Sartirana: la pace, il ricordo di tutti i caduti e San Maurizio 'celebrati' dalle penne nere

Il ricordo dell’8 settembre 1943, il giorno in cui Pietro Badoglio firmò in segreto l’armistizio di Cassibile che cessò le ostilità con gli angloamericani, rimane vivo 76 anni dopo nella comunità di Sartirana. E con esso quello per i suoi ''Soldati d’Italia'', quei sartiranesi partiti troppo giovani da casa e mai tornati.

Per questo da dieci anni il comitato diretto da Gianluigi Bonalume e la sezione alpina di Merate organizzano, nel mese di settembre, un ritrovo che racchiuda entrambe le memorie e, con l’occasione, celebri anche la ricorrenza di San Maurizio, patrono delle penne nere. Venerdì sera, 20 settembre, ne sono arrivate da tutto il circondario per onorare le celebrazioni che hanno preso il via con una messa concelebrata dal diacono Davide Canepa e dai frati minori del Convento di Sabbioncello.

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Una memoria che per il sacerdote salito sul pulpito durante l’omelia non può nemmeno lontanamente somigliare a ciò che si intende per memoria quando si ricorre allo spezzare del pane e nutrirsi quindi del corpo di Cristo, ma che rappresenta comunque il fatto che l’uomo sente ''un profondo radicamento dei valori, la vera essenza delle nostre vite''.

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''Tutti noi abbiamo sete di pace e di giustizia – è proseguita l’omelia – e non è difficile comprendere che tutto questo non dipende solo da noi. Basta vedere in che mondo viviamo. Celebrando insieme questa memoria, per San Maurizio e per i caduti, dimostriamo però che chi ha un desiderio di bene troverà sempre qualcuno disposto a camminare con lui''.

Un riferimento nemmeno troppo celato, quello del sacerdote, rispetto alla processione che si è tenuta al termine della funzione religiosa, alla quale hanno preso parte i tanti alpini accorsi e anche un buon numero di cittadini. Accompagnate nel breve tracciato dalla chiesa a Piazza San Pietro dai giovani musicisti della Banda Sociale Meratese, le persone presenti si sono quindi radunate di fronte alla lapide che riporta i nomi di tutti i sartiranesi caduti in battaglia, davanti alla quale è stata posata una corona d’allori.

La parola è quindi passata al sindaco di Merate Massimo Panzeri il quale ha spiegato che a colpirlo di più è ''l’esempio lasciato in eredità dai soldati partiti per difendere la patria e non più tornati''. Un esempio, ha concluso Panzeri, che deve essere trasmesso anche alle generazioni future.
A.S.
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