Merate: Finder Pompe rischia di scomparire 'spremuta' dalle multinazionali. I dipendenti scioperano, 30 esuberi in arrivo
Dopo 67 anni dalla sua fondazione la Finder Pompe rischia di scomparire per diventare solamente la divisione produttiva della multinazionale indiana che l’ha da poco acquisita.
Non c’è pace per la storica azienda produttrice di pompe, il cui marchio è fortemente legato a Merate con il suo sito produttivo di via Bergamo, dal 2013 alle prese con continui riassetti della proprietà e una profonda crisi del lavoro. Una situazione complicata ancor di più all’inizio di aprile con la notizia del passaggio della 'Finder' dalle mani della Dover, la multinazionale statunitense che l’aveva rilevata sei anni fa, ad Aturia, società controllata dalla WPIL un’altra grande impresa in questo caso indiana, con sede a Calcutta.
Walter Perego, Roberto Fumagalli (entrambi Rsu), con Lorena Silvani (Fim Cisl), Domenico Alvaro (Fiom Cgil) e M.M. (Rsu interna)
Lorena Silvani di Fim Cisl e Domenico Alvaro di Fiom Cgil
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Il 24 luglio è previsto a Merate un incontro con un rappresentante di Atruria e Confindustria, alle 15, mentre il giorno successivo in Regione è convocata la riunione dove l’azienda si aspetta di fare partire la cassa straordinaria. Se non cambieranno le condizioni i sindacati hanno però annunciato lunedì mattina che non firmeranno alcun documento. In mattinata anche il sindaco Massimo Panzeri è passato in via Bergamo per esprimere vicinanza e solidarietà ai dipendenti della Finder Pompe, mettendosi a disposizione a partecipare ad eventuali tavoli e trattative.
Quattro ore di sciopero alla Finder Pompe nella mattinata di lunedì. Nella storica azienda metalmeccanica di Merate c’è agitazione tra i dipendenti a causa dell’attuale situazione societaria. Il 2 aprile scorso si è venuti a conoscenza della vendita ad Aturia, società controllata dalla multinazionale Wpil. “Negli incontri avuti con la nuova dirigenza – spiega Domenico Alvaro della Fiom Cgil Lecco – ci è stata comunicata l’intenzione di trasferire tutto il personale degli uffici (circa 65 dipendenti) in una palazzina vicino alla sede di Gessate. A Merate verrebbe mantenuto un reparto produttivo per la costruzione di un tipo particolare di pompe con una sala prove, quindi dovrebbero essere venduti gli immobili utilizzati. Oltre a questo è stato anche comunicato l’avvio della procedura di richiesta di Cassa integrazione straordinaria per crisi per tutti i 95 dipendenti. L’utilizzo dell’ammortizzatore non scongiurerà la riduzione dell’organico che resterà a Merate. Al termine dell’anno di cassa la Finder Pompe sarà assorbita da Aturia, diventando una divisione del gruppo”.
Per ridurre l’impatto negativo dell’utilizzo della Cassa integrazione straordinaria, Fiom e Fim Cisl chiedono la garanzia di una rotazione del personale interessato e un ulteriore sostegno economico, per poter gestire la situazione complessiva dei dipendenti e salvaguardare i posti di lavoro. “Per il momento abbiamo avuto solo risposte negative da parte di Aturia che ci ha costretto a indire le quattro ore di sciopero e il presidio per far conoscere la situazione di Finder Pompe nel territorio – prosegue –. Riteniamo che il comportamento delle multinazionali non possa essere solo un problema dei lavoratori e del sindacato, ma anche di chi ha un ruolo istituzionale sul territorio”.
Il confronto con un rappresentante della multinazionale, assistito da Confindustria, proseguirà il prossimo mercoledì 24 luglio, alle 15. Si attende la convocazione in Regione, alla Polis, passaggio previsto dalla procedura di cassa, dove “ci presenteremo, ma se non cambieranno le condizioni di utilizzo non firmeremo alcun documento”.
Per ridurre l’impatto negativo dell’utilizzo della Cassa integrazione straordinaria, Fiom e Fim Cisl chiedono la garanzia di una rotazione del personale interessato e un ulteriore sostegno economico, per poter gestire la situazione complessiva dei dipendenti e salvaguardare i posti di lavoro. “Per il momento abbiamo avuto solo risposte negative da parte di Aturia che ci ha costretto a indire le quattro ore di sciopero e il presidio per far conoscere la situazione di Finder Pompe nel territorio – prosegue –. Riteniamo che il comportamento delle multinazionali non possa essere solo un problema dei lavoratori e del sindacato, ma anche di chi ha un ruolo istituzionale sul territorio”.
Il confronto con un rappresentante della multinazionale, assistito da Confindustria, proseguirà il prossimo mercoledì 24 luglio, alle 15. Si attende la convocazione in Regione, alla Polis, passaggio previsto dalla procedura di cassa, dove “ci presenteremo, ma se non cambieranno le condizioni di utilizzo non firmeremo alcun documento”.
Comunicato stampa CGIL Lecco
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A.S.