Merate: 'lezione' ai genitori col pedagogista Daniele Novara. 'Urlare non porta a nulla, ai bimbi serve il dialogo educativo'

Quando si prende un campione di circa 200 genitori e si chiede loro di alzare la mano nel caso in cui non avessero mai ripreso i loro figli urlando, la maggior parte di loro - praticamente tutti a dire il vero - rimane immobile. Un test dall'esito scontato che il dr. Daniele Novara, pedagogista di fama nazionale e ideatore della ''Scuola Genitori'', iniziativa attivata nel 2010 nella sua città natale, Piacenza, e poi diffusa anche in altre città italiane, ha riproposto al nutritissimo pubblico di mamme e papà meratesi che hanno partecipato ad un incontro che lo ha visto protagonista lunedì sera, 21 ottobre, proposto dall'associazione ''DietroLaLavagna'' nell'auditorium comunale.

I pedagogisti Marta Versiglia e Daniele Novara con Patrizia Riva, presidentessa di DietroLaLavagna

''Non dovete vergognavi se urlate'' ha poi commentato per rincuorare i genitori coinvolti. ''Sarebbe molto più grave se vi venisse il dubbio di non avere sgridato abbastanza i vostri figli''. Proprio perché il compito del sodalizio meratese che ha organizzato l'iniziativa - prima di due conferenze nell'ambito di ''Dalla parte dei genitori'', che prevede anche tre laboratori - è da sempre quello di ''aiutare mamme e papà affinchè seguano un percorso di consapevolezza genitoriale e non si affidino soltanto alle loro sensazioni'', come ricordato in apertura di serata dalla presidentessa Patrizia Riva, allora stabilire che genere di intervento è più efficace per gestire la maggiorana dei bambini, che solitamente prendono la vita in modo più operoso e meno razionale degli adulti, è uno delle prime cose da fare per essere il più consapevoli possibile. E non c'è niente di più emotivo che redarguire il proprio figlio urlando.

Il dr. Daniele Novara

''Diciamo che oggi tutti i genitori urlano perché c'è più emotività di un tempo'' ha spiegato il pedagogista. ''Se si urla troppo durante l'infanzia la cosa può essere controproducente: avviene quello che gli americani chiamano 'verbal aggressiveness', un'aggressione verbale che crea instabilità nel bambino, depressione e un generale aumento di diagnosi psichiatriche in età adolescenziale. Se la maestra urla sistematicamente con i vostri figli potete richiedere dei controlli''.

VIDEO


Il dr. Novara ha però chiarito sin da subito che a suo avviso al giorno d'oggi vi è un certo eccesso nel diagnosticare patologie mentali in giovani che hanno semplicemente bisogno di più tempo per evolversi a livello psicologico rispetto ai loro coetanei. ''La grave tragedia di questi tempi è che non esistono più gli alunni difficili'' ha proseguito l'esperto. ''A lungo hanno fatto la fortuna di noi pedagogisti. Ora ci sono una serie di patologie per cui i più fortunati sono i neuropsichiatri. Ma forse converrebbe a tutti che la buona sorte tornasse a chi la possedeva prima, e così anche gli alunni difficili''. Troppi genitori, secondo il dr. Novara, credono che educare sia una questione di amore e istinto anziché una concatenazione di decisioni operative.

''E' ovvio che si fanno figli per stabilire una condizione relazionale di amore con loro, ma l'equivoco è pensare che questo debba coinvolgere anche lo spazio educativo che è tutt'altro, è organizzazione e saper dare delle scelte ai figli, mantenendo la debita distanza'' ha spiegato. Troppa emotività, dunque, spinge i genitori di oggi ad essere più fragili dal punto di vista educativo. ''Fragili a tal punto che avete bisogno di scuole genitoriali, cosa che se dite ad un nonno vi dirà che avete dei problemi''  è stato il commento ironico del pedagogista. ''Eppure oggi siete preparatissimi e informatissimi, siete iscritti a gruppi di mamme e papà e seguite blog dai nomi più improbabili. Questo però non vuol dire che abbiamo rafforzato il nostro ruolo di genitori, tutt'altro. Negli ultimi trent'anni abbiamo assistito ad una spinta sul versante narcisistico della genitorialità, proiettando sui figli un'istanza di preziosità che nei tempi andati non si era mai vista''. Nessuno come queste generazioni di genitori, secondo il pensiero dell'ospite di ''DietroLaLavagna'', aveva mai investito sui propri figli come fossero ''oggetti di preziosità assoluta, da tenere in contesti di preservazione più di educazione''.

''Oggi si ha quasi paura a farli giocare tra loro perché si 'sbucciano' e si preferisce farli giocare ai videogiochi, senza accorgersi che così si 'sbucciano' il cervello'' ha proseguito nella sua analisi il dr. Novara, passato quindi a riallacciarsi al principio di partenza che mira in buona sostanza a rimuovere le urla nel sistema educazionale parlando di alcuni miti da sfatare una volta per tutte per il bene dei genitori. Il primo è quello dei bambini che devono ascoltare sempre il loro genitore, cosa non vera dal momento che il loro pensiero, ha spiegato il pedagogista, è ''molto operativo e più pratico''. ''Non capiscono perché devono prepararsi lo zaino, perciò preparatelo insieme a loro qualche volta, e poi lo faranno anche da soli''. Il secondo è il mito del giocare con i figli è un obbligo. ''I bambini - ha spiegato il dr. Novara - devono giocare con i loro coetanei''. E poi viene il mito per cui bisogna sempre chiedere loro un parere, come se un bimbo di pochi anni sapesse decidere che cosa è meglio che lui e la sua famiglia facciano in un determinato momento. E poi ancora quello del dialogo ad ogni costo. ''Se un adolescente non vi vuole parlare è normale, se non parla dei suoi problemi per una settimana un genitore dovrebbe essere solo contento'' ha proseguito. Quinto, il mito dei nativi digitali, per cui è impossibile impedire ai bambini di possedere uno smartphone. In questo caso l'ospite della serata ha fatto riferimento allo scrittura. ''Stare su una tastiera è una nefandezza dal punto di vista educativo, specialmente perché il movimento che si fa con una penna per scrivere è importante a livello psicocognitivo per un bambino''.

Penultimo mito sfatato dal dr. Novara quello di non controllare i bambini abbastanza, fatto che non dovrebbe sussistere in quanto l'unico obbiettivo del genitore dovrebbe essere quello di accompagnare i loro figli verso una sempre più totale autonomia. E infine il mito di capire se ha un disturbo e di portarlo subito a farlo vedere ad uno psicologo. ''C'è uno studio in Lombardia - ha spiegato il pedagogista - che non è mai stato finanziato e che spiega di come i bambini anticipatari o nati tra novembre e ottobre hanno il doppio di possibilità che vengano classificati ipercinetici. La verità è che servirebbero meno neurodiagnosi e più pazienza nei confronti di individui semplicemente più lenti''. E tutto ciò crea dunque quello che il dr. Novara ha definito ''il genitore urlante'', ''in balia dei propri stati d'animo''. Il consiglio fornito dallo specialista è quello di essere, dunque, il più concreti ed essenziali possibile, lasciare tempo al tempo e stabilire quale è l'età più adatta per operare dei cambiamenti nelle abitudini e in particolare coltivare un dialogo educativo con l'altro genitore, essere una squadra prima di tutto tra papà e mamma, tra i quali ci devono essere regole condivise e una consultazione reciproca e costante.
Alberto Secci
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.