La Valletta: l'arciv. Delpini in visita a don Giorgio de Capitani
L'arcivescovo Delpini con don Giorgio nella foto pubblicata sul suo sito internet
L'Arcivescovo Mario Delpini ha fatto visita a don Giorgio De Capitani il sacerdote che nelle scorse settimane ha subito una pesante condanna per diffamazione ai danni di Matteo Salvini. A comunicarlo è stato lo stesso religioso dalle pagine del suo sito Internet con tanto di fotografia del prelato a capo della Chiesa Milanese che, dopo avergli annunciato la visita, si è presentato domenica nella sua abitazione di La Valletta Brianza ex Perego. Quella stessa Chiesa che lo stesso don Giorgio tante volte ha contestato negli anni precedenti ma che in questa occasione "ha preferito solidarizzare con un prete anti-salviniano nell'anima e nel corpo".
L’arcivescovo Mario Delpini
viene di persona a esprimermi solidarietà!
di don Giorgio De Capitani
viene di persona a esprimermi solidarietà!
di don Giorgio De Capitani
Non tutto il male vien per nuocere!
La sentenza di condanna dell’11 novembre scorso, emessa nei miei confronti dal Tribunale di Lecco (giudice monocratico Nora Lisa Passoni), una sentenza pesantissima tanto da “scandalizzare di brutto” tantissime persone che conosco e anche gente che non conosco, è stata una “bomba” che ha scatenato anche un’apertura “provvidenziale” dagli aspetti diversi: dalla mia presa di coscienza che per certe battaglie politiche ed anche ecclesiali non occorre insistere perennemente sullo stesso metodo, ma che a una certo punto si deve cambiare tattica (mi sono già ripromesso di farlo, da subito, senza tuttavia cedere di un millimetro), fino ad assistere, quasi meravigliato, fortemente meravigliato, al risveglio di quella chiesa milanese, che negli anni passati ho combattuto, forse con troppa audacia, visto che man mano che il tempo passava il silenzio si intensificava come una cappa di piombo sulla mia residenza privatamente forzata.
Sì, pestavo sempre più i piedi in attesa che qualche pezzo grosso della Curia milanese reagisse, nella speranza che si aprisse qualche spiraglio per un dialogo, all’inizio magari difficile, ma che avrebbe portato, con la buona volontà di tutti, ad una soluzione pacifica.
No! Ci è voluto una condanna pesante perché succedesse come un miracolo. Prima la telefonata (subito dopo la sentenza) di monsignor Franco Agnesi, con cui il Vicario Generale della Diocesi milanese mi esprimeva sentitamente solidarietà, disposto anche, forse in nome della Curia, di aiutarmi economicamente, vista l’ingente somma che “dovrei” versare a Salvini e allo Stato, e poi, dopo qualche giorno (14 novembre) lo stesso arcivescovo di Milano, Mario Delpini, scriveva di suo pugno un biglietto in cui mi diceva:
Nei giorni precedenti l’incontro, mi ero posto diverse domande sul perché della visita così inaspettata dell’arcivescovo a casa mia, in località Perego (La Valletta Brianza). Una cosa era sicura: tutto è successo, subito dopo quella “maledetta” e “benedetta” sentenza giudiziaria per la querela di Matteo Salvini nei miei riguardi.
Prima che mi arrivasse il biglietto dell’arcivescovo (ci ha messo 6 giorni di tempo!), avevo realizzato un video, in cui, dopo l’incontro di Salvini-Ruini e dopo l’invito da parte del leader leghista per un altro incontro al cardinale di Bologna Matteo Zuppi, con il proposito di allargare i colloqui ad altre autorità ecclesiastiche, ebbene, in quel video, dopo aver stigmatizzato il colloquio tra l’altro privatissimo tra Salvini e Ruini, avevo posto qualche domanda alla Curia milanese: quale sarebbe stata la sua scelta? accettare l’incontro con Salvini oppure rifiutarlo?
Ed ecco la risposta immediata dell’arcivescovo, che ha espresso esplicitamente con una visita personale la sua solidarietà nei miei riguardi.
Non è difficile vedervi una scelta esplicita della Curia milanese, che ha preferito solidarizzare con un prete anti-salviniano nell’anima e nel corpo.
Questa è la realtà dei fatti. Certo, si può discutere sulle mie supposizioni, ma è veramente difficile confutarle.
http://www.dongiorgio.it
