Mandic: pizzicato con una 'ferramenta' in stanza, è a processo per furto... di monete

Nell'armadietto della sua camera i Carabinieri, intervenuti in posto su richiesta del personale e dell'addetto alla vigilanza, già notiziato dell'accaduto, hanno trovato: una lima, una tenaglia, una chiave a pappagallo, due cacciaviti, due lame e un tubo di ferro. Un "corredo" non propriamente da ricovero ospedaliero. Gabriele D., soggetto già gravato da precedenti specifici nonché con pregressi problemi di tossicodipendenza, è a processo al cospetto del giudice monocratico Martina Beggio con l'accusa di furto aggravato. Stando all'impianto accusatorio l'uomo, nella nottata del 13 giugno 2018, approfittando del suo stato di ricoverato, avrebbe forzato due macchinette erogatrici di cibo e bevende site all'interno dell'ospedale Mandic di Merate, riuscendo, da una delle due, ad asportare delle monetine. 3.50 euro la cifra trovata nelle sue disponibilità e ritenuta provento del duplice "assalto" messo in atto, parrebbe, dopo aver già aperto a forza le porte d'accesso al presidio nel tentativo di rientrare nella hall dopo essere uscito, nottetempo, a fumare. Diversi i testimoni escussi quest'oggi in Tribunale per ricostruire l'accaduto, con tanto di comparsata anche del direttore generale Paolo Favini, citato quale legale rappresentante dell'ASST. L'avvocato Francesca Allegra, difensore dell'imputato, ha insistito - chiedendo a tutti i testi la stessa cosa - su un dettaglio non irrilevante: nessuno sembrerebbe aver visto effettivamente Gabriele D. danneggiare i due distributori, pur avendo lo stesso - quella stessa notte - fatto dannare il personale di turno e la guardia in quanto "girovago" fuori dal reparto di degenza. Per il completamente dell'istruttoria il processo è stato aggiornato al 6 novembre.

 

A. M.
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