Sartirana: senza interventi il lago diventa palude in due secoli. In attesa dell’ennesimo studio, stanziati 100mila € in tre anni

Nulla di nuovo se non l’ennesimo studio, peraltro affidato al consueto esperto Alberto Negri, sulle sorti che ineluttabilmente attendono il lago di Sartirana. Almeno un centimetro all’anno – ma potrebbero essere di più in base alle condizioni climatiche – è l’aumento del sedimento fangoso per cui considerando che al centro l’acqua ha una profondità di circa 2,5 metri nel giro di 200-250 anni lo specchio d’acqua diventerà una palude o una sorta di torbiera.


Del resto è dal 1976 che non si effettua un intervento radicale con l’asportazione dei sedimenti dal fondo. E di questo, ancora, oltre quarant’anni dopo ne hanno parlato i componenti del Consiglio della riserva del lago guidati dall’assessore Andrea Ambrogio Robbiani e dal biologo Negri durante l’incontro di lunedì sera. Ancora lì siamo: aspirare l’acqua da depurare con un sifone realizzando un lungo canale di scolo e dosando la quantità d’acqua da prelevare in base al numero di litri/secondo che oggi esce dal lago attraverso la roggia Annoni oppure installare pompe e dirottare l’acqua in vasconi da costruire.
Il professionista metterà a punto un piano d’azione col relativo budget. Poi il Comune valuterà come finanziare l’intervento. Ma molto probabilmente non lo farà – semmai l’intervento si farà, cosa che dubitiamo molto – con mezzi propri ma ricorrendo alla Regione, in fondo l’area è demaniale. Immaginiamo l’iter quanto lungo sarà.

Nulla di più, nulla di meno. E nulla neppure rispetto a quello che i tecnici e la Cooperativa lago di Sartirana, l’unica che è intervenuta concretamente grazie all’azione di personaggi locali come l’ex sindaco Andrea Massironi e l’ex assessore Pierluigi Bonalume, sottolineavano come “il” problema del laghetto di origine morenica: la mancanza di un immissario sia per il ricambio idrico sia per generare la corrente sufficiente a trasportare i sedimenti leggeri verso l’emissario. Oggi le poche fonti sotterranee sono di fatto coperte dal sedimento – cioè la fanghiglia che si crea con la putrefazione del canneto – per cui il ricambio avviene con la pioggia e attraverso piccoli rigagnoli che scorrono dalla vicina collina a nord-est.
A tutto ciò va aggiunto che il documento unico di programmazione, cioè l’elenco degli investimenti che la Giunta di centrodestra intende realizzare tra il 2020 e il 2022, quasi 6 milioni di euro, non prevede alcuna spesa straordinaria per la riserva: 3 milioni per raddrizzare via Verdi e 100mila per la manutenzione del Sic.
E con ciò è detto tutto.
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