Merate: Robbiani torna in cattedra e dà lezioni di tecnica e di politica

L’avvertimento, dal tono vagamente minaccioso (“non faremo sconti”) pronunciato da Aldo Castelli all’indirizzo del neo sindaco Massimo Augusto Panzeri durante la seduta di insediamento, si è già stemperato in sorrisi e salamelecchi (inchini no, per via dell’arredamento che non concede spazi di manovra). Nulla di inaspettato. Il capogruppo di “Cambia Merate” è cresciuto politicamente alla scuola di Marcello Basosi, in casa socialista. Ma dal toscanaccio ha appreso soltanto la dialettica e la gestualità. Non certo la grinta e la voglia di dedicare tempo e fatica per svolgere al meglio un ruolo che nessuno gli  ha imposto ne sollecitato. Sulla questione della manutenzione del verde pubblico la minoranza aveva presentato un question time – domanda a risposta diretta prima del Consiglio comunale – e una interrogazione. Come previsto, Castelli ha lasciato all’avvocato Roberto Perego il compito di gestire il confronto, pur avendo annunciato un ottimistico “stasera ci divertiamo” prima di entrare in aula. E in effetti il divertimento c’è stato ma a senso unico. Andrea Ambrogio Robbiani ha fatto da mattatore potendo contare su un’ottima dialettica – capace anche di aggirare domande insidiose  – e su una documentazione copiosa predisposta per la bisogna. L’avvocato civilista, non avvezzo quindi agli scontri dei penalisti, ha subìto l’offensiva dell’ex sindaco leghista, perdendosi in descrizioni di singole piante quando il corpo centrale dell’intervento avrebbe dovuto essere la ricostruzione delle vicende legate all’appalto, segnate da una serie di determine tecniche – ma si presume con l’avallo politico – che hanno incrementato l’importo di 416mila euro col quale l’azienda l’1 settembre 2016 si era aggiudicata la gara (a titolo esemplificativo la numero 169 e 183 del 2018 e 147 del 2019 fino alla proroga del contratto scaduto il 31 agosto e rinnovato dalla Giunta attuale sino al 31 dicembre prossimo con determina 96 del 5 agosto, per  56mila euro). Peraltro era stata la stessa azienda con documento protocollato il 15 novembre 2018 nr.38323 a stilare l’elenco delle piante che poi essa stessa avrebbe abbattuto (importo  39.990 euro, sotto la soglia di 40mila euro che permette l’affidamento diretto seppure adeguatamente motivato). Si parta dall’assunto che tutto è stato effettuato a norma di legge, per essere chiari ed evitare fraintendimenti. Ma sul piano politico il consigliere di minoranza avrebbe dovuto seguire il filo della vicenda attraverso gli atti amministrativi anche per far comprendere meglio al folto pubblico da dove si è partiti e come si è giunti ai giorni nostri con una mattanza mai vista nei decenni passati (salvo i casi di trombe d’aria). Robbiani ha spiegato che successivamente le piante qualificate di classe D, cioè da abbattere perché irrimediabilmente ammalorate e quindi pericolose sono state esaminate  da un agronomo di fiducia del Comune che, a quanto pare, avrebbe confermato l’inevitabilità di eradicare 130 alberi sui 2.080 censiti in città. Il tema ha impegnato la gran parte del Consiglio comunale del 31 ottobre ma tra le tante domande rimaste a mezz’aria neppure a quella più banale è stato risposto: che fine faranno le tonnellate di legna tagliate di varie essenze alcune anche di pregio?

Per tornare a sedere tra i banchi della maggioranza questo centrosinistra dovrà imitare il PD: evitare le elezioni e allearsi con gli avversari. Ma se ne riparlerà nel 2024.

Intrigante invece l’esordio di Massimo Augusto Panzeri, il cui dinamismo che spazia un po’ in tutti i settori renderà ridondante il primo nome e superfluo il cognome. Prima di dare la parola alla minoranza per il question time il Sindaco ha tenuto a precisare come si sia addivenuti alla nomina unanime del Consiglio di amministrazione di Retesalute. Innanzitutto ha rivendicato il diritto di agire in autonomia all’interno della Conferenza – e infatti della candidatura da lui proposta nessuno sapeva nulla – e poi ha sottolineato come l’azienda speciale abbia bisogno di manager. Non ha fatto nomi, Augusto, ma ha lasciato intendere che l’amico d’infanzia proposto, ossia Marco Stocola appartenga a questa categoria. Ora noi leviamo tanto di cappello a chi, come Stocola, si dovrà impegnare a fondo senza retribuzione alcuna. Ma posto che l’attività più nota rilevata dal curriculum è quella di ex addetto al marketing della Magnetti prefabbricati occorre distinguere tra manager e manager. Trattare laterizi non è la stessa cosa di gestire come massimo organo di governance aziendale l’assistenza agli anziani, la tutela dei minori, la protezione dei fragili. Secondo il Sindaco, inoltre, non ci fu spartizione partitica: infatti tre consiglieri sono in quota al centrosinistra e due al centrodestra. Proprio quello che succederà lunedì per il rinnovo del Consiglio del Parco del Curone, con accordi già presi  contro i quali Augusto Panzeri ha scagliato accuse di spartizione vergognosa delle cariche. Ma caro Sindaco, non è la stessa cosa che indicare un amico per una carica o scegliere un segretario comunale che operava in un comune a guida leghista fino a quando le elezioni hanno portato il centrosinistra in maggioranza? E’ prassi che si nominano amici e conoscenti, alcuni con competenze altri solo per l’appartenenza. Non c’è nulla di illecito. Per trovare la quadra in Retesalute si sono sacrificate tre delle persone più esperte di questioni socio-sanitarie di cui dispone il territorio. E qualcosa del genere accadrà per il Parco del Curone. Alla fettina di torta nessuno rinuncia. Neanche il primo imperatore romano. Senza che ciò susciti scandalo o faccia gridare alla spartizione.
Claudio Brambilla
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