Comitato a difesa del Mandic: situazione allarmante, fuga di lavoratori e risorse inviate al Manzoni. Panzeri ''minimizza''

Manca personale e quel poco che c'è è sempre più incentivato a trasferirsi altrove. Questa la ''denuncia'' più marcata pronunciata da chi ha partecipato nella serata di lunedì 9 luglio alla terza riunione del comitato in difesa del Mandic, la prima in cui a prendere parte da auditore - o poco più - si è presentato anche Massimo Panzeri in veste di nuovo sindaco di Merate.

Il sindaco Massimo Panzeri salutato calorosamente da Francesco Scorzelli al suo arrivo

Nonostante al suo ingresso nella sala sotterranea della chiesa di Novate, dove è stato ospitato l'incontro, sia stato accolto calorosamente da Francesco Scorzelli, tra i maggiori promotori del comitato, l'apporto del primo cittadino al dibattito è stato per la verità praticamente nullo (per quanto diversamente non si possa dire nemmeno per gli altri amministratori comunali presenti).

VIDEO


Chiamato in causa più volte per le sue posizioni pressoché neutre e positiviste sulla situazione del presidio ospedaliero cittadino, Panzeri si è limitato a dire che se gli incontri del comitato non hanno troppa presa sulla popolazione meratese sarà perchè ''le persone non hanno una visione così drammatica della situazione'' (mentre altri hanno sostenuto che il problema avesse più a che vedere con il generale disinteresse alla partecipazione pubblica), che la soglia dei 100 ingressi giornalieri necessari per tenere in vita un Pronto soccorso fu veramente introdotta con il D.M. 70 del 2015 anche se in ogni caso, ha detto, ''non amo ridurre la sanità a dei numerini'' e infine, rispondendo ad una cittadina che si era detta piuttosto scoraggiata dal dover mobilitarsi in difesa di un servizio pubblico e che, di conseguenza, dovrebbe essere pienamente efficiente, che ''salute e istruzione sono al primo posto, ma sono da difendere quando i problemi sussistono realmente''.

Francesco Scorzelli

L'intento di Francesco Scorzelli, Ellis Foschini e Giuditta Pacchiarini, i tre rappresentanti sindacali interni dell'ospedale, in forze all'USB, è stato proprio quello di fare arrivare alle persone, le poche presenti, tutto lo sconforto che chi lavora o frequenta per svariate ragioni l'ospedale meratese prova quotidianamente, "per quanto Panzeri tenda a minimizzare".

Ellis Foschini

Le problematiche, anche le più note, sono state tutta passate in rassegna lunedì sera. Si è tornati a parlare della minaccia che il Pronto soccorso chiuda i battenti la notte salvo che non torni a superare i 100 accessi giornalieri e del fatto che l'unica cosa che potrebbe scongiurare questa ipotesi, cioè che il P.S. diventi un D.E.A. (Dipartimento d'emergenza e accettazione) di 1° livello, ancora non è stato possibile realizzarla perché mancano un ortopedico e un neurologo sempre a disposizione in reparto (mentre ora ci sono solo i reperibili).

Con il punto nascite ancora a rischio, visto il trend negativo di parti registrato dall'ospedale, una pediatria con sempre meno accessi e un'ortopedia senza più un ortopedico pediatrico e un primario, è stato ribadito che c'è poco da stare tranquilli. La tematica che ha tenuto più banco lunedì sera, come accennato, è stata quella relativa all'attrattività del presidio per quanto concerne l'organico.

Giuditta Pacchiarini

''Non possiamo dare la colpa al nostro direttore generale per questo'' ha spiegato Scorzelli. ''Lui i concorsi li fa, ma dall'altra parte la gente se ne va. E questo è più che altro merito di una direzione che da anni è inadeguata e non è in grado di programmare. Non possiamo pensare di andare avanti a ordini di servizio, costringendo i medici ad occuparsi del pronto soccorso quando sono stati chiamati per fare altro''.

Il sindaco di Verderio Robertino Manega

Secondo i promotori del comitato, dunque, la scarsa attrattività lavorativa che affligge il Mandic è data da una classe dirigente interna che non funziona. Se così non fosse, ha proseguito Scorzelli, il dato dei dipendenti che mediamente lasciano il presidio non sarebbe così spaventoso: 1.6 lavoratori se ne vanno, ogni giorno.

A destra Aldo Castelli

Un dato che va a braccetto con quelli riportati da Giuditta Pacchiarini relativi alle ferie arretrate e le ore di straordinario accumulate negli anni, che da soli descrivono perfettamente una situazione a dir poco svantaggiosa per i dipendenti dell'ospedale.

La d.ssa Silvia Villa

''Abbiamo 25mila ore di ferie arretrate e 55mila di straordinari'' ha spiegato la rappresentante sindacale. ''Quando chiediamo alla dirigenza come intendono ovviare a questo problema non hanno una risposta''. La situazione, lo ha ribadito più volte Scorzelli, ha comunque molto a che fare con quella più generale lombarda e nazionale. Le risorse stanziate sono poche e talvolta spese anche male.

''Il problema è che la direzione deve ragionare per capitoli di spesa'' ha spiegato. ''Ciò vuol dire che possiamo spendere 160mila euro per un parcheggio usato da cinque auto, come a Lecco, o 18mila euro per la sala fumatori dei chirurghi, come è accaduto sempre al Manzoni, ma non li abbiamo per assumere personale o convincerlo a restare''.
Presenti alla riunione come esponenti della politica locale il sindaco di Verderio Robertino Manega, il sindaco di Santa Maria Efrem Brambilla, il vicesindaco di Imbersago Elena Codara, diversi esponenti di Cambia Merate con il capogruppo Aldo Castelli e il consigliere Roberto Perego. Nessuna traccia degli amministratori degli altri paesi del circondario meratese e casatese.

Il prossimo appuntamento è rimandato a dopo l'estate con azioni da intraprendere su tutti i presidi ma in particolar modo su Merate da cui vengono "scippate" risorse per inviarle a Lecco, mentre non accade mai il contrario.
A.S.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.