche di messa in sicurezza di edifici, prevenzione del dissesto idrogeologico, interventi per evitare lo spopolamento dei piccoli centri.


850mila euro erano stati richiesti per la sistemazione di tutta l'area a lato e antistante il municipio. Era previsto lo spostamento della statua della vittoria nel parchetto delle Rimembranze dove ora c'è il cannone, che sarebbe slittato di qualche metro. L'edicola avrebbe attraversato Via Baslini per “atterrare” all'ombra della torre, un po' come era un tempo e come si vede ancora in qualche vecchia cartolina smunta ma con un quadro d'insieme affascinante di tutta la piazza.
700mila euro, invece, erano stati chiesti per opere di sistemazione idraulica per la separazione delle acque chiare dalle scure nella parte a nord della città. Anche in questo caso lo studio già pronto e redatto aveva consentito di poter presentare la domanda nei termini previsti.


Nello stesso DUP (documento unico di programmazione) gli interventi erano stati abbozzati, sempre legandoli al finanziamento statale.
Ora le aspettative sono crollate.
Il ministero ha assegnato i fondi, si parla di qualcosa come 400milioni di euro, ma al lecchese che aveva presentato 54 proposte di progetto non è arrivato praticamente nulla a esclusione di Carenno.
Anche Merate dunque è rimasta al palo. “I soldi sono andati principalmente a comuni del sud in dissesto finanziario” ha commentato il sindaco Massimo Panzeri “è stato premiato chi amministrata male. E questo non è un bel segnale e meno ancora un buon esempio”.
S.V.
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