Accadeva 30 anni fa/90 –1-15 novembre: Merate approva un imponente piano edilizio. Arrivano le risorse per il depuratore

Giovedì 2 novembre 1989, la mattina è segnata dalle sirene delle forze dell'ordine che accorrono alla filiale della Briantea dove due rapinatori hanno chiuso in uno stanzino sei impiegati e poi sono fuggiti con banconote per 70 milioni di lire. Il colpo verso le 13. In banca ci sono il direttore e gli impiegati, nessun cliente. Un uomo in tuta blu da meccanico si affaccia seguito a poca distanza da un altro individuo. Il tizio in tuta si ferma davanti al cassiere, ostenta un bel sorriso, finge di chiedere informazioni poi estrae la pistola e la punta direttamente al volto dell'impiegato. Fatta la razzia tutti i presenti vengono rinchiusi nel caveau mentre la tuta blu e il complice si danno alla fuga. Solo un'ora e mezza dopo gli impiegati riusciranno a dare l'allarme. La giornata dei morti giunge ormai al termine. Ma non il lavoro della malavita. Sono le 23, il benzinaio lungo la Statale sta chiudendo il servizio, si lava le mani nel box accanto alle colonnine e, nell'attimo stesso in cui si gira per chiudere si ritrova con una pistola puntata contro. Con voce calma il bandito scandisce "Non muoverti, stai fermo, dammi tutti i soldi". Ma il cinquantenne benzinaio non ci sta. Si lancia contro il rapinatore, ne nasce una feroce colluttazione, parte un colpo che per fortuna va a vuoto. Un furioso scambio di pugni e alla fine il bandito fugge. Pelle salvata, incasso al sicuro e venti giorni di prognosi per lesioni varie e qualche micro frattura.

Sempre nella stessa giornata l'ing. Gianluigi Bonalume, presidente del Comitato di gestione della riserva conferma che l'emergenza al lago è finita. Con la rifioritura delle alghe il livello di ossigeno è stato ripristinato. L'intervento dei tecnici dell'acquedotto e dei vigili del fuoco che con le pompe hanno "pescato" l'acqua e l'hanno lanciata in alto per ossigenarla ha evitato la moria di centinaia di pesci. "L'idrobiologo dell'amministrazione - spiegava l'assessore Albani - terrà sotto controllo la situazione e ci segnalerà di volta in volta eventuali disfunzioni del lago. Il fenomeno dell'eutrofizzazione comunque ha consentito a molti di rendersi conto della ricca fauna ittica presente in quantità inimmaginabile. Questo specchio d'acqua ci riserva continue sorprese. Sono stati avvistati enormi esemplari di carpe, tinche, lucci e anguille".

Giovanni Battista Albani e Pierluigi Bonalume


L'8 e 9 novembre il Consiglio comunale, tra tumultuose polemiche e uno scambio di accuse anche rivolte alla stampa, vara una serie di interventi edilizi di rilevante portata. Oggetto delle polemiche l'attuazione del Prg redatto a fine anni settanta e approvato agli inizi degli anni ottanta. Il cronista - lo stesso che scrive queste note - contestava la creazione di quartieri dormitorio, privi di qualsiasi servizio, adiacenti spesso a aree industriali, in una logica mirata esclusivamente al conseguimento del target previsto dallo strumento urbanistico: 18mila abitanti. Invece in quei giorni l'anagrafe ne segnalava poco più di 14mila. Quindi si doveva costruire. Ed ecco dunque la fitta programmazione edilizia. In via Sant'Ambrogio, lato sinistro direzione ospedale, poco dopo la chiesa realizzazione di 3-4 appartamenti e una unità commerciale per 1.389 metri cubi. Sempre della stessa immobiliare giunge il piano di recupero del palazzotto d'angolo tra piazza Italia e via Parini, sei unità tra residenza e commerciale per 2.517 metri cubi. Terza e ultima ristrutturazione l'area ex Fustella sempre in zona chiesa con previsione di ricavare almeno 6 unità tra alloggi e negozi. La battaglia in Aula ci concentra sui punti che riguardano nuove edificazioni. Via Cerri si prevede l'aggancio definitivo con Robbiate mediante la realizzazione di un complesso di 38 appartamenti, 52 box e alcune unità commerciali. Il tutto per 17.255 metri cubi ripartiti in 7 corpi di fabbrica. Il secondo piano di lottizzazione riguarda la zona di via Donizetti, verde fino alla fine degli anni settanta e poi sommersa dal cemento. Le varie cooperative - Merate 75, Merate 88, Albaverde ecc. - hanno presentato un piano per 39 appartamenti in due lotti per 12.537 metri cubi. In via XXV Aprile il progetto di sviluppo prevede la realizzazione di 12 villette per quasi 13 mila metri quadrati di superficie interessata. Infine l'Aula approva il piano artigianale di via Campi, altra zona che fino a pochi anni prima era interamente agricola. Insomma due sedute ad altissima concentrazione edilizia. Il segno dei tempi ancora pervasi dalla voglia di espansione, come negli anni settanta quando dal piano di fabbricazione si passò al primo piano regolatore generale e, soprattutto, quando - come controbatté il cronista all'ing.Zappa - ancora non si parlava di inquinamento acustico e atmosferico, di problematiche connesse all'ambiente e al consumo del suolo. Una generazione ragionava ancora sul passato, un'altra cercava a fatica di guardare al futuro.

