Merate: capire e affrontare il coming-out del figlio. Il percorso per trovare serenità

L'associazione Dietro la Lavagna,  finalizzata a dare sostegno alla scuola meratese ed alla promozione sociale di genitori e cittadini, in collaborazione con il Centro Psicopedagogico di Daniele Novara e l'associazione A.ge.d.o. (Associazione Genitori di Omosessuali), ha organizzato nella serata di venerdì 15 novembre l'incontro "Il genitore davanti al coming out del figlio - alla ricerca della propria identità - riconoscersi, rispettarsi, ed essere rispettato".

Come spiegato dalla presidente di "Dietro la Lavagna", Patrizia Riva "In una società completamente trasformata ci troviamo spiazzati davanti alle scelte dei nostri figli ed è quindi necessario trattare temi come la possibile diversità sessuale. Tutti noi vorremmo avere un supporto di fronte a decisioni che possono essere dirompenti e avere un confronto per evitare di cadere negli stereotipi". Il ruolo di A.ge.d.o. è proprio quello di aiutare e guidare anche i genitori di coloro che fanno coming out, in un percorso diverso per ciascuno, che sarà comunque tortuoso e in salita. Come spiegato da Dolores De Marco, presidente della sezione di Como-Lecco, questa è un' associazione che nasce per merito di una mamma di Verbania, che assieme a suo figlio nel 1991 ha sviluppato l'idea di aiutare i genitori nel comprendere l'orientamento sessuale dei figli. A guidare su quali possano essere i dubbi ed i malesseri di chi fa coming-out ed il percorso che solitamente, secondo l'esperienza, i genitori intraprendono di fronte alla dichiarazione del figlio  è stato Salvatore Mirante, vice-presidente di A.ge.d.o. Milano: "Essere informati su tale tema, anche prendendo in causa famiglie che non hanno figli omosessuali, aiuterebbe coloro che sono impreparati e che fanno più fatica ad accettare in quanto in quel momento ci si sente spiazzati per la mancanza di conoscenza. Prima del coming out del genitore vi è quello del figlio che prende consapevolezza delle sue caratteristiche, deve imparare a volersi bene e prepararsi ad affrontare i blocchi che purtroppo la società ancora ci impone. Il coming out nei confronti delle famiglie arriverà dopo e normalmente avviene nei modi più disparati: può essere preparato, spontaneo oppure accadere a seguito di un'indagine dei genitori e le sensazioni dei famigliari sono le più diverse"

Salvatore Mirante e il genitore di un ragazzo omosessuale


Mirante ha poi continuato: "La rappresentazione logica del percorso che si intraprende è la seguente. Inizialmente vi sono le prime reazioni emotive naturali e spesso negative come il rifiuto, la paura per il figlio, il dolore, la rabbia e il disagio. Successivamente vi è la ricerca sul tema delle differenze di sessualità, si tenta di avere un approccio più cognitivo, poi arriva una seconda ondata di emozioni nella presa di coscienza che l'omosessualità non è una fase ma una qualità del proprio figlio che lo accompagnerà per tutta la vita. Nel momento in cui le emozioni lasciano spazio alla comprensione si va alla ricerca di risposte e di aiuto, con qualcuno che conosca il "problema", come associazioni o anche amici e parenti e proprio in questo momento entra in azione A.ge.d.o."

Il percorso prosegue poi per gradi come ha spiegato il relatore. Dopo una messa in discussione di se stessi, se il comportamento di paura e disagio adottato inizialmente sia stato corretto, c'è una prima risposta positiva provvisoria alla situazione tramite una mediazione tra ragazzo/a e famiglia; la seconda fase prevede l'accettazione, un aprire le porte a colui che ha un orientamento sessuale diverso a quello tradizionale. E fine l' ultima risposta definitiva è l'accoglienza che significa sentirsi uguali nella dignità e nel rispetto, aiutare coloro che sono in difficoltà, impegnandosi anche nel sociale. "Spesso sono necessari molti anni prima di accogliere fra le proprie braccia il figlio così come esserne fieri" ha concluso Mirante.
S.Mi.
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