Merate: l’economia circolare spiegata dagli esperti in auditorium con l’ass. 'La Semina'

L’economia circolare può essere paragonata per certi versi a ciò che l’uomo fa da secoli con il maiale: ne utilizza praticamente ogni sua parte senza buttare via nulla.

Una similitudine probabilmente azzardata ma che rende bene l’idea. Il tema è stato largamente affrontato nella serata di venerdì 27 settembre, nell’auditorium comunale ''Spezzaferri'' di Merate, grazie ad un’iniziativa targata ''La Semina'', associazione culturale meratese che negli anni ha saputo spaziare in vari ambiti, toccando già in diverse occasione temi economici e di rispetto ambientale, che nel caso dell’ultimo incontro, vanno di pari passo.

Sul palco si sono alternati interventi di due esperti sul tema e, nello specifico, il professore Marco Frey, docente di economia e gestione delle imprese dell’Università Sant’Anna di Pisa, e Stefano Gradi, chief sustainability officer di Itelyum, un’azienda italiana che da tempo applica il modello ''circolare'' per il suo business, ovvero la rigenerazione di oli lubrificanti. Ad aprire la serata sono invece stati l’assessore all’ambiente e tecnologia di Merate, Andrea Robbiani, e il presidente della Semina, Stefano Covino.

Stefano Covino, astrofisico e presidente della Semina, con l'assessore Andrea Robbiani

''La tecnologia oggi ci può aiutare parecchio nella vita quotidiana, ma bisognerebbe imparare ad aggiustare ciò che non funziona piuttosto che buttare via tutto'' sono state le parole di Robbiani. ''Sappiamo che la terra oggi soffre perché la materia non è infinita. Serate come queste sono portatrici di cultura, perché l’obbiettivo deve essere quello di arrivare a produrre zero rifiuti''. Fattori come l’aumento della popolazione globale e il fatto che i paesi emergenti stiano di fatto copiando le cattive abitudini dell’occidente, secondo il professor Marco Frey, non potranno che causare un peggioramento della condizione di vita dell’uomo sulla terra. ''In tutto il mondo c’è un problema di aumento della produzione di rifiuti'' ha spiegato.

Il professore Marco Frey, docente di economia e gestione delle imprese

''Dobbiamo quindi porci dal punto di vista di un’azienda il cui imprenditore genera inquinamento e non sa ottimizzare le risorse economiche che possiede. Ancora prima del riciclo e della raccolta differenziata bisogna pensare a non sprecare partendo dall’approvvigionamento delle materie prime''.

Il cavalier Alessandro Lega

Il docente ha spiegato che, oltre al modalità di acquisizione della materia prima anche il design del prodotto deve orientarsi verso l’economia circolare. L’esempio usato è stato quello dei display degli smartphone, ormai arrivati nelle tasche di quasi ciascuno di noi. Ognuno, però, possiede un modello diverso, perciò una sua eventuale riparazione in caso di danneggiamento diventa più complicata di quanto non sarebbe se i display fossero un po’ più uniformati tra loro.

Stefano Gradi, chief sustainability officer di Itelyum

Frey ha quindi utilizzato l’esempio del maiale, per chiarire la proposta dell’economia circolare: non sprecare nulla a partire dalla materia prima. Ne sa qualcosa Gradi che ne ha fatto il principio cardine della sua azienda. ''Itelyum è il nuovo nome dell’economia circolare'' ha spiegato.

''Siamo una realtà italiana con più di mezzo secolo di storia e siamo riconosciuti a livello internazionale per tecnologia, esperienza e qualità nella rigenerazione di oli lubrificanti, nella purificazione di solventi e reflui chimici e nei servizi ambientali per l’industria. Offriamo soluzioni sostenibili a oltre 20.000 clienti in più di 60 paesi, in un modello di economia circolare che non solo prolunga il ciclo di vita dei prodotti e crea partnership nei segmenti di mercato serviti, ma crea benefici ambientali significativi, come ad esempio evitare ogni anno quasi 700.000 tonnellate di emissioni di gas serra''.
E.C.

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