Il dott. Ezio Aceti ospite della Casa Circondariale di Lecco

E’ stata una mattinata insolita quella che martedì 15 ottobre si è svolta all’interno della Casa circondariale di Lecco. Un nutrito gruppo di detenuti ha infatti incontrato il dott. Ezio Aceti, uno specialista fuori dall’ordinario e per certi versi unico nel suo genere. In un paio d’ore intense e toccanti Aceti ha trattato un tema complesso e impegnativo: “Paura e libertà: quale via per l’autonomia”.
L’iniziativa voluta e sostenuta dalla direttrice, dott.sa Antonina D’Onofrio, è stata resa possibile grazie alla collaborazione con l’associazione “Un Villaggio per educare APS” che ha voluto portare, in un luogo spesso dimenticato e ai margini dell’interesse generale, l’esperienza della rassegna “Pe rfare un Bambino ci vuole un Villaggio”, iniziativa ormai giunta alla sua V° edizione.
Presenti anche diversi volontari e docenti del CPiA ed una piccola, ma significativa rappresentanza della società civile e dell’associazionismo operante nella città di Lecco: Marina Ghislanzoni dell’Ufficio scolastico provinciale, Angela Lamberti del Coordinamento di Leggermente, don Eusebio Stefanoni rappresentante del Decanato di Lecco, Rosario Corti Presidente del Centro di Aiuto alla Vita di Lecco, Manuela Ponti psicologa giuridica e Gualtiero Raimondi Cominesi Presidente de Un Villaggio per educare APS.
Ognuno di noi qui presenti ha una sua storia personale, una famiglia, dei genitori, dei figli. Qualcuno di noi potrebbe essersi reso responsabile di aver dato via a eventi aggressivi, di aver procurato del male, ma nello stesso tempo può vantare di aver vissuto esperienze positive, di amicizia, di condivisione e solidarietà. “Non esistono i mostri” a sottolineato Aceti, ma “azioni sbagliate e mostruose”.
Tutti noi, viviamo in uno stato di ansia, una sorta di ferita che ci rende inquieti e ci spinge a diventare grandi, e avvertiamo un senso di fallimento. L’ansia va gestita, perché altrimenti si trasforma in “senso di colpa”.
Dobbiamo togliere e toglierci di dosso le idee sbagliate su di noi e sulle persone: i pregiudizi. “Non esiste il carattere brutto o il carattere bello. Se divento maturo e padrone di me stesso, il mio carattere diventa bellissimo”, cioè capace di essere generatore di un positivo per me e per gli altri.
Siamo tutti animati da un desiderio di riscatto, di libertà e di realizzazione di sé e tutti noi dobbiamo misurarci con i nostri istinti e le nostre emozioni. Occorre un’educazione delle emozioni fin dalla tenera età, perché la “rabbia” può far male, ma se ben gestita, può trasformarsi in determinazione e azione per raggiungere certi obiettivi, ha proseguito Aceti.
“Quando nasciamo abbiamo dentro di noi cinque cromosomi, quelli che definisco i cromosomi dell’umano”:

1)      siamo relazione: non possiamo vivere senza gli altri;
2)      siamo “programmati” per l’amore;
3)      il vero genera gioia e il falso tristezza;
4)      è sempre possibile ricominciare
5)      siamo persone “finite” aperte “all’infinito”.

“Dobbiamo ammalarci di positivo” ha affermato il relatore, invitando i presenti a non drammatizzare mai le situazioni, ad esercitare la tolleranza verso di sé e gli altri, a ricominciare sempre senza farsi abbattere dallo scoramento e a esercitarci a guardare in positivo noi stessi e gli altri, per poi concludere indicando il “nemico” contro cui dobbiamo combattere la nostra battaglia quotidiana: lo “scoraggiamento”.
“Non siamo lo sbaglio che facciamo: siamo anche quello che vogliamo essere!” ha affermato Aceti a conclusione del suo intervento.
Numerose, sentite e partecipate sono state le domande rivolte dai presenti da “Mi spiega che cosa è l’invidia e cosa è il tradimento?”, “Spesso vivo una situazione e momenti di apatia, come posso affrontare questi momenti”, “Come si fa a non portare rancore?” …. a “Può essere una medicina l’ironia?” a testimonianza di una iniziativa che ha saputo cogliere nel segno e interpretare le esigenze e i bisogni dei presenti. Un lungo applauso, accompagnato dalla richiesta a più voci di poter avere il dott. Aceti ospite almeno una volta alla settimana, ha concluso una mattinata che sicuramente resterà negli occhi e nel cuore di tutti i presenti.
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