Merate: le poltrone riservate alla Panzeri Family e le motivazioni assai incomplete
IL COMMENTO
Avevamo già avuto il sospetto che Massimo Augusto Panzeri volesse abdicare al primo nome in favore del secondo. Ma mai avremmo pensato che imitando goffamente i gerarchi del regime imponesse all'organizzazione dei cosiddetti "Ambrogini" di riservare le prime poltrone, oltre che a se stesso, com'è giusto, anche ai propri famigliari. Nulla di illegittimo, s'intende.
Ma certamente di pessimo gusto. Mai accaduta nella lunga storia dei riconoscimenti, iniziata nel 1965 con una delibera dell'ing. Luigi Zappa, allora sindaco, ripresa nel 1984 con la denominazione di "Premio della bontà", interrotta per qualche anno e poi rispolverata ancora dal Comune con la strausata formula degli ambrogini. Non bastasse anche al consigliere semplice Angelo Panzeri, ex patron della Tipes e alla di lui signora sono state riservate le poltrone. Il sovranismo leghista minaccia di imboccare la via del familismo più sfacciato. Del resto accade sempre che la tracotanza sia inversamente proporzionale alla conoscenza e alla competenza, anzi che vi si faccia ricorso proprio per compensare questi due fattori normalmente - ma non è questo il caso - premianti sul simbolo di partito.
Speriamo che il prossimo anno la Giunta si decida a modificare radicalmente la formula, selezionando una persona, una sola, che abbia davvero servito disinteressatamente la comunità. Delegando, come nei decenni scorsi al prevosto la guida della commissione selezionatrice. La politica usa tutti gli strumenti per addomesticare le proprie clientele. E anche gli ambrogini non sfuggono a questa funesta regola. Per carità di patria soprassediamo su certe motivazioni che, in modo non infrequente negli anni, ricordano quelle facciate orlate di bifore e merli, dipinte di bel nuovo, dietro le quali si nasconde soltanto un castello di cartapesta.