L'ing. Luigi Zappa


Problemi di viabilità affliggono invece Brivio. Soprattutto da quando il ponte San Michele è interdetto ai mezzi pesanti. Lungo la statale 342 le colonne di camion sono imponenti e anche il ponte fatica a reggerne il peso. In Aula è la stessa maggioranza a rivolgersi alla Giunta presieduta dal sindaco Ferdinando Massironi affinché si faccia qualcosa per porre rimedio alla situazione. Ma al di là di una nuova segnaletica al ponte di Brivio per i mezzi pesanti della zona non ci sono alternative.

Ferdinando Massironi


A Verderio Superiore invece le minoranze accusano il sindaco Armando Villa di boicottare il referendum per l'unificazione con Inferiore come richiesto dal sindaco Bruno Mapelli. Villa, entrato in Consiglio comunale nel 1951 non è intenzionato a riporre i gonfaloni, punta a attuare l'associazione tra comuni come previsto dalla riforma degli enti locali. Regione, provincia e comune di Milano lanciano il grande progetto denominato "Linea leggera". La linea verde della metropolitana, si legge nella cronaca del tempo "..... avrà due terminali in Brianza..." uno a Vimercate e l'altro a Arcore. I due punti cardinali del cosiddetto "piano direttore" - approvato i primi giorni di novembre del 1989 dalla Giunta del Pirellone d'intesa con Provincia e comune di Milano - dovevano essere dotati di aree di interscambio modale per consentire alle decine di migliaia di pendolari provenienti dall'area vimercatese, meratese, casatese e trezzese di lasciare l'auto e salire sulla linea leggera. Il collegamento con Vimercate doveva avvenire attraverso un nuovo tronco da Cologno. A Arcore il collegamento di superficie avrebbe dovuto seguire il percorso ferroviario per poi scendere in galleria alle porte di Milano e agganciarsi probabilmente al nodo di piazzale Loreto. L'assessore regionale del tempo, Claudio Bonfanti, assicurava che erano già in corso trattative con un privato per acquisire un'area di 70mila mq. a Arcore da destinare a interscambio modale. E che non sarebbero stati necessari capitali privati. L'opera secondo i progetti originali poteva essere conclusa con la fine del secolo. Il XX°. Ma a un quinto del XXI° ancora nulla si vede.


Se nelle alte sfere istituzionali si viaggia con la fantasia, in città si sta con i piedi ben piantati per terra. Una terra speciale, quella delle grandi ville private: Cornaggia, Biffo, Subaglio, Brivio per un totale di oltre mezzo milione di metri quadrati. Il Consiglio comunale, con i voti della Dc e dell'unico esponente del Msi, contrario il PCI, astenuto PRI e PSI, approva la variante di Piano regolatore che di fatto accoglie le istanze dei proprietari allo scopo di fermare il degrado delle dimore patrizie e recuperare la bellezza decaduta dei parchi.

In due lunghissime e combattute sedute dell'8 e 9 novembre passa il programma che comporta la concessione di ristrutturazioni e sostituzioni edilizie in villa Biffo con destinazioni anche diverse dalla residenza, l'ampliamento con nuova volumetria tra Villa e cascina Cornaggia al Vedù, la sistemazione del Subaglio. A relazionare in Aula è l'ing. Zappa nelle vesti di assessore all'urbanistica, sostenuto dal capogruppo Dc Gianluigi Bonalume. Dall'altra parte a contrastare il piano, redatto dall'ing. Viganoni e chiedere più chiarezza sono Alberico Fumagalli per il Psi, Renato Cazzaniga per il Pci e Attilio Biondi per il Pri. D'accordo con la Dc, invece, il missino Renato Crippa.

Antonio Cova


Dal Ministero dell'Ambiente arriva la notizia dello stanziamento di 10 miliardi e 186 milioni al Consorzio acquedotto di Merate presieduto dall'ing. Antonio Cova. "Adesso - commenterà il Presidente alla conferma della notizia del contributo - potremo finalmente dare il via ai nostri programmi che prevedono un grande depuratore a Osnago vicino alla ferrovia, capace di smaltire inizialmente scarichi pari a 25mila abitanti equivalenti". I Comuni dal canto loro avevano già predisposto risorse per oltre 2 miliardi di lire per costruire il tronco fognario dal vecchio depuratore di Cernusco a quello progettato. Così anche Osnago cesserà di scaricare i liquami nel Molgora.  

90/continua
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