Merate: la commemorazione del IV novembre con il monito a ricordare 'errori e orrori del passato'. Panzeri cita Kennedy

Nonostante con un pizzico di ottimismo questa mattina in Piazza degli Eroi fossero stati posizionati il tricolore e la postazione con il microfono per il discorso del sindaco, ci si è dovuti arrendere al maltempo e così attorno alle 10.30 bandiere e attrezzature audio sono state traslocate nell'auditorium municipale.


La ricorrenza dell'unità nazionale e delle forze armate, che cade il 4 novembre e anticipata ad oggi nelle celebrazioni ufficiali, è iniziata a Merate con la Santa Messa in parrocchiale. Presenti i rappresentanti delle istituzioni civili e militari nonché le associazioni. Nel corso della sua omelia il parroco don Luigi ha invitato a "fare pulizia" delle immagini sbagliate di Dio e a riappropriarsi del ritratto di un Padre attento a ciascuno, che asciuga le lacrime su ogni volto e che, in modo gratuito, dà fiducia e viene incontro all'uomo.

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Annullato il corteo a causa della pioggia battente, la cerimonia in forma più dimessa si è tenuta nell'auditorium comunale. Mentre la banda intonava le note del silenzio e dell'Inno di Mameli, subito seguite da quelle della leggenda del Piave, nel parchetto delle rimembranze veniva issato il tricolore.

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Il sindaco Massimo Panzeri, il capitano della compagnia carabinieri di Merate Domenico Cerminara,
il comandante di stazione luogotenente Edonio Pecoraro

Al suo primo discorso in qualità di sindaco, Massimo Panzeri ha invitato a ricordare gli "errori e orrori del passato che hanno reso evidente che qualsiasi guerra è un'esperienza da non ripetere" ribadendo inoltre come le istituzioni con l'aiuto delle famiglie debbano "trasmettere principi e valori specialmente ai più giovani per il rispetto e l'amore della Patria".

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Alle legittime aspirazioni di maggiore autonomia e più ampie competenze per gli enti locali, che emergono in un periodo storico come questo, Panzeri ha ricordato come, pur condivisibili, questi disegni non mettano mai in dubbio l'unità nazionale e non tradiscano i valori della solidarietà che contraddistinguono il popolo italiano.

"Al centro del nostro agire deve esserci il bene comune e il modo migliore per onorare i caduti è impegnarsi in prima persona quotidianamente in nome dei diritti ma anche e soprattutto dei doveri. Abbiamo bisogno di uomini e donne che diano il loro contributo per cambiare in meglio la società in cui vivono, che ritornino a parlarsi guardandosi negli occhi e non solo tramite messaggini, che dedichino parte del loro tempo alle persone in stato di bisogno".

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E sulla celebre frase di John Fitzgerald Kennedy "Non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese", Panzeri ha congedato i presenti e chiuso la cerimonia.
S.V.
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