Merate: papà, mamma e figlia impegnati nel direttivo AIDO. Una nobile causa che ha coinvolto tutta la famiglia Bosisio
La maggior parte delle associazioni vive grazie all'apporto di volontari storici che quando gettano la spugna entrano in crisi. Si tratta molto spesso di gruppi di amici, colleghi di lavoro (generalmente in pensione che si passano la parola e si ritrovano per uno scopo comune dal più nobile a quello più ludico e aggregativo), compagni di oratorio o di scuola che dedicano tempo ed energie a “fare qualcosa” per gli altri.
E' il caso dell'AIDO di Merate, una realtà particolarmente attiva che organizza nel corso dell'anno tanti eventi (aggregativi, formativi, di sensibilizzazione) e che non fa mai mancare la sua presenza alle manifestazioni cittadine con il labaro o la vicinanza alle famiglie di un defunto che ha acconsentito alla donazione di organi.
A raccogliere il testimone dello storico presidente Fiore Milone morto nel 2011, è stato Bruno Bosisio ma la sua iscrizione e poi la sua “militanza” attiva le deve alla figlia Michela che poi ha contagiato la mamma Luigia. E così l'intera famiglia si è trovata a svolgere un ruolo primario, si potrebbe dire fondamentale per la sezione locale che annovera 1220 iscritti nei comuni di Merate, Cernusco e Montevecchia e che dal 1976 ha contato ben 66 donatori.
La moglie Luigia, classe 1953, impiegata a riposo della Magneti Marelli, si è iscritta nello stesso anno del marito e coadiuva nel disbrigo della parte burocratica, spesso farraginosa e defatigante.
La figlia Michela, classe 1976, in forze presso un laboratorio microbiologico di analisi, è iscritta dal 1998 con la carica di segretaria ed è stata proprio lei ad arruolare l'intera famiglia.
“Ero uno di quei soci che si davano un po' da fare aiutando Milone nel disbrigo di tante pratiche, specialmente nell'ultimo periodo quando non stava bene” ha raccontato Bruno Bosisio “quando poi è morto, il presidente provinciale è venuto in sezione ed è stato naturale che il testimone passasse a me. All'amico Vittorio Fumagalli che era il vice avevo detto di prendere lui la carica e io gli avrei fatto da vice. E invece si è deciso per l'esatto contrario”.
Da un coinvolgimento “leggero” la presenza in Aido è diventata totalizzante, non solo dal punto di vista del tempo che gli viene dedicato ma anche da quello dei legami.
“Abbiamo preso a cuore la causa e così abbiamo deciso di impegnarci tutti e tre in prima persona. Io e mia moglie inizialmente aiutavamo Michela poi pian piano l'impegno è aumentato e con la mia presidenza Luigia ha preso in carico la parte burocratica e la preparazione delle lettere da inviare ai soci con le varie comunicazioni e gli appelli. Con noi c'è un gruppo affiatato e il direttivo, senza i quali non sarebbe possibile tutto ciò. I miei consiglieri mi supportano sempre, ognuno ha il suo incarico che svolge egregiamente, c'è grande collaborazione. Da soli non si andrebbe da nessuna parte”.
Un momento di una assemblea AIDO col presidente regionale Giovanni Ravasi (seduto al centro).
Accanto la segretaria Michela e il presidente di Merate Bruno Bosisio
E poi ci sono realtà che vedono coinvolte famiglie intere, alcune sporadicamente altre invece a tutto tondo.Accanto la segretaria Michela e il presidente di Merate Bruno Bosisio
E' il caso dell'AIDO di Merate, una realtà particolarmente attiva che organizza nel corso dell'anno tanti eventi (aggregativi, formativi, di sensibilizzazione) e che non fa mai mancare la sua presenza alle manifestazioni cittadine con il labaro o la vicinanza alle famiglie di un defunto che ha acconsentito alla donazione di organi.
Il presidente Bruno Bosisio
A raccogliere il testimone dello storico presidente Fiore Milone morto nel 2011, è stato Bruno Bosisio ma la sua iscrizione e poi la sua “militanza” attiva le deve alla figlia Michela che poi ha contagiato la mamma Luigia. E così l'intera famiglia si è trovata a svolgere un ruolo primario, si potrebbe dire fondamentale per la sezione locale che annovera 1220 iscritti nei comuni di Merate, Cernusco e Montevecchia e che dal 1976 ha contato ben 66 donatori.
Mamma Luigia e Michela
Bruno, classe 1949, attualmente in pensione, già impiegato in una multinazionale è presidente dal 2011 ma socio dal 2002.La moglie Luigia, classe 1953, impiegata a riposo della Magneti Marelli, si è iscritta nello stesso anno del marito e coadiuva nel disbrigo della parte burocratica, spesso farraginosa e defatigante.
La figlia Michela, classe 1976, in forze presso un laboratorio microbiologico di analisi, è iscritta dal 1998 con la carica di segretaria ed è stata proprio lei ad arruolare l'intera famiglia.
“Ero uno di quei soci che si davano un po' da fare aiutando Milone nel disbrigo di tante pratiche, specialmente nell'ultimo periodo quando non stava bene” ha raccontato Bruno Bosisio “quando poi è morto, il presidente provinciale è venuto in sezione ed è stato naturale che il testimone passasse a me. All'amico Vittorio Fumagalli che era il vice avevo detto di prendere lui la carica e io gli avrei fatto da vice. E invece si è deciso per l'esatto contrario”.
Da un coinvolgimento “leggero” la presenza in Aido è diventata totalizzante, non solo dal punto di vista del tempo che gli viene dedicato ma anche da quello dei legami.
“Abbiamo preso a cuore la causa e così abbiamo deciso di impegnarci tutti e tre in prima persona. Io e mia moglie inizialmente aiutavamo Michela poi pian piano l'impegno è aumentato e con la mia presidenza Luigia ha preso in carico la parte burocratica e la preparazione delle lettere da inviare ai soci con le varie comunicazioni e gli appelli. Con noi c'è un gruppo affiatato e il direttivo, senza i quali non sarebbe possibile tutto ciò. I miei consiglieri mi supportano sempre, ognuno ha il suo incarico che svolge egregiamente, c'è grande collaborazione. Da soli non si andrebbe da nessuna parte”.
Uno dei tanti banchetti informativi in piazza
Insomma questa volta è proprio il caso di dirlo: l'unione fa la forza, se poi è di famiglia ancora di più.
S.V.