Accadeva 30 anni fa/91, 16-30 novembre: Il Pci e la ''svolta''. Ecco l’ospedale del 2000. Marta Gaiardelli sportiva dell’anno

Il 12 novembre del 1989, 30 anni fa, l'allora segretario del PCI Achille Occhetto, pronunciò a Bologna le frasi che aprirono la strada al passaggio dal Partito Comunista Italiano (PCI, sciolto nel 1991) al Partito Democratico della Sinistra (PDS). Era un periodo storico in cui i partiti contavano molto, così come le strutture e le lunghe discussioni al loro interno: quel momento fu chiamato la "svolta della Bolognina. In sette minuti il Segretario demolì le convinzioni decennali: "E' necessario non continuare su vecchie strade ma inventarne di nuove per unificare le forze di progresso"
Il dibattito fu serrato anche dentro le sezioni più piccole. Era crollato il muro di Berlino e il Pci oggettivamente era rimasto fermo, incapace di capire ciò che avrebbero provocato le picconate del presidente americano Ronald Regan da una parte e del Papa polacco dall'altra. Per recuperare questo ritardo sulla storia Occhetto propose il cambio di nome. Come fu accolta questa proposta?


Ambrogio Sala (Olgiate): "Sono d'accordo. Dalla tribuna del penultimo congresso provinciale del partito ho suggerito questa svolta perché di fatto abbiamo adottato la stessa filosofia dei partiti socialisti e socialdemocratici europei".







Antonio Colombo (Casatenovo): "Sono d'accordo sul cambiamento del nome. Ho aderito al Pci non tanto per la sua storia ma per i programmi politici. Il nome non è quindi fondamentale quanto i programmi. Si parla di rifondazione. E sarà importante proprio sottolineare la programmazione che non sarà diversa dall'attuale".






Luigi Pirovano (Barzanò):
"Non si pone il problema di cambiare nome quando si porta avanti il progetto di unificazione delle sinistre. Non dobbiamo vergognarci del nostro nome né del nostro emblema. Cambiare il nome conta poco. Prima di tutto è necessario il rinnovamento".







Mario Brambilla (Merate): "Favorevolissimo al cambiamento. E da tempi non sospetti. Mi spiace avendo quarant'anni di comunismo alle spalle che compagni di grande rilievo e spessore non siano d'accordo con il nuovo corso".









 
Problemi antichi, problemi attuali. A Cernusco scoppia la polemica, soprattutto contro al polizia locale, per le multe appioppate alla stazione. Cento posti contro le 250 auto che ogni giorno cercano uno stallo spiegano il senso della protesta. Ma l'ottimo brigadiere Franco Crea, comandante della Pl si difende: "Noi interveniamo solo quando ci chiamano gli autisti degli autobus impossibilitati a fare manovra o quelli dei camion delle Fs che non riescono ad entrare nello scalo merci. Ne multiamo solo lo stretto necessario perché siamo consapevoli delle difficoltà dei pendolari".
Il boom dell'edilizia non conosce soste. Ma se a Osnago anche la maggioranza è spaccata sulla variante di Prg che mira a recuperare tutto il centro storico e a espandersi nelle periferie a Olgiate tutti d'accordo nell' espropriare le aree necessarie alle nuove costruzioni in via San Genesio, Filca casa e Le ville. Si tratta di una nuova imponente cementificazione che fa seguito a quelle di Via D'Annunzio e via Aldo Moro. In totale sono previste superfici lorde pavimento per ben 7.400 metri quadrati in parte in diritto di superficie e in parte in diritto di proprietà. La convenzione da approvarsi a gennaio 1990.
Sempre a Olgiate il sindaco Abele Rosa si appresta a inaugurare l'impianto sportivo ristrutturato di via Aldo Moro. Ospiti d'onore il segretario provinciale della Dc Guido Puccio e il senatore Cesare Golfari.

Abele Rosa


A Verderio nuova assemblea pubblica tra i due comuni per discutere di unificazione. Le posizioni sono chiare: a Superiore prevale il sì a Inferiore il no. Forse per la consapevolezza che il Municipio sarà a Superiore e così anche l'ufficio postale.
A Brivio il parroco don Carlo Mariani lancia un'altra sottoscrizione popolare per completare i lavori di ristrutturazione della chiesetta di Sant'Antonio, la più antica del paese dedicata al santo cui i briviesi sono particolarmente devoti. L'opera e stimata in 80 milioni ma durante i lavori diretti dall'architetto Dante Perego si aggiungono interventi non programmati come la sistemazione dell'altare recuperando i marmi dell'antica balaustra.

