Merate: il genio di Leonardo 'vivisezionato' da Mario Taddei, tra miti e false credenze

Si è svolto mercoledì presso l'auditorium di Merate l'incontro voluto dall'associazione La Semina dal titolo "Leonardo Da Vinci: artista e scienziato". Ospite e relatore il dottor Mario Taddei, storico e ideatore della mostra "Leonardo3" allestita in Piazza della Scala Milano, introdotto da Alessandro Lega, appassionato conoscitore del genio vinciano.

Alessandro Lega, Mario Taddei , Caterina Gabrielli e Pierangelo Marucco della Semina


La serata è partita da alcune domande "chi era davvero Leonardo da Vinci?" e "quello che sappiamo su di lui corrisponde alla verità?" tese a sfatare luoghi comuni, far emergere falsità, ricomprendere verità storiche per comprendere gli errori e cogliere la vera grandezza del personaggio.


L'incontro è iniziato con una serie di foto di uomini che hanno segnato la storia della nostra repubblica, da Alcide De Gasperi fino a Einaudi, che hanno potuto celebrare i 500 anni dalla nascita lasciando a noi l'anniversario dei 500 anni dalla morte. L'esposizione si è svolta attraverso delle diapositive tridimensionali che fanno parte della mostra interattiva Leonardo3 a Milano, tratte dal codice atlantico di Pompeo Leoni.

Il professor Taddei ha smontato uno dopo l'altro tutti clichè riguardanti il genio vinciano, a partire dalla sua italianità. Leonardo è l'italiano più famoso di tutti i tempi e sicuramente ci rende fieri di essere suoi compatrioti, anche se in realtà: "Un conto è vantarsi di essere come Leonardo se proveniamo da Firenze o da Vinci, ma non se siamo solo italiani, l'Italia nel 1500 ancora non esisteva".

 

Sono state poi brevemente esaminate le opere pittoriche di Leonardo, con le immagini dei dipinti in ordine cronologico dal periodo della bottega del Verrocchio in poi, definendolo come un pittore sì di grande talento, ma che come tutti commette degli errori. Ed è per questo che oggi ci rimane solo il 5% dell'originale de "Il Cenacolo", ben lungi da poter ancora essere definito un capolavoro, secondo le parole dello studioso Taddei. Così come per le altre opere pittoriche dove, secondo certe fonti, Leonardo si fece addirittura aiutare da alcuni assistenti nella realizzazione dei dipinti. "Conosciamo sicuramente altri artisti più grandi che hanno prodotto un'opera pittorica ben più vasta di Leonardo, a partire da Michelangelo per esempio". Ne emerge una figura ridimensionata che per essere compresa deve prima essere smontata.


L'incontro è continuato con una dettagliata analisi delle macchine leonardesche: la catapulta, la vite senza fine, il paracadute, le chiuse, il palombaro, la mitragliatrice, gli scii d'acqua e tutte le invenzioni che conosciamo di Leonardo, o meglio, quelle che gli sono state attribuite. "Tutto falso, preparatevi perché stasera uscirete diversi da come siete entrati" ha proseguito il professor Taddei, poiché: "Leonardo non ha inventato nessuna di queste macchine, bensì le ha copiate".

L'uomo vitruviano, come ci suggerisce il nome venne ideato proprio da Vitruvio. Leonardo lo ha solo ripreso dichiarandone addirittura la fonte di provenienza ma, come spesso accade, nessuno legge Leonardo. Così uno dopo l'altro sono caduti tutti i miti che si pensavano esser veri dall'uomo vitruviano alla catapulta inventata dai romani, alla vite senza fine in realtà di Archimede e così via.

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Leonardo arrivò a Milano nel 1482 e si presentò al palazzo ducale e per guadagnarsi la permanenza si definì ingegnere militare con il primo Curriculum Vitae della storia dove illustrava le sue invenzioni militari scrivendo "In tempo di pace so fare anche il pittore". Convinto il duca a diventare suo mecenate a quel punto al genio vinciano non resta che iniziare a studiare e copiare. Ebbene sì, il vero genio leonardesco è nato dall'osservazione di ciò che lo circonda, dalla natura e dall'uomo nella sua anatomia ma anche nelle sue invenzioni precedenti.

Il copiare di Leonardo è sintomo di genio e creatività, poiché le invenzioni precedenti vengono rivisitate, migliorate ed infine ripresentate, in questo sta il vero genio.
Si è poi passati ad un'analisi dettagliata di alcune delle circa 6000 macchine leonardesche, tra cui una sveglia ad acqua, una porta scorrevole, uno scudo che spara panni imbevuti di fuoco greco, il primo telefono della storia con un semplice sistema di tubi e molte altre.
 


L'incontro è stato interattivo e multimediale, la conoscenza del relatore così ampia da poter risolvere tutti i dubbi del pubblico e da fornire continue curiosità che hanno mantenuto il pubblico attento e interessato. Leonardo scriveva da destra a sinistra,e ha inventato il primo androide della storia e aveva pensato una città ideale dotata di porte scorrevoli. Tutti aneddotti che hanno lasciato stupiti i presenti.
A.Co.

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