Merate: è morto Angelo Passoni, l'ultimo fattore al servizio dei marchesi Cornaggia

Si svolgeranno mercoledì alle ore 15 nella chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio i funerali di Angelo Passoni, il "fiorista" di Merate.
Classe 1924 avrebbe tagliato il traguardo dei 95 tra quale giorno. La storia di Angelo e della sua famiglia è legata alla città con un filo che risale alla metà dell'Ottocento. I Passoni, infatti, sono stati i fattori dei marchesi Cornaggia Medici.

La foto utilizzata dalla famiglia Passoni per ricordare Angelo

Prima il bisnonno, poi il nonno e il papà e infine lui, Angelo, si sono occupati degli appezzamenti di terra dei nobili che uscivano da Milano per l'estate e per riscuotere i proventi delle terre, vi soggiornavano durante le "vacanze" e poi rientravano nella metropoli in autunno. Durante la permanenza in Brianza i marchesi amavano avere ospiti e dare ricevimenti e per questo le loro proprietà necessitavano di cure e attenzioni, in modo da essere sempre pulite e impeccabili. Da qui la figura del fattore era importantissima e lavorava a stretto contatto con i "signori" per ricevere tutte le disposizioni e darvi poi seguito. Quella che poi è diventata la figura del vivaista doveva occuparsi già ai tempi della coltivazione dei fiori, delle piante ornamentali, delle siepi, della sagomatura dei vialetti e degli orti. C'era inoltre l'allevamento dei bachi da seta che rappresentava una fonte importante di reddito. Attorno al Vedù superiore gravitavano anche una ventina di famiglie che venivano a lavorare negli appezzamenti dei marchesi che si estendevano su buona parte di Merate. Angelo, cresciuto fin da bambino in questa realtà, aveva presto dovuto prendere le redini dell'attività per via della guerra e dell'arruolamento dei maschi più grandi della famiglia nelle file dell'esercito. In questo modo la sua esperienza e conoscenza della materia aveva potuto affinarsi diventando una vera e propria arte, con l'acquisizione di tecniche e "trucchi" tramandati nel corso degli anni fino ad oggi. Con lui se ne va una delle ultime figure storiche di una Merate dove agricoltura e nobiltà erano legate, dove il contadino era un punto di riferimento non solo dell'economia ma anche di un tessuto sociale ormai scomparso, che vedeva nelle cascine il fulcro della comunità locale.
S.V.
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