Retesalute: lista unica per il CdA, un buon risultato politico o una scelta al ribasso?

Se l'obiettivo era giungere a una lista unica per il nuovo Consiglio di Amministrazione di Retesalute, è stato conseguito. Se per arrivare alla lista unica ha prevalso la mediazione fra partiti rispetto alla scelta delle migliori competenze disponibili sul territorio lo vedremo nel corso dei prossimi mesi. Anzi, già dalle prossime settimane quando, prima si dovrà predisporre il bilancio e poi si dovrà riprendere la pratica ampliamento. Pratica che ha visto Marco Panzeri dedicare decine e decine di sere a incontrare i sindaci dei comuni che da Besana arrivano fino a Carate raccogliendo ben nove adesioni. Ora, quel lavoro disinteressato, che all'ex sindaco di Rovagnate e ex presidente di Retesalute costò tempo e denaro, è stato portato dai detrattori come ragione per porre il veto sulla sua candidatura. Sarebbe davvero utile capire quali sindaci hanno posto il veto perché così risulterà chiaro chi vuole la crescita dell'azienda speciale pubblica e chi la lenta agonia. Un'azienda del genere deve crescere per fare massa critica e offrire così maggiori e migliori servizi a costi competitivi. Noi possiamo solo avere sospetti ma parecchi altri primi cittadini sanno con certezza chi ha bloccato la candidatura di Panzeri. E quindi in quale parte dello scacchiere provinciale sono disposti.

Così come coloro che hanno prima sostenuto Giacomo Molteni e poi si sono adeguati accettando il veto di qualche sindaco che ne detestava l'autonomia, nonché la provenienza storica dalle file del Psi. A memoria ricordiamo che più dei craxiani erano i comunisti a diffidare dei socialisti dell'area lombardiana. Chi ha memoria e voglia di approfondire potrà arrivare a individuare i detrattori di Molteni con ragionevole certezza.

E veniamo a quelli che avrebbero dovuto essere i protagonisti di questa partita: Filippo Galbiati sindaco di Casatenovo e Massimo Panzeri sindaco di Merate. Fra i due comuni si era creato negli anni un asse importante che ben faceva sperare nello sviluppo della collaborazione tra i due circondari. Ma andato in pensione Andrea Massironi, l'asse di fatto si è spezzato. Non siamo ovviamente in grado di attribuire il peso percentuale della responsabilità di tale rottura. Ma di certo, venuta meno l'abilità politica di Massironi, che da uomo del centrodestra ha sempre posto Merate al centro della sua politica e non certo un partito, alla prima prova del fuoco l'accordo è saltato. Filippo Galbiati si è rivelato ingenuo o ambizioso, dipende dai punti di vista, accettando la presidenza della conferenza dell'ambito distrettuale e difendendo poi la vice presidenza in capo a Laura Pozzi di Missaglia. Controllando i vertici dell'ambito, il casatese nulla ha più potuto pretendere e difatti i cinque esponenti del nuovo CdA di Retesalute sono meratesi. Per mesi Galbiati ha sostenuto le candidature di Marco Panzeri e Giacomo Molteni ma alla fine ha capitolato e si è trovato con nulla in mano. Una pessima figura per quello che pareva essere il leader politico di tutto il territorio, l'uomo capace di dare sostanza alle visioni del suo predecessore Giovanni Maldini.

Quanto a Massimo Panzeri l'aver imposto lo sconosciuto Marco Stocola non è altro che una conferma - a nostro modo di vedere - di come intende svolgere la funzione di primo cittadino: da podestà. Lo abbiamo già scritto: una scelta di tale importanza andava condivisa con l'intero Consiglio comunale. Panzeri invece ha deciso tutto da solo senza dire una parola ai colleghi di Giunta, compreso il suo sodale storico Andrea Robbiani. E dal cilindro ha tirato fuori questo Stocola il cui curriculum su linkedin parla di un manager già responsabile marketing della Magnetti murature e poi attivo nell'internalizzazione di prodotti vari (anche se da qualche ora il profilo linkedin sembra cancellato). Probabilmente nella Giunta di martedì il Sindaco spiegherà ai suoi collaboratori chi sia questo Stocola e come sia arrivato a lui scartando nomi decisamente più noti e di esperienza nell'ambito in cui opera Retesalute, cioè il socio-sanitario. Inutile, e pericoloso, fare qui illazioni. Attendiamo di sapere. Quanto alla presidenza dell'Azienda gli scommettitori puntano su Alessandra Colombo, moglie di Ambrogio Sala ma non ci sorprenderemmo se invece fosse eletto Valerio Colleoni, l'unico dei cinque non marcatamente schierato come appunto la Colombo e Patrizia Monti col centrosinistra e Enrico Bianchini e (supponiamo) Marco Stocola, con il centrodestra.

Claudio Brambilla
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