Merate: la vergogna dello stagno S. Rocco. Camicie verdi faranno meglio delle azzurre?

Merate,21/9/2018
Alla c.a. ASSESSORE ECOLOGIA
Comune di Merate

Avv. MASSIMILIANO VIVENZIO

OGGETTO: question time – interrogazione a risposta immediata ai sensi dell’art. 53 del “Regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari” del Comune di Merate, relativamente a:  LAGHETTO DI SAN ROCCO
 
Rilevato che da parte dell’assessore competente nonché dal Sindaco è stato più volte annunciato un accordo per la gestione da parte dell’Ente comunale del laghetto di San Rocco, attualmente di proprietà privata e da anni in stato di totale incuranza
 
L’interrogante chiede: se tale accordo è stato perfezionato, in quale forma ed eventualmente per quale durata
 

Il consigliere comunale
Massimo Panzeri

Questa interrogazione a risposta immediata (question time) era stata proposta, come si rileva dalla scheda sopra, contenuta nell'articolo resoconto del Consiglio comunale del 24 settembre 2018, da Massimo Panzeri che all'epoca era capogruppo di minoranza, Lega.

Ebbene ora è Sindaco della città, è in grado di darsi e darci una risposta?

Perché se l'accoppiata azzurra Massironi-Vivenzio nei tre lunghi anni di trattativa non ha portato a casa alcun risultato c'è da sperare che le camice verdi, tendenti ormai al nero, Panzeri-Robbiani debbano legittimamente far seguire ai proclami, fatti concreti. E' vero che sull'esempio della "bestia" - che sondando gli umori popolari ha portato la Lega ad essere il primo partito - tanti "faremo" hanno riempito un programma elettorale risultato premiato dai meratesi più sulla spinta nazionale che sull'appeal locale ma ora è tempo di risultati.

E diciamolo, ancora non se ne sono visti in questi primi 5 mesi se non l'attuazione assai contestata e non priva di aspetti ancora da chiarire della mattanza di 130 alberi a fronte della cinquantina, forse meno, piantati domenica da uno sparuto drappello di volontari.

Ebbene signori leghisti ci aggiornate sul caso "Stagno di San Rocco". No perché sapete non vorremmo che si ripetesse il disastro del 1981 quando nella notte tra il 10 e l'11 febbraio mani note fecero seppellire letteralmente sotto tonnellate di terra e sabbia il bellissimo laghetto di Novate.

E nonostante le ordinanze di ripristino vinse il più forte o, se preferite, perse il più debole, perché evidentemente non aveva intenzione di condurre una battaglia di legalità.

Lo stagno deve essere acquisito al patrimonio pubblico e reso disponibile a tutta la popolazione, soprattutto a quella scolastica per scopi didattici. E se le trattative non conducono a nulla, come da anni a questa parte, le camice verde-nero infilino gli stivaloni e emettano ordinanze di messa in sicurezza come aveva minacciato di fare - ma senza farlo - l'ex assessore Vivenzio. O si avvii una pratica di esproprio per pubblica utilità.

Ma si faccia qualcosa. Quella vergogna deve finire.

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