Merate, Olgiate, Brivio, Calco i paesi più colpiti impreparati a gestire eventi eccezionali, lavorano a interventi ''contenitivi''

E' durato una mezz'ora. Tanto è bastato per creare danni per migliaia di euro e compromettere seriamente la vivibilità di talune zone particolarmente colpite. Il nubifragio che attorno alle 3 di giovedì 22 agosto si è scatenato sul meratese ha colpito in particolar modo i comuni di Merate, Olgiate, Calco e Brivio con intensità notevole. Lambito il resto dei paesi.

Il Molgora a Pagnano

Il Curone a Montevecchia


Queste "bombe d'acqua" che ormai con una frequenza inusuale si abbattono sul nostro territorio unite a scelte urbanistiche discutibili, sono fenomeni difficilmente contenibili e per i quali ora si sta cercando di correre ai ripari con rimedi tampone e mirati ad arginare danni ben peggiori, perchè probabilmente la soluzione definitiva non esiste.

OLGIATE MOLGORA

Due le zone particolarmente flagellate dal nubifragio. Una quella di Porchera a ridosso del confine con Brivio, con allagamenti che hanno riguardato alcune aziende e un'altra in Via dei Pini dove le abitazioni sono state letteralmente sommerse da un'ondata di fango. "Sulla regimentazione del torrente Bevera eravamo intervenuti già nel 2016 con la pulizia dell'alveo" ha spiegato l'assessore Matteo Fratangeli che questa mattina ha effettuato diversi sopralluoghi per verificare la situazione "si tratta di lavori di manutenzione che devono essere fatti di continuo. Avevamo stanziato a bilancio 25mila euro e già affidato l'incarico ma avevamo inoltrato la richiesta in regione per avere il nulla osta di intervento sul reticolo principale, cioè il Molgora così da fare un'unica opera che comprendesse anche i torrenti minori. Purtroppo la regione ha tempi elefantiaci. A fronte della nostra richiesta di due mesi fa, ci è arrivata risposta recentemente con invito a fare delle integrazioni. Purtroppo qui non si potrà che intervenire quando i buoi sono scappati. Certo con un evento di tale portata forse non sarebbe comunque stato sufficiente, ma chiaramente è opportuno provvedere e al più presto". I danni, maggiori, tuttavia sono quelli subiti dai residenti di Via dei Pini, strada avvallata tra Via Papa Giovanni e il centro sportivo di Via Aldo Moro. "Via dei Pini è un problema grosso non facilmente risolvibile con interventi specifici. È una situazione che si protrae da anni di cattive scelte urbanistiche. Via dei Pini si trova in mezo alla collina di Contrasoa e allo scarico della zona del Calendone. Non si tratta di un problema di scarsa manutenzione alle tubazioni perchè tre anni fa abbiamo fatto lo svuotamento dei tubi con Lario Reti Holding, dove abbiamo riscontrato anche otturazioni pari a tre quarti del condotto, c'erano depositi vecchi di decine di anni. Il fatto è che l'acqua una volta arrivata al Caledone, quando la roggia va in piena, entra in pressione, non scarica, torna indietro e allaga Via dei Pini. Con la precedente amministrazione di Merate ci si era incontrati più volte e la proposta fatta dall'allora assessore Massimiliano Vivenzio era un progetto col Parco del Curone per creare vasche di laminazione che avrebbero scaricato le acque del Calendone. Non se ne è fatto più nulla, ora con i nuovi amministratori dovremo tornare a parlarne ma chiaramente è un progetto di ampia portata che non può affrontare un comune da solo. Quando il fiume d'acqua arriva alla galleria ferroviaria si blocca perchè il tubo del 1000 non è sufficiente. Si forma un tappo e l'acqua torna indietro e allaga la galleria. In tutto questo dovremo coinvolgere anche RFI affinchè faccia la sua parte, ma al momento non c'è in previsione alcuno stanziamento da parte della società. Colgo l'occasione per fare un ringraziamento alla protezione civile del Parco questa mattina è intervenuta per prestare aiuto alle famiglie colpite dal nubifragio. Si dimostrano sempre disponibili e professionali e non avremmo potuto fare tanto senza il loro aiuto".

