I giovani meratesi in Terra Santa con Daud che cerca giustizia, speranza, fede e pace

I giorni che stiamo vivendo nella terra d'Israele sono ricchi di incontri e di testimonianze che stanno riempiendo il cuore di noi tutti. Giorni da vivere con la Parola ma anche con la terra e la gente: ci è stata data la possibilità di essere ospitati nella "Tend of nations", gestito da Daud e dalla sua famiglia.

Alla sera ha raccontato al nostro gruppo la sua esperienza di cristiano palestinese che testimonia il suo desiderio di pace semplicemente scegliendo di abitare la sua terra, andando contro la logica di prepotenza e di violenza che sembra andare per la maggiore in questi contesti. Una terra, quella abitata da Daud, dove non arriva la corrente e non c'è l'acqua: quanto è servito anche a noi capire che è un dono grandissimo e che (come scriveva s. Francesco) è "molto utile e preziosa ".

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Daud ci lascia le 4 parole che lo accompagnano ogni giorno (giustizia, speranza, fede e amore) e con la promessa di raccontare della sua esperienza di accoglienza e di pace, vissuta a pochi chilometri da Betlemme.

E allora ecco la seconda tappa del nostro pellegrinaggio, la città dove Cristo è nato. Iniziamo ad entrare nella complessità di questa terra, dove le diverse confessioni cristiane cercano di convivere insieme. A Betlemme facciamo i conti con un Dio che sceglie la strada dell'umiltà, che si abbassa, che si fa piccolo e chiede ad ognuno di noi di fare silenzio, di piegarsi per poterlo incontrare. La nostra terza tappa la viviamo nella città di Nazareth, ospitati nella scuola dei Guanelliani dove opera don Marco Riva.

Il mistero dell'Incarnazione del Signore entra dentro una dimensione quotidiana, normale e famigliare. Contemplare la vita nascosta di Gesù non può che farci riflettere sul nostro modo di vivere le nostre giornate, nelle corse quotidiane tra scuola o lavoro, tra interessi e impegni, tra famiglia e amicizie. Abbiamo avuto modo di sostare, nel silenzio e nella tranquillità del mattino, sulla vicenda di Maria di Nazareth, sulla sua chiamata: i gesti di coraggio e di paura o pigrizia che spesso ci fanno nascondere e perdere occasioni preziose. Alla sera ci incontriamo con i pellegrini della comunità pastorale di Paderno per sentire la testimonianza di don Marco e sulla scuola che gestisce nella città di Nazareth.

Una realtà che accoglie 180 bambini e ragazzi dagli 1 ai 21 anni con forme gravi (se non gravissime) di disabilità. Un racconto che ci ha permesso di entrare ancora di più nella vita della gente e soprattutto del ministero di don Marco e sua della comunità religiosa. Ci attende l'ultimo tratto del cammino: verso Gerusalemme, la città santa, meta e desiderio di gioia per ogni uomo.
Don Luca Rognone
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