Mandic: tra tante belle parole manca l'idea di quale mission abbia l’ospedale

L'esordio non poteva essere peggiore, ma perfettamente in linea col personaggio: "il Giornale di Merate ha 40 anni e già sul primo numero si parlava di chiusura dell'ospedale". Chi ha la fortuna di possedere quel "pezzo raro" sa che non è affatto vero ed anzi sul terzo numero il titolo di prima pagina era "Quando i camici bianchi fanno i miracoli" con le immagini dei medici Orsolini, Canepa, Ribera e Manganini. Saranno i colleghi del Giornale a far presente la circostanza. Noi possiamo solo ribadire quanto detto tante volte: essere stato un buon assessore ai lavori pubblici non è viatico sufficiente ad assumere la carica di sindaco che richiede competenze tecniche, abilità politica, equilibrio e tempismo. Tutte doti che Massimo Panzeri, per sua stessa ammissione un soldato semplice della militarizzata Lega, stenta ad acquisire. Il guaio però è che formalmente rappresenta la città intera e facendo sponda sul suo dissennato giudizio chi può perpetra i guasti possibili al "nostro" San Leopoldo Mandic. E senza contraltare, se non da parte di voci isolate che pure durante la serata organizzata dal PD si sono fatte sentire. Poca roba, intendiamoci. I primari hanno sottoscritto quel documento sul quale sorvolare è esercizio puro di carità cristiana. Il personale medico e infermieristico parla solo a luci spente ed è comprensibile. La vetrina, come del resto avevamo previsto tra lo sbertucciare dei post dei vari piddini, è stata tutta per l'assessore Gallera, pure apprezzabile e equilibrato, e per il dg. Favini assai più spinto e deciso che in qualche momento è parso fin sopra le righe. C'è certamente una realtà sulla carta che depone a favore del mantenimento degli standard clinici offerti dal presidio ma poi c'è anche una realtà fattuale e quotidiana che spesso è ben diversa da quella teorica.

Come sia, la serata non ha dato alcuno dei risultati cui il PD si era prefissato se non quello, comunque utile, di parlare ancora del Mandic all'Assessore. Era stato così anche con i suoi predecessori, grazie soprattutto alla stampa indipendente, e un messaggio in più non fa mai male.

Il Mandic resta ospedale di 1° livello, e questo significa mantenimento del Dea, il dipartimento di emergenza e accettazione dentro cui ci sono le diverse unità operative incentrate sulla cura del paziente critico. E questa è una buona conferma. Molto negativo invece il no secco alla nomina di un direttore amministrativo - che appare sì un orientamento regionale, peraltro inspiegabile - ma del quale ancora molti ospedali sono dotati.

Dopo un anno speriamo arrivi almeno il direttore medico di presidio, portavoce al tavolo della direzione strategica delle istanze di Merate.

Ma quello che a nostro parere manca tuttora, ed è l'architrave del tema, mai toccato durante la serata, riguarda proprio la "mission" specifica del Mandic. Nessuno chiede le alte specialità riservate agli Hub ma lo sviluppo almeno di quanto proprio a Merate è stato avviato: dalla Breast unit alla Stroke Unit per la cura immediata degli ictus cerebrali. Qui si poteva sviluppare un centro di eccellenza pediatrico con la chirurgia del grande Marco Bernardi e l'ortopedica di Cristina Viganò. Ma l'uno non è stato trattenuto e l'altra alla fine ha optato per Vimercate.

L'ospedale di Merate è tale per il legame stretto col suo territorio e al di là delle disfunzioni, spesso generalizzate, è tuttora meritevole di assoluta fiducia per la qualità delle prestazioni e la familiarità al suo interno, di cui ancora il paziente gode.

Ma se c'è una strategia chiara i medici restano e si appassionano, altrimenti scelgono altre strade; che oggi non mancano di certo. Ecco, di questo si doveva parlare, del presente, di ciò che la Direzione strategica ha in animo di scrivere nel Poas, il piano organizzativo aziendale.

La nostra critica all'iniziativa del PD si incentrava proprio su questo. E loro, i piddini, ci hanno sfottuto sui social. Poi però anche i più critici, al termine della serata hanno ammesso: "Abbiamo offerto un'ottima vetrina a Gallera e Favini". Già. Bravi ragazzi!

Claudio Brambilla
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