Merate: dopo oltre un secolo chiude la cartolibreria Pessina. Dai pennini ai libri su scaffali ricolmi e impolverati, se ne va un mondo

In comune non esiste un registro con annotate le date di apertura dei vari negozi, i passaggi di proprietà, i subentri e le cessioni che possano aiutarci a dire quale è il negozio più "antico" di Merate, ancora aperto.


La Cartolibreria Pessina con il suo battesimo nel 1906 può essere sicuramente annoverata tra i più storici, forse addirittura quella storica per eccellenza. Pronta anch'essa a chiudere bottega.

A fine anno, infatti, Gigi Pessina terminerà la tradizione iniziata con il nonno Luigi a inizio del secolo scorso. Raggiunti i limiti pensionistici, mancanza di turn over con la generazione giovane, un mercato sempre più difficile e con pochi margini di guadagno non hanno lasciato scampo.
E così quelle vetrine all'ombra del castello, che un tempo "guardavano" l'albergo del Sole, se nessuno subentrerà nell'attività, si abbasseranno inesorabilmente.

 

Primo ad avviare la rivendita di quello che oggi chiameremmo materiale di cancelleria era stato appunto Luigi Pessina con la moglie Ida Scola, nativa di Vercurago. Non ci sono foto dell'epoca tranne una raffigurazione del pittore Fabre che aveva immortalato l'edificio con accanto i due pilastri che "reggevano" il muro del Castello. Si trattava di una piccola bottega, 50 metri quadrati circa, un locale unico e un retrobottega. Si vendeva di tutto: dai pennini, all'inchiostro, alle stampe, ai quaderni. Non c'era solo il cliente "privato" ma si rifornivano anche le ditte, i comuni, gli enti pubblici.

La taglierina ancora oggi funzionante

Nel 1955 Fausto (figlio di Luigi) Pessina aveva sposato la dirimpettaia, Tina Pacchiarini, erede dei proprietari dell'albergo del sole e con lei aveva proseguito nella gestione del negozio (che fino a un certo periodo contava anche di uno spazio con la tipografia, poi ceduto al fratello Giuseppe). Pian piano gli spazi si erano ampliati, era stata realizzata una scala interna che portava all'appartamento al piano superiore, la libreria (prima sul soppalco) era stata trasferita nella parte a sud al posto della tipografia e si era ampliata l'offerta con tanti oggetti e accessori che ancor oggi riempiono il negozio.

Gigi Pessina

Oggi Gigi Pessina è pronto ad andare in pensione con "quota 100". Una vita dietro il bancone la sua, a raccogliere gli ordini dei testi scolastici, a consigliare il tipo di compasso o di grammatura di un foglio da disegno, piuttosto che a illustrare uno dei libri di storia locale o di autori nostrani (non facilmente reperibili sul mercato).

A fine anno anche le sue vetrine si oscureranno. Una saracinesca chiusa non tanto su un negozio ma su un mondo che è finito, dove il rapporto personale e confidenziale con il cliente non c'è più schiacciato dall'ordine veloce e gelido dell'online, dove l'esposizione della merce nelle sue qualità e caratteristiche è stata asfaltata dalla produzione dozzinale e anonima, dove la suggestiva ricerca del regalo "originale" nella confusione di scaffali ricolmi di oggetti e polvere ma "vivi" e veri è stata spazzata dalla sequenza asettica e inodore delle catene di franchising. Moderne, appariscenti, impattanti alla vista. Ma senza anima.
S.V.
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