Don Carlo con Papa Paolo VI


Siamo alla fine di novembre 1989 ma all'inizio di quella che sarà la vera rinascita dell'ospedale San Leopoldo Mandic. Grazie al Comitato di gestione e alla competenza dei suoi vertici: il presidente Sandro Cesana e il vice Giacomo Molteni.

Sandro Cesana e Giacomo Molteni


In base alla Legge Finanziaria del 1988 ben 30mila miliardi vengono messi in circolo per l'edilizia ospedaliera e di questi diecimila vanno a regione Lombardia per il prossimo triennio. In realtà il piano decennale andrà avanti per almeno una quindicina d'anni ma nel frattempo il Comitato di Gestione dell'Ussl si attiva con grande rapidità predisponendo un progetto da 50 miliardi di lire da portare in Regione per classificarsi in cima alla lista dei beneficiari. Il disegno, il primo redatto dal Comitato dell'Ussl e trasmesso in Regione mostra il Mandic del duemila. L'attuale padiglione, oltre che del tutto insufficiente è ormai inadatto con grandi camere anche da 12 pazienti, corridoi angusti e spazi operatori inadeguati. L'idea di fondo è quella di realizzare una nuova "torre" un sistema a "H" che ospiti in un padiglione le specialità mediche e nell'altro quelle chirurgiche con la nuova piastra per radiologia nel padiglione Rusca. Portineria e viabilità interna rinnovata completano il progetto. Come si ricorderà l'accesso all'ospedale era poco oltre l'imbocco sud della via San Vincenzo con una casupola per la guardia. Viabilità interna nulla e nessun parcheggio. Cesana: "Occorre mobilitare i livelli istituzionali superiori. Il progetto è realizzabile. Noi abbiamo completato tutte le pratiche. Ora spetta a chi ci sostituirà alla guida dell'Ussl impegnarsi per realizzarlo". La riforma infatti stava modificando la geografia delle Unità Socio-Sanitarie locali per ridurne il numero. Infatti poi quella di Merate sparirà accorpata a Lecco. E questo non fu certo una buona riforma. Tutt'altro. Escludendo la politica locale l'ospedale ha via via perso la sua vera spinta autonoma e progettuale. E dei risultati seguenti sono piene le cronache. Molteni: "Il nero su bianco resta e resterà vincolante anche per i futuri amministratori di una o delle tre Ussl (Lecco, Merate e Bellano ndr) che saranno mantenute. E ciò dipenderà dall'esito della vertenza in corso sugli accorpamenti. Per Merate siamo a una svolta decisiva. Lecco ha chiesto un nuovo ospedale. Noi me chiediamo una nuova metà".    


A Merate continua la polemica dei commercianti contro il mercato autorizzato dal Comune per domenica 24 dicembre. Un braccio di ferro anche tra commercianti stessi, alcuni favoriti, altri no, dall'arrivo degli ambulanti. L'assessore Andrea Colombo è impegnato nella difficile mediazione ma punta a confermare il mercato distribuendo però le bancarelle in modo tale che non ostruiscano la vista dei negozi. Un problema anche questo ormai datato e che si avverte anche ai giorni nostri. Soprattutto perché il tradizionale mercato rionale del martedì è sempre più appannaggio di extracomunitari mentre l'ambulante storico sta scomparendo.

Andrea Colombo


I ragazzi del liceo Agnesi di Merate scendono in strada per protestare contro l'eccessivo turn over dei professori e la carenza complessiva di docenti. La coincidenza col mercato del martedì ha impedito alla manifestazione di passare per il centro e raggiungere così il Municipio. Dopo la manifestazione gli studenti hanno dato vita a un'assemblea dentro la scuola.


Al Mandic si discute di liste d'attesa in chirurgia. Nel 1985 aveva lasciato il primario Arturo Sartori, sostituito da Walter Manenti poi prematuramente scomparso. A dirigere il reparto era Umberto Bonaldi, primario facente funzioni, in attesa del concorso.

