Domenica un solo medico al Pronto Soccorso dalle 8 alle 20. Meno attività e più ricoveri sembra essere la nuova strategia

L'indicazione politica tracciata dalla Regione sembrava essere quella di ridurre gli abbandoni e i tempi di attesa dei codici gialli. Sembrava. Perchè alla luce di quanto in realtà sta accadendo nei pronto soccorso lombardi, ma qui puntiamo il faro su Lecco e Merate, la situazione è tutt'altra. E per dirla in maniera forte, quello di domani, domenica 21 luglio, per il Pronto soccorso del San Leopoldo Mandic potrebbe segnare il punto di non ritorno. La dead line, lo spartiacque tra un modo di intendere il lavoro del medico di Ps e il suo opposto. Il primo modo mira a eseguire in tempi ridotti la visita e gli accertamenti diagnostici necessari e, al più, trattenere il paziente nei locali dedicati alla cosiddetta “osservazione breve”. Il secondo, quello che sembra preferito dalla direzione strategica dell'ASST lecchese è l'esatto opposto: ridurre le prestazioni di Ps, cioè ridurre di fatto l'attività e privilegiare il ricovero. Dal quale l'azienda, attraverso la monetizzazione dei Drg ottiene le risorse dalla Regione.

Vista così si spiega perché domani, domenica, può essere il primo giorno di un nuovo corso. Infatti domani in Pronto soccorso ci sarà soltanto un medico in servizio, dalle ore 8 alle ore 20. L'allarme, per la verità, era gia scattato la prima settimana di luglio con un solo professionista in turno al mattino. Si pensava in un intervento risoluto almeno da parte del direttore sanitario di presidio, Gedeone Baraldo. Invece Baraldo, col consueto atteggiamento rassegnato, si è limitato a esortare tutti a dare il massimo. Senza però prevedere un aiuto e, addirittura, una sostituzione immediata nel caso che l'unico medico di Ps fosse impossibilitato – anche per un banale incidente stradale sulla strada da casa all'ospedale – a prendere servizio.

Una situazione desolante e, come si diceva, in netto contrasto con le linee guida nazionali che prevedono un percorso per indirizzare il paziente dimesso alle cure domiciliari, riducendo il più possibile i tempi di spedalizzazione. Qui si fa il contrario: si punta a “registrare” i pazienti che arrivano al Ps e poi indirizzarli al reparto in base alla patologia rilevata al triage. Si aggiunga che non si vede traccia di valorizzazione del personale con l’intenzione di costruire e crescere.

Il caso di domenica 21 luglio si teme non sarà isolato: per almeno tre settimane di agosto è assai probabile che più volte in turno durante l'intera giornata ci sia un solo medico. Sicuramente la mattina sarà così.

E a quel punto il risultato sarà il contrario di quello auspicato: più abbandoni e tempi d'attesa più lunghi per i codici gialli. Quanto ai codici verdi, beh quelli dovranno sperare nella buona sorte.

Anche il Ps però dovrà sperare nella buona sorte perché con questo servizio rischia di non arrivare al famoso numero di cento accessi medi al giorno. E in tal caso da h 24 passerebbe a h 12. Ipotesi che già era stata adombrata dal dg Favini all'inizio del suo mandato e poi subito sconfessata alla luce della sollevazione popolare. Non si vorrebbe che si punti a ottenere il risultato attraverso altre vie.
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