Merate: il presente del S. Leopoldo Mandic (più che il futuro) al centro della serata con l’assessore Gallera promossa dal PD



Favini e Gallera contro tutti, nella serata di confronto sul futuro del Mandic sponsorizzata dal PD. Le rivendicazioni da una parte e i disagi di utenti e lavoratori dall'altra. Oltre al direttore generale della Asst di Lecco e all'assessore regionale al Welfare, sul palco dell'auditorium comunale di Merate c'erano Raffaele Straniero, consigliere regionale del PD; Roberto Zagni, ex primario di Ostetricia e Ginecologia; Filippo Galbiati, presidente dell'Ambito distrettuale di Merate. A dirigere il match un volto del Partito Democratico locale Giovanni Pelle. Primo a intervenire è stato Straniero che ha parlato di "segnali di depauperamento del presidio Mandic, una tendenza che non si è fermata, ma che è anzi proseguita".



Ha poi accusato l'assenza di visione e di prospettiva a tutela dell'ospedale di Merate. Ha colto l'assist Roberto Zagni che, a dispetto del programma per cui avrebbe dovuto testimoniare la sua lunga esperienza passata, si è maggiormente concentrato sugli ultimi anni e sulle possibilità di sviluppo future. "Mi colpisce il senso di abbandono e demoralizzazione da parte di chi ci lavora. Si può continuare su questa china? I giovani medici non sono stimolati a stare in un ospedale in declino. In Emilia-Romagna sono state potenziate alcune specialità per singole patologie". È questa la ricetta che ha suggerito l'ex primario, individuando alcuni reparti in cui in passato Merate si è contraddistinta. Chiara dunque la strategia per Zagni affinché il Mandic "possa tornare attrattivo come lo era prima".



A nome dell'azienda, il direttore generale ha preso le difese della sua attività, respingendo le ipotesi di sottodimensionamento o di chiusura dell'ospedale. E non ha nascosto il fastidio nel dover rassicurare nuovamente su un presidio che non sarà mai messo in discussione. "Mi sembra un po' stucchevole continuare a parlare del Mandic. Confesso di aver nutrito qualche ritrosia prima di decidere di partecipare alla serata. Da tecnico non mi piace prendere parte a iniziative di partito. Poi quando ho saputo che l'assessore regionale sarebbe venuto, ho accettato anch'io". Superando ogni barriera del pudore, in questa candida ammissione di vicinanza con la politica anziché col territorio il dottor Favini ha poi sciorinato, come era da immaginarselo, i numeri a sostegno della sua azione: gli investimenti fatti e quelli in corso per le ristrutturazioni, l'installazione di nuovi macchinari e il trend costante del personale nel lasso di tempo, in particolare del direttore medico di presidio, selezionato, di undici mesi.


Paolo Favini e Giulio Gallera

Poi la rivendicazione: "Se non volete il medioevo nella sanità, di direttori amministrativi al Mandic non ne avrete, stante la direzione Favini". Tra le migliori soddisfazioni, il direttore generale ha citato la breast unit, una equipe itinerante altamente specializzata che viaggia tra Lecco e Merate. Ma prodotta al Mandic, qui ideata e avviata nel lontano 2014 su spinta della dottoressa Carla Magni che poi ha generato anche l'associazione FareSalute, presieduta oggi dal meratese ed ex direttore generale dell'Istituto tumori di Milano Gerolamo Corno, vice presidente l'ex sindaco di Rovagnate e ex presidente di Retesalute Marco Panzeri.


Raffaele Straniero
Sottotono l'intervento di Filippo Galbiati, che ha comunque evidenziato delle criticità nel sistema regionale della sanità che non si è ancora saputo integrare con il sociale e, dunque, con i Comuni. Rivolto invece alla Asst: "Bisogna dire chiaramente se i Presst si fanno o no. Non è possibile che i Comuni continuino a sollecitare gli organi competenti. Questo è un compito che spetta alla Asst".


Roberto Zagni
Gallera, nello spazio che si è ritagliato, ha evidenziato i successi della sanità lombarda, lodando le sale operatorie di Merate tra le migliori in Lombardia. Ha ribadito con forza il pieno sostegno al Mandic: "Sono stati investiti su questo ospedale 17 milioni di euro, che sono 34 miliardi delle vecchie lire". Affezionato evidentemente al vecchio conio ha aggiunto: "Si stanno investendo due miliardi delle vecchie lire sul pronto soccorso". "Abbiamo elevato questo presidio in DEA di primo livello a dimostrazione che la Regione crede e punta sul Mandic. Ma a furia di gettare ombra sull'ospedale, un medico andrà da un'altra parte. Dovremmo essere tutti più orgogliosi di questo ospedale".



Tutti discorsi da campagna elettorale, secondo Gino del Boca, segretario del circolo PD che ha acceso i toni della serata. "Ci sono in programma 7 milioni di investimenti, ma 3 di questi sono servono per l'antincendio, che dovrebbe essere normale ed è in ottemperanza alla normativa. Sono investimenti sulla manutenzione ordinaria" ha tuonato Del Boca, che si è scagliato tra gli applausi contro un modello che va a privilegiare le strutture private. "Il polo di Merate ha scarsa attrattiva perché mancano linee strategiche" ha aggiunto il segretario del circolo meratese.


Filippo Galbiati

Tra i titoli di coda le lamentele degli utenti per un servizio al di sotto delle aspettative (le docce che non funzionano, i muri scrostati, la pulizia) e poi i mal di pancia del personale tra borbottii e sonori schiaffi: "Dottor Favini, lei non può dirci che qui va tutto bene".
Marco Pessina
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