Umberto Bonaldi


Ebbene, per quanti hanno avuto la pazienza di arrivare fin qui vale la pena riportare l'integrale dichiarazione di Bonaldi (scomparso il 21 marzo scorso all'età di 82 anni) sulla questione liste e più in generale sulla chirurgia del nostro ospedale: "Innanzitutto mi preme precisare che il numero degli interventi chirurgici dal 1980 al 1988 ha avuto la punta minima proprio nell'84. In quell'anno furono compiute 1.412 operazioni contro ad esempio le 1.862 dell'80 e le 1.824 dell'88. Per quanto riguarda lo straordinario debbo precisare che al 30 settembre non ammontavano a 2.000 ore ma a 1.128. Un numero insufficiente per sopperire alla carenza di organico, Ma veniamo alle code. Certo ci sono. Ma va però detto che il nostro ospedale, a differenza di altri, assicura non solo l'immediato ricovero per le urgenze ma anche per tutti i casi di neoplasie. Relativamente ai tempi d'attesa occorre rilevare che vi sono patologie che non richiedono rapidità dell'intervento. Prendiamo un'ernia, c'è chi la tiene per vent'anni e poi un giorno decide di toglierla. Credo che se anche aspetta altri sei mesi non ci siano problemi. Siamo 8 chirurghi mentre l'organico ne prevede 12. I medici sono sotto pressione per mantenere il più elevato numero possibile di interventi. Ma questo va a scapito delle giornate di aggiornamento, per confermarsi continuamente ai più alti livelli di specializzazione come siamo abituati qui al Mandic. Colgo l'occasione per anticipare l'arrivo di una video endoscopia elettronica, un vero gioiello della tecnica che ci permetterà di filmare immagini e, in casi particolari di sottoporle a consulenti esterni operanti in tutta Italia senza quindi far viaggiare il paziente. Qualche dato: nell'80 furono effettuate 493 gastroscopie e 53 colonscopie; nell'84 rispettivamente 515 e 126; nell'88 784 e 208. Mi sembra che l'incremento del numero degli esami endoscopici sia più che evidente".
 
La Selm, gruppo Ferruzzi (quello di Raul Gardini per intenderci) intenzionata a realizzare una nuova centrale idroelettrica denominata "Nuova Robbiate" da costruirsi nel cuore di Porto D'Adda incarica un geologo, Alberto Giussani, di studiare un tracciato per costruire un canale sotterraneo necessario per alimentare il progettato impianto. Il tecnico effettua più di cento sondaggi geognostici tra l'80 e l'87 promossi da Edison, Enel e la stessa Selm. E al termine diffonde una notizia davvero curiosa: l'Adda, qualche milione di anni fa, nel periodo paleozoico, scorreva dentro un alveo assai più largo dell'attuale e il suo tracciato era a circa 400 metri più a ovest. L'Adda, comunicarono i tecnici in una pubblica assemblea, scorreva dentro due canyon paralleli al corso attuale, uno dei quali, a ovest di Cornate, risulta essere saturato dalle acque sotterranee per un'altezza di 20-40 metri. In pratica, a circa 70 metri di profondità, nelle zone di cascina Brughè, Fornace e Airolda, ci sono sacche enormi di preziosa acqua. "Insomma - scrivono i tecnici - questa Adua (nome antico dell'Adda ndr) non finisce mai di sorprendere. E' l'unico fiume lombardo che per un tratto scorre in un canyon sulle pendici del quale sono state scoperte anfratti nella roccia che poi si perdono in decine di misteriose gallerie, mai percorse fino in fondo e che a loro volta, si perdono dentro le viscere della terra. C'è chi sostiene che sotto il letto del fiume vi siano voragini spaventose per dimensione che formano pericolosissimi mulinelli, abitati da grandi pesci, soprattutto voraci lucci. Gli stessi smottamenti che di tanto in tanto si verificano sui dirupi del canyon tra Paderno e Trezzo testimoniano di una particolare conformazione geologica caratterizzata dalla presenza di grandi e inesplorate caverne.


Marta Gaiardelli è lo sportivo dell'anno. L'ha eletta la commissione sport e cultura di Merate guidata dall'assessore Andrea Colombo. Marta, 14 anni, residente in via Agnesi è stata proposta da Silvio Reali, presidente della Libertas. Sulla targa questa motivazione: "In soli due anni di attività natatoria ha raggiunto i massimi livelli nazionali valorizzando innate capacità con notevoli sacrifici". Nomina all'unanimità della commissione.

Marta Gaiardelli


91/continua
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