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MERATE

In pista da questa mattina, con i primi "alert" giunti da diversi punti della città il sindaco Massimo Panzeri ha dovuto fare i conti con situazione di una certa criticità che si sono acuite per via del fenomeno straordinario con un cumulo di pioggia che ha superato di gran lunga le medie stagionali, andando a colpire soprattutto la fascia nord ovest della città con le frazioni di Cassina, Sartirana, Pagnano e Cicognola. Via Stelvio, Via Marconi, Via del Calendone, Via Arnaboldi, Via Trieste le strade interessate da allagamenti o da cedimenti di asfalto. "La situazione di Via Stelvio è fisiologicamente critica, è la punta di un imbuto, porvi rimedio è difficile. Già nel passato erano state ampliate le griglie ma eventi di tale portata superano qualsiasi stima sulla carta e nelle zone più critiche le conseguenze vengono accentuate. Indipendentemente da questo evento comunque sono già stati programmati con Lario Reti Holding degli interventi di potenzialmente della rete nella parte terminale di Via Montegrappa. Oggi ha influito anche il cumulo di sassi e terra sceso dal parcheggio collocato sopra la rotonda, che è andato a ostruire le griglie". Come già auspicato, per Via del Calendone servirà riprendere l'interlocuzione avviata tra più comuni per poter arrivare a un intervento globale che argini le criticità che sorgono nelle aree a ridosso del torrente. "Per Cassina già nel 2009 ero intervenuto in occasione di un forte nubifragio. Abbiamo in previsione nuove condutture su Via San Marcellino che potrebbero contribuire anche a far defluire la portata dell'acqua in casi di eventi eccezionali. L'opera era ferma da tempo per ragioni burocratiche e per il ricorso presentato da un privato. La situazione si è sbloccata e da settembre daremo avvio ai lavori".

Il ramo caduto in Via Cazzaniga

 

 

Via Trieste

 

Il cedimento del manto di asfalto in Via Trieste non era atteso e il sindaco ha sollecitato l'intervento urgente di Lario Reti Holding. "Qui non è solo un problema stradale ma di fognatura. Ho invitato l'azienda a fare un sopralluogo immediato perchè non ci possiamo limitare a cambiare il manto di asfalto. Si tratta di un'arteria importantissima che collega con il centro città, a ridosso di un passaggio pedonale e a una sola corsia. Serve intervenire in maniera urgente". Interventi dovranno essere approntati anche in Via Arnaboldi che fa da catino per le acque che scendono dal centro della frazione. Un ringraziamento infine è stato tributato al personale dei vigili del fuoco e della protezione civile per l'insostituibile apporto dato nella giornata di oggi per risolvere le situazioni di emergenza e aiutare i cittadini.


BRIVIO

In Via Prada la situazione più critica e si potrebbe anche dire "cronica" che si ripete in occasione di eventi di portata straordinaria, manifestandosi con allagamenti, movimenti franosi, esondazioni. Una condizione, tuttavia, non facilmente risolvibile e che affonda le cause nella conformazione del territorio e soprattutto nelle scelte urbanistiche fatte nel passato e che non hanno tenuto conto della natura dei luoghi. "C'è uno studio fatto fare già dalla precedente amminitrazione Panzeri" ha spiegato Federico Airoldi sindaco di Brivio "che riguarda tutto il bacino della Bevera da Airuno fino a valle, cioè a Brivio. Qui il torrente attraversa la zona residenziale e parte del produttivo, con allagamenti frequenti anche durante eventi di media intensità. Il problema evidenziato è proprio quello dell'edificato realizzato in aree soggette a esondazione. Parliamo di una pianificazione urbanistica che non ha tenuto conto del territorio. Due le soluzioni ipotizzate, comunque non risolutive ma finalizzate a limitare le conseguenze di questi fenomeni. Si individuava la realizzazione di tre grosse vasche di laminazione che, pur di grandi dimensioni, non avrebbero comunque potuto risolvere eventi di grossa natura e si proponeva inoltre di approntare sistemi di preallerta con codici di gravità, dunque giallo, arancione e rosso, per informare in tempo il cittadino. Come amministrazione due volte l'anno facciamo interventi sul torrente per eventi di media e forte intensità, certo in casi eccezionali come quello di stanotte la Bevera non sarebbe comunque in grado di reggere una portata simile".




Via Piave a Calco


CALCO

Viale Rimembranze e Via Trieste le due zone di Calco che hanno subito i maggiori danni con allagamenti in box, cantine e locali posti al pian terreno o interrato come le taverne. "Un evento eccezionale a cui non si era preparati e che costringerà" come spiegato dal consigliere Silvano Pirovano con delega a lavori pubblici e protezione civile "a predisporre un piano di interventi che possa evitare il verificarsi di simili disagi. Quello di questa notte è stato di natura straordinaria, a cui non si era preparati. Ora bisognerà studiare delle soluzioni per poter contenere i danni". Allagamenti ci sono stati anche alle scuole di Calco e al polo di Arlate, dove da poco sono terminati i lavori di riqualificazione.




S.V.
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