Merate: 15.000 alberi per combattere lo smog. Ma in Giunta vince il partito di malta e cemento

Vogliamo credere, e sperare, che la sintesi – sua o del cronista – gli abbia giocato (l’ennesimo) brutto scherzo. Nel commentare i primi 100 giorni alla guida della nuova amministrazione verde-azzurra (così impone ormai la moda) Massimo Panzeri ha annunciato per Merate un 2020 – e seguenti – tutto concentrato sulle opere pubbliche: via Verdi, 3 milioni e la nuova palestra del Manzoni, un milione a festa finita. Incalzato dall’abile collega con l’insidiosa domanda: “C’è dell’altro”, il Sindaco della città ha sciaguratamente risposto, “tanti micro progetti meno impegnativi economicamente ma importanti”. Dunque il quinquennio – degna prosecuzione del precedente – sarà ancora tutto a base di malta e cemento con l’ambiente, la cura del territorio, la valorizzazione del verde a fare la parte della cenerentola?

Parrebbe proprio di sì. Allora, dato che del nostro parere – espresso ripetutamente di legislatura in legislatura – l’esimio Panzeri non se ne fa nulla (giustamente) gli suggeriamo la lettura dell’articolo di Stefano Mancuso, scienziato di prestigio mondiale, professore all'Università di Firenze, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV) dal titolo: “L’ambiente non è un hobby ma la vera questione sociale”. Un incorniciato all’interno di una pagina che invita a” piantare 60 milioni di alberi”, uno per ogni italiano. Un accorato appello per combattere i livelli di anidride carbonica, responsabili dell’effetto serra che a sua volta provoca “…lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare, siccità ondate di calore, eventi atmosferici violenti, incendi, desertificazione ecc….”.

Dopo un’accurata riflessione Massimo Panzeri potrebbe anche convincersi che via Verdi è certamente un’arteria da mettere in sicurezza ma qualche centinaia di migliaia di euro possono bastare e riservare quanto avanza proprio all’ambiente, risanando con un imponente piano l’intera riserva naturale, sito di interesse comunitario, a nord della città (affidandone poi la gestione al Parco del Curone) corroborando l’intervento con un piano del verde che, al di là del regolamento sul taglio delle piante, voluto da Ernesto Sellitto, Massimiliano Vivenzio e lo stesso Panzeri nella precedente legislatura, individui tutte le aree disponibili, soprattutto se rivenienti da standard edilizi, per la messa a dimora di alberi capaci di assorbire tonnellate di polveri sottili e anidride carbonica. Per snellire il lavoro dell’ufficio ecologia ecco un prospetto dei migliori divoratori di smog:

Sarebbe davvero deprimente se questa legislatura fosse null’altro che la prosecuzione della precedente e ancora una volta ignorasse ambiente e cultura a favore di malta e cemento. Un polo culturale e un  ambiente turisticamente attraente rappresentano il futuro della nostra città dopo il declino del secondario e del terziario. Le risorse dei meratesi, a disposizione della nuova classe dirigente sono limitate, spenderne la metà per fare bello un viale è irragionevole anche per coloro che in quel viale abitano. Non si dimentichi che Merate è tra le città più colpite dalle PM 10 dell’intero aggregato milanese. Quindicimila alberi non risolvono il problema, ma certamente concorrono con le altre misure antismog a rendere l’aria meno pericolosa. Ne prenda nota anche Cambia Merate, che nel suo programma si è spinta a ipotizzare nel quinquennio la messa a dimora di mille piante. Meglio di quanto previsto da “Più prospettiva”, ma sempre molto ma molto meno di quanto è oggi indispensabile fare.

Claudio Brambillla
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