Mandic: si riunisce il comitato per la difesa e traccia un quadro a tinte fosche del futuro

Il comitato per la difesa dell'ospedale San Leopoldo Mandic è tornato a riunirsi e martedì sera ha fatto alcuni passi in avanti, leggendo anzitutto il documento steso dal gruppo di coordinamento che sarà presentato al nuovo sindaco di Merate e alle amministrazioni del territorio circostante, così da fare fronte comune e avviare una raccolta firme.


La serata però è stata soprattutto l'occasione per fare il punto sulla situazione del Mandic, dopo la prima riunione avvenuta a fine marzo e che già aveva lanciato alcuni "alert" circa criticità e rischi cui si sta andando incontro. Al tavolo del relatori i membri del comitato con Francesco Scorzelli, delegato USB, che ha tratteggiato il quadro del presidio a chi non era presente la volta precedente. "Da ottobre 2017 abbiamo una media di un dipendente al giorno che se ne va o comunque che lascia l'ospedale per varie ragioni" ha spiegato "e questo è sintomo di una gestione pessima del personale". E focalizzandosi sulle recenti nomine dei primari, Scorzelli ha rimarcato come la scelta di professionisti, pur eccellenti ma vicino alla pensione non li porterà certo "a fare qualcosa di storico". La presenza del neo comitato, ha poi ribadito, ha scongiurato che la fuga di anestesisti da Lecco potesse riflettersi sul Mandic con un "prelievo" massiccio di personale o peggio con la chiusura della Rianimazione, fatto questo che "avrebbe causato una sollevazione popolare. Ricordatevi che quando dai piani alti non hanno paura della gente allora fanno quello che vogliono". Scorzelli ha ribadito, come già fatto in occasione della prima riunione, la china che si sta seguendo sulla stroke unit dove mancando la guardia attiva (un neurologo h24) per le direttive regionali il reparto (che ora conta 6 posti letto intensivi) debba essere chiuso. "Così facendo si riducono i posti letto a posti "riabilitativi" e questo disincentiva qualunque neurologo a restare. I medici bravi se ne vanno". Passando alla chirurgia "abbiamo l'attività ridotta a un terzo perchè non ci sono pazienti chirurgici, quindi non sappiamo se ridurranno o chiuderanno...certo continuando a lasciare posti vuoti...". La lieve soddisfazione espressa per la Tac nuova in fase di installazione si è però subito smorzata parlando di liste di attesa. "Sono stati stanziati 300mila euro per recuperare sui tempi di attesa e gli interventi. Per il cittadino non cambia, ma questi soldi in più sono finiti nell'area a pagamento di medici e infermieri per il periodo gennaio/marzo. Peccato che la delibera che li stanziava sia stata pubblicata solo il 23 marzo". 

Si è poi parlato dei rischi che corre il punto nascite avvicinandosi alla soglia dei 500 parti l'anno, della fuga dei tecnici di laboratorio, dell'esternalizzazione di servizi in appalto (il prossimo sarà quello dei magazzinieri della farmacia), ecc Terminato il quadro a tinte fosche sull'ospedale si è proceduto a raccogliere le prime firme di aderenti al comitato e a nominare quali portavoce Giuditta Pacchiarini e Manuela Pirola. All'auspicio da parte del pubblico che tra le priorità delle liste in campo per le amministrative ci sia l'ospedale, si è affiancata qualche critica per la presenza al tavolo del comitato di esponenti del Movimento Cinque Stelle ed è stata ribadita la necessità di smarcare assolutamente le iniziative da qualsiasi colore politico.
S.V.
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