Entusiasmo tra i militanti arrivati a Pontida dall'intero stivale. ''Oggi è la nostra festa''

Dopo un anno di governo con i M5s, la Lega riparte dalle proprie radici. E, ancora una volta, Pontida è l'espressione dello spirito leghista. Una manifestazione rituale per fare il punto della situazione e cercare, nella voce del suo suo leader, la via per concretizzare il consenso.

L'entusiasmo è ancora molto alto tra i militanti della Lega, un popolo sereno che non teme il confronto alla urne e, anzi, le chiede a gran voce. Dalla folla schierata sul Pratone sacro, troppo piccolo per ospitare tutti quanti, la Lega appare sempre più forte.

Già dalle primissime ore dell'alba, infatti, sono moltissime le automobili in coda. Sono qui per ascoltare il discorso di Matteo Salvini che, già alle 10.40, si concede selfie e bagno di folla.

C'è un clima di festa e di speranza tra i militanti leghisti, accorsi da tutta Italia per sostenere il proprio Capitano. "Oggi è la nostra festa, - spiegano. - È un momento che unisce tutti e una maniera di stare insieme".

'Speranza', 'libertà' , 'poltrone', 'elezioni' sono le parole che si rincorrono con insistenza durante la mattinata. Tanta l'amarezza per non essere più al governo, tante le bordate contro gli ex alleati, tanta la voglia di rivalsa e tanta la voglia di elezioni.
È una piazza eterogenea, composta da famiglie, studenti, lavoratori e tanti giovani. Paolo è in pensione da tre anni e fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Per sostenere Salvini è arrivato dalle Marche. "È una vergogna! Siamo contro i burocrati europei che ci dico che cosa fare. Non ne possiamo più, vogliamo essere padroni nel nostro Paese, nella nostra Italia".

Giulia, invece, è una libera professionista ed è alla sua seconda Pontida. È convinta che l'accordo tra Pd e M5s fosse in piedi da tempo. "Questo è il governo degli inciuci. Vogliamo andare subito al voto!".
È Luca Zaia, governatore del Veneto, a scaldare la folla in attesa del segretario. Il suo è un discorso infuocato che non risparmia nessuno. Bordate al PD, agli ex alleati M5s e alle regioni "mal governate". Ricorda poi i patti non rispettati per le autonomie regionali.

Annunciato dall'ex capo ultrà dell'Atalanta Daniele Belotti, un coro da stadio accoglie il leader della Lega che, per i primi minuti, fa fatica ad iniziare. La gente pende dalle sue labbra e applaude ad ogni sua frase. Salvini ribadisce la linea di sempre: porti chiusi, flat tax, no alla sinistra, autonomia regionale e nazionale, no all'Europa dei burocrati.
Lancia poi l'idea di un referendum per passare da un sistema proporzionale ad uno maggioritario. "Non abbiamo paura di perder la poltrona... Noi ci teniamo l'onore e la dignità".

Salvini è in simbiosi con la folla adorante che non risparmia cori e applausi. "Matteo è uno di noi, uno del popolo", dicono in tanti.

Venerdì Salvini, come ogni anno, si è seduto a mangiare nello stand dei giovani leghisti della provincia di Lecco. "Come sempre, Matteo ha passato del tempo con noi - ha dichiarato Nicole Arosa, la coordinatrice della sezione - Alcuni ragazzi sono venuti già da giovedì, hanno montato i gazebo. Siamo felici di essere parte attiva di questa festa!".

M.P. - B.V.
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