Mandic: Ortopedia satura per il taglio dei posti letto. Pazienti ricoverati in altri reparti anziché in Traumatologia al Manzoni
La situazione nel reparto di Ortopedia, a breve orfano del suo primario prossimo alla pensione, riflette uno standard che, dicono dall'interno, va ripetendosi sempre più di frequente.
Facciamo un passo indietro, all'inizio del mese.
Il primo luglio in tutto l'ospedale vengono avviati i lavori per l'adeguamento del sistema antincendio. Interventi di cui si era a conoscenza e che era noto avrebbero creato qualche disagio.
In Ortopedia-Traumatologia il reparto viene cantierizzato e dimezzato. Da 22 posti letto si passa a 11 (10 di Ortopedia e uno di Otorinolaringoiatria) e di conseguenza viene ridimensionata anche la distribuzione del personale che diventa di 2 infermieri e 1 operatore socio-sanitario (Oss)
In parallelo arriva la richiesta di rito nel periodo estivo della riduzione di posti letto. Si chiede di passare da 22 a 16 (14 di ortopedia e 2 di otorino), indipendentemente dai lavori in corso che già avevano previsto la riduzione ma con personale per 11.
Ma le stanze sono 7, i posti letto in totale 14 e quindi 2 mancano all'appello. Da qui i continui appoggi, cioè al ricorso a posti letto presso altri reparti.
Ogni giorno i presìdi comunicano le disponibilità e, dunque, in tempo reale si sa quanti sono i posti letto liberi a Merate e a Lecco. Mentre sul lago gli spazi non mancano in Brianza si è sempre saturi, anzi si va oltre ricorrendo così, come si diceva prima, agli appoggi "interni", venendo meno alla buona prassi secondo cui il ricovero di un paziente si fa prima reparto su reparto tra i due presidi (Ortopedia su Ortopedia, Chirurgia su Chirurgia,...) e poi eventualmente da un reparto all'altro (Ortopedia su Chirurgia, Medicina su Chirurgia, ...). Questo perché il personale infermieristico e ausiliario ha delle specificità per ciascuna patologia e quindi "mischiare" i pazienti non consente una assistenza mirata (vedi la mobilizzazione, la fisioterapia, ecc)
Se l'esodo dal Mandic al Manzoni, specialmente per i dipendenti è uso ricorrente, non lo stesso processo avviene per quanto riguarda i ricoveri dove ai trasferimenti, magari scomodi per i famigliari, ma necessari per una giusta riabilitazione con personale qualificato, si preferiscono gli spostamenti interni, forse anche un po' eccessivi.Si va infatti da un minimo di 4 appoggi dall'Ortopedia alla Chirurgia fino agli 8 della scorsa settimana tra Day Surgery, Chirurgia, Cardiologia.
Succede così che nonostante posti letto liberi a Lecco, pazienti ortopedici di Merate siano stati ricoverati in altri reparti non chirurgici, come, appunto, la Cardiologia. Proprio come accaduto a un'anziana ultra 95enne di Calolziocorte. Va precisato che "appoggi" e spostamenti di pazienti già operati e stabili presso altri reparti (come si diceva Chirurgia, Day Surgery e Cardiologia) si sono resi (e forse e si renderanno) necessari per far posto ad altri pazienti inviati dal Pronto soccorso necessitanti di ricoveri per fratture. Pazienti che avrebbero potuto tranquillamente essere trasferiti presso l'Ortopedia di Lecco che di posti letto liberi ne aveva diversi. Quando non si è potuto trasferire pazienti già operati e stabili in altri reparti, è stato necessario ricoverare i pazienti con fratture da operare provenienti dal Ps in reparti diversi, seguiti da personale che seppure volonteroso e dedito al malato, ha minore conoscenza della patologia quindi ha maggiori difficoltà nel garantire l'assistenza al paziente traumatologico. Va anche aggiunto che in qualche caso il paziente è stato trasferito di reparto più di una volta con tutti i disagi (e le lamentele) intuibili e, come si diceva, una minore assistenza specialistica, che invece, soltanto il personale "dedicato" è in grado di fornire.
La ragione di questa scelta sull'Ortopedia, avallata dalla direzione di presidio, al momento non è nota. Corre voce - ma si tratta soltanto di una indiscrezione - che le disposizioni arrivino dal capodipartimento di Ortopedia-Traumatologia dottor Piero Poli. Il quale, comunque stiano le cose, dovrebbe precisare le ragioni dei mancati trasferimenti. Certo è che il clima che serpeggia in reparto e di riflesso anche negli altri che si trovano a dover "ospitare" pazienti non afferenti alla patologia, sta diventando sempre più pesante. E voci di corridoio parlano già di medici in procinto di chiedere la mobilità.