Verderio: sgomento per il ritrovamento del feto tra le griglie del depuratore. Indagini dei carabinieri anche tra gli ospedali

C’è sgomento per il ritrovamento del feto di un bambino nel depuratore di Verderio. La notizia, che si è presto diffusa raggiungendo anche la ribalta dei tg nazionali, è stata appresa nella sua crudezza e drammaticità e ora resta da capire se le indagini potranno portare a risalire all’identità della madre e quindi a ricostruire l’accaduto. Indagini tuttavia che si presentano particolarmente complesse per via dell’ampiezza del territorio cui afferiscono i condotti delle acque che poi si riversano nel depuratore di Via dei Bacilli. Nell’impianto situato a sud del paese, al limitare con la provincia di Monza e brianza, subito dopo la piattaforma ecologica, infatti arrivano gli scarichi di tre comuni (Verderio, Robbiate e Paderno) quindi con utenze abitative e industriali/commerciali per un bacino di popolazione che si aggira attorno ai 20mila abitanti.

Il depuratore di Verderio

Da uno scarico fognario di casa oppure da un tombino, nel caso fosse appurato il gesto volontario della madre, potrebbe essere arrivato il feto ritrovato martedì mattina da un operatore di Lario Reti Holding, la società che gestisce l’impianto.

Qui un addetto alla manutenzione degli scarichi mentre ripuliva le griglie, ha notato una sagoma di una decina di centimetri con alcune protuberanze. Uno sguardo più attento e all’uomo si è gelato il sangue: tra  fazzoletti, tubetti, assorbenti e rifiuti addossati alla griglia dello scarico c’era un feto con parte delle manine e delle gambe già formati, segno di diverse settimane di vita. Immediata la chiamata al 112. Sul posto sono giunti i carabinieri di Merate e personale dell’ATS. L’area è stata cinturata per consentire il recupero del corpicino e affidarlo poi all’anatomopatologo dalle cui analisi potrebbe arrivare qualche elemento utile per capire se possa essersi trattato di un aborto spontaneo con l’espulsione del feto o si debba ipotizzare altro. Le indagini dei militari sono a tutto campo e si sono allargate anche a ospedali e cliniche per verificare che non ci siano stati ricoveri o richieste di cura da parte di qualche donna, reduce appunto da una gravidanza terminata male.

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S.V.
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