Trezzo: operazione ''Wasabi'' per lavoro nero, irregolarità in un ristorante, casa dormitorio

Un'operazione della polizia locale di Trezzo sull'Adda iniziata mesi fa e che ha portato all'individuazione di un vero e proprio dormitorio all'interno di un appartamento che avrebbe dovuto invece ospitare tre cittadini di nazionalità cinese e al sanzionamento di un ristorante dove sono state riscontrate presunte irregolarità sui lavoratori e sulla conservazione del cibo. Contestazioni da parte delle forze dell'ordine che poi dovranno essere convalidate in sede di giudizio.
Ecco il comunicato stampa diramato dell'operazione "Wasabi".

Si parte dal 30 maggio 2019 quando, tre uomini di nazionalità cinese fanno richiesta di residenza in un appartamento sito in Via Quarto a Trezzo sull’Adda. Nell’ambito dei normali controlli la Polizia Locale accerta l’effettiva presenza e la dimora abituale.  Tuttavia, quando l’Agente ha suonato il campanello per effettuare l’accertamento di residenza, una donna, di nazionalità cinese ha fatto capolino e alla vista della divisa, ha immediatamente serrato la porta senza farla accedere. Sono stati effettuati altri tentativi di verifica nei giorni successivi, ma senza alcun esito poiché gli occupanti non rispondevano più al campanello.  
 
Venerdì notte 21 giugno 2019 pertanto è scattato un controllo straordinario da parte degli Agenti Giove Domenico e Ferreri Chiara coordinati dall’Assistente Esperto Camagni Paolo scoprendo all’interno dell’appartamento un vero e proprio dormitorio, allestito con 12 posti letto.
 
Al momento del controllo erano presenti 8 persone adulte, 7 di nazionalità cinese ed una di nazionalità pakistana. Altri tre Cittadini mancavano all’appello.  Persino la piccola cucina dell’appartamento risultava adibita a camera da letto con la presenza della sola branda.
 
Identificati tutti i presenti, in possesso di regolare permesso di soggiorno, risultavano tuttavia sconosciuti alla Polizia Locale poiché per 6 di essi non era stata presentata alcuna  denuncia di ospitalità al Protocollo del Comune, obbligo sancito dal Testo Unico Immigrazione – D. Lgs. 286/1998 smi.
 
I 7 cittadini, dichiaravano agli Agenti di lavorare presso un ristorante di recente apertura a Trezzo con sede a poca distanza dall’immobile.
 
I controlli si sono quindi estesi, nella sera di venerdì 05 luglio, anche al ristorante specializzato nella somministrazione di pesce crudo “sushi” lungo la via Mazzini dove sono state subito riscontrate alcune irregolarità per la presenza di lavoro “nero” e per le modalità di trattamento degli alimenti.
 
Un lavoratore alla vista degli Agenti ha cercato subito di dileguarsi da una porta di servizio, ma è stato prontamente intercettato da un Agente e identificato.  Identificato sul posto anche il legale rappresentante dell’esercizio Z.Z. classe 1961,  anch’egli cinese, sanzionato e diffidato a regolarizzare la posizione lavorativa del collaboratore.

 
Per quanto riguarda la parte alimentare, si è reso necessario un ulteriore sopralluogo  congiunto con i tecnici specializzati dell’ATS, da cui è emerso un elevato rischio per la salute dei clienti poiché il pesce crudo non veniva sottoposto alla procedura di abbattimento o in alternativo alla cottura prima di essere servito, indispensabili per la salute (circolare n.10 del 1992 del Ministero della Salute).
 
L’abbattimento del pesce crudo infatti è una procedura necessaria a debellare microrganismi patogeni normalmente presenti nel pesce e che costituiscono un pericolo potenzialmente mortale per coloro che consumano cibo infetto.
 
Mantenendo i cibi a bassa temperatura per un certo periodo di tempo, i microorganismi vengono completamente distrutti e gli alimenti trattati possono essere classificati come sicuri e sani. Per dare un’idea della potenza di un abbattitore: questo strumento è progettato per far scendere la temperatura dei cibi a 3° in 90 minuti.  
 
L’abbattitore in questo caso era presente, ma semplicemente per negligenza non veniva utilizzato esponendo i clienti a gravi rischi.  Altre irregolarità hanno inoltre riguardato la conservazione e l’allocazione dei cibi all’interno della cucina.
 
L’Ats ha subito imposto di regolarizzare le non conformità pena la chiusura dell’attività.
 
Il 24 luglio, un ulteriore sopralluogo della Polizia Locale unitamente ai tecnici Ats ha accertato l’adeguamento a tutte le prescrizioni e l’avvenuta assunzione del lavoratore “in nero”. Le irregolarità hanno comunque comportato l’irrogazione delle sanzioni previste per oltre € 6.000 i cui proventi non sono interamente destinati allo Stato (€ 1.920 omesse comunicazioni di ospitalità cittadini stranieri, € 2160 violazione della normativa sul lavoro, € 2.000 violazione delle norme alimentari). . A conclusione dell’attività di indagine sono stati notiziati altresì la proprietà dell’alloggio per i provvedimenti di competenza nei confronti dell’affittuario circa l’elevato numero di e l’Ufficiale d’anagrafe del Comune di Trezzo per opportuna valutazione delle posizioni anagrafiche relative alle persone dimoranti nell’appartamento di Via Quarto.
 
Il Sindaco Silvana Centurelli dichiara “La sicurezza e la salute dei Cittadini sono una priorità e i controlli della Polizia Locale sul territorio sono mirati a prevenire oltre al degrado, anche tutte le situazioni rischio e pericolo per la popolazione”

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