Merate: la comunità abbraccia don Riccardo Fumagalli che parla di un Dio gioioso che applica la legge dell'Amore gratuito

Il senso più vero della giornata l'ha dato Elena, la mamma di Riccardo, pochi minuti dopo che monsignor Mario Delpini aveva poggiato i palmi delle mani sulla testa del giovane meratese ordinandolo diacono.

Don Riccardo Fumagalli

Guardando quel figlio con gli occhi del genitore che probabilmente in cuor suo aveva fatto altri progetti, a Don Luigi che scherzosamente le raccomandava di tenere un po' di lacrime anche per l'ultima tappa, quella del prossimo giugno, ha risposto "la mia consolazione è vedere che questi ragazzi sono tutti davvero felici".

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E questa gioia Riccardo, ormai "don", l'ha raccontata anche nel corso della sua prima omelia alla comunità di Merate, quella in cui è cresciuto e dove è nata e si formata la sua vocazione che da ragazzo dell'oratorio lo ha portato a decidere di donare la sua vita per la causa del Vangelo.

La veste e la luce portate all'altare

Questa mattina ad abbracciarlo al suo ingresso in parrocchiale c'erano famigliari, amici, compagni di scuola, insegnanti e tanta gente comune che non ha voluto perdersi tale momento, non più così frequente di questi tempi. Serio e posato, don Riccardo Fumagalli ha concelebrato con don Luigi, don Luca e il sacerdote indiano e quando ha preso la parola dal pulpito ha commentato i brani della Liturgia, parlando di un Dio che è "gioia, amore e unità. Che non applica la legge del contraccambio ma quella dell'amore gratuito, che perdona chi è ostile, accoglie chi è lontano, si fa prossimo del debole e bisognoso".

Dal prevosto l'invito a "sporcarsi le mani" e ad avere sul volto l'espressione di chi è gioioso di essere cristiano, migliore testimonianza della propria Fede.
S.V.
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