Merate: i Vigili del fuoco celebrano Santa Barbara. Letta la preghiera del pompiere

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Messa di Santa Barbara anticipata per i Vigili del Fuoco di Merate che, come ogni anno, hanno festeggiato domenica la ricorrenza della loro patrona, martirizzata il 4 dicembre del 306 dopo Cristo.  Alla funzione delle ore 11 presieduta da don Luigi Peraboni, erano presenti le Autorità e il sindaco di Merate Panzeri Massimo Augusto. 

Don Luigi Peraboni

Anche i Marinai d’Italia (sezione Merate e Brivio), la Protezione Civile e gli Alpini di Merate hanno preso parte alla celebrazione. Della vita di Santa Barbara esistono numerose agiografie con notevoli differenze tra loro. In alcune di queste, Dioscuro decide di rinchiudere la ragazza in una torre per la sua grande bellezza, per proteggerla dal mondo esterno e dai pretendenti. Barbara si converte al cristianesimo e suo padre, scoperta la nuova fede, decide di torturarla e poi di ucciderla.

La ragazza, però, riesce a sfuggirgli miracolosamente ma, mentre è in fuga, viene vista da due pastori, uno dei quali la tradisce rivelando a Dioscuro la sua posizione. Suo padre, una volta riacciuffata, decide di trascinarla davanti a un magistrato, ma la ragazza rifiuta di abiurare. Tra le varie torture che le vengono inflitte, i carnefici tentano anche di ustionarla, ma le fiamme accese ai suoi fianchi si spengono quasi subito per volere divino. Da questi elementi, derivano i vari patronati tra cui quello dei pompieri, poiché viene considerata protettrice contro i fulmini e il fuoco, contro le morti causate da esplosioni e da colpi d’artiglieria. Non sono, dunque, solo i pompieri ad essere devoti alla Santa, ma anche numerosi professioni militari, come artiglieri, artificieri, genio militare e membri della marina. Basti pensare al termine “santebarbare” che è diventato sinonimo di polveriere.

Al termine della messa, il parroco ha ricordato il ruolo importante svolto dai vigili del fuoco ed è stata letta da un pompiere la preghiera del vigile del fuoco:

"Iddio, che illumini i cieli e colmi gli abissi, arda nei nostri petti, perpetua, la fiamma del sacrificio. Fa più ardente della fiamma il sangue che scorre nelle vene, vermiglio come un canto di vittoria. Quando la sirena urla per le vie della città, ascolta il palpito dei nostri cuori votati alla rinuncia. Quando a gara con le aquile verso Te saliamo, ci sorregga la Tua mano piagata. Quando l'incendio, irresistibile avvampa, bruci il male che si annida nelle case degli uomini, non la ricchezza che accresce la potenza della Patria. Signore, siamo i portatori della Tua croce, e il rischio è il nostro pane quotidiano. Un giorno senza rischio non è vissuto, poiché per noi credenti la morte è vita, è luce: nel terrore dei crolli, nel furore delle acque, nell'inferno dei roghi. La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio. Per Santa Barbara Martire".

Beniamino Valeriano
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