Aprile 1919: dalle macerie dell' Europa nasce l'avventura del Bauhaus, un sogno di pochi destinato a cambiare la vita di molti
Cento anni fa nella città tedesca di Weimar, in quei mesi cuore politico della nuova Germania uscita a pezzi dalla guerra, prendeva le prime mosse l'Istituto Statale del Bauhaus ( Staatlitches Bauhaus). Da un'idea nata alcuni anni prima, unificando la Scuola di Arti Applicate e l'Istituto di Belle Arti della Sassonia, nasceva, sotto la direzione dell'architetto Walter Gropius, questa esperienza didattico-artistica innovativa, destinata a segnare il passaggio al Modernismo nel campo dell'architettura, del design e delle arti applicate.
I maestri del Bauhaus
La scelta del nome aveva però attinto a radici antiche: "Bauhütte" era il termine tedesco che identificava la "loggia dei muratori", la struttura che ospitava le preziose maestranze specializzate nella costruzione delle cattedrali gotiche medioevali. Un esempio di unità, collaborazione e vita in comune tra professionisti di grande esperienza, rivolta alla realizzazione di opere imperiture.L'intento di Gropius era infatti quello di rilanciare le discipline di arte, architettura, e del nascente design, unificandole in unica esperienza fortemente connessa alla produzione industriale in cui un gruppo di professionisti ed artisti, motivati da una visione comune, potesse formare nuove figure professionali ed allo stesso tempo progettare edifici, oggetti, opere d'arte destinate al grande pubblico.
Studentesse del Bauhaus
La realizzazioni di opere funzionali, tecnologicamente avanzate ed allo stesso tempo esteticamente rilevanti che potessero entrare nella vita delle persone comuni, in particolare della borghesia europea che usciva dalla carneficina della guerra senza più punti di riferimento ed in una profonda crisi di ideali.
Il Bauhaus a Weimar era situato nell'edificio che aveva ospitato la Scuola di Arti Applicate del Gran Ducato di Sassonia progettato dal fiammingo Henri Van der Velde che, al momento della sua espulsione a causa della guerra, aveva indicato Walter Gropius come suo erede ideale.
Casa degli insegnanti a Dessau
A collaborare all'ambizioso progetto vennero chiamate, nel corso degli anni, personalità delle avanguardie artistiche e dell' architettura allora emergenti e che ora sono riconosciuti universalmente come maestri indiscussi: i pittori W. Kandinskij, P. Klee, L. Feininger, L.Moholy-Nagy, O. Schlemmer, G. Muche; gli architetti A. Meyer, L. Mies van der Rohe, M. Breuer, H. Meyer; gli studiosi di percezione visiva e colori J. Itten e J. Albers; pionieri della fotografia e della grafica come H. Bayer.L' esperienza del Bauhaus era totalizzante sia per i docenti che per i discenti, tra i quali la quota femminile era particolarmente rappresentata. Alle attività didattiche si aggiungevano mostre, esposizioni, feste tematiche, rappresentazioni teatrali e musicali, gite culturali che creavano un notevole affiatamento nel gruppo.
Il ritratto di W. Gropius
I principi che costituivano le basi ideali del Bauhaus erano semplici, rivolti alla modernità ma anche fortemente radicati nella tradizione millenaria dei grandi costruttori del passato.Il corso di studi era organizzato in maniera che all'insegnamento formale fosse affiancato un insegnamento pratico di tipo artigianale, affinché gli studenti, attraverso il lavoro manuale, prendessero conoscenza dei vari materiali, del loro utilizzo pratico, dei problemi della produzione di qualsiasi tipo di opera: dall'edificio al poster pubblicitario, passando per tutto quanto attiene alla vita pratica dell'uomo moderno.
Laszlo Moholy-Nagy affermerà "...L' obiettivo del Bauhaus non è l'oggetto, ma l'uomo"
Quale manifesto inaugurale della scuola fu scelta un'opera di Lyonel Feininger del 1913 che rappresentava in maniera stilizzata la cattedrale di Gelmeroda, cittadina alle porte di Weimar, contornata da tre raggi di luce che rappresentano la pittura, la scultura e l'architettura.
Le figure geometriche basilari quali il quadrato, il triangolo, il cerchio ed i colori primari - rosso, giallo, blu- con le loro suggestive combinazioni, erano quasi sempre presenti nelle opere prodotte: case unifamiliari, decorazioni di interni, mobili, oggetti di arredo, costumi teatrali, opere d'arte in genere.
La quintessenza di questa impostazione è ben rappresentata dal famoso "ufficio del direttore" realizzato a Weimar da Gropius nel 1924, in cui uno spazio perfettamente cubico è arredato con mobili, oggetti ed accessori in cui il quadrato ed il cubo sono le forme ricorrenti.
Nel 1925, con il cambio di governo avvenuto in Turingia, cessarono i finanziamenti pubblici ed il Bauhaus si trasferì allora a Dessau in un edificio appositamente progettato da Gropius in perfetto stile razionalista; vennero realizzate anche le case dei docenti che vi si trasferirono con le loro famiglie rendendo il clima della scuola ancora più simile a quello di un moderno "campus".
La fase di Dessau che durò fino al 1932 si caratterizzò per un maggiore impulso dell'architettura rispetto all'artigianato, sopratutto sotto la direzione di H. Meyer e successivamente di L. Mies van der Rohe. Rimase comunque immutato il clima di unità, pur con qualche uscita di scena tra i protagonisti della prima ora.
Il Bauhaus, con il passare degli anni, assunse sempre più il ruolo di baluardo culturale contro l'ascesa del nazismo, e ciò contribuì non poco alla sua chiusura che avvenne per il taglio dei fondi pubblici nel settembre del 1932. L. Mies van der Rohe, che era allora il direttore e che godeva fama di personalità autorevole ed indipendente, tentò la riapertura come istituzione privata a Berlino, ma nell'aprile del 1933 la scure del nuovo potere politico si abbatté definitivamente sulla scuola decretandone la fine.

Studio dei colori di J. Itten
La produzione ed il pensiero di questi maestri, dai grattacieli e musei di New York, Chicago o Berlino, agli oggetti di arredo ed alla grafica pubblicitaria che possiamo ancora oggi incontrare nelle nostre case, nei luoghi di lavoro, nelle attività commerciali, è ancora fortemente presente ed apprezzata.
Walter Gropius dichiarò più volte che non esisteva uno "stile Bauhaus" perché l'affermazione di uno stile era l'esatto contrario delle intenzioni della scuola, che aveva invece come unico scopo quello di fornire ai professionisti del futuro gli strumenti di conoscenza e l'esperienza diretta per riuscire a creare, in piena libertà, tutto quello che avrebbe potuto migliorare la vita dell'uomo moderno.
Una scommessa coraggiosa e generosa verso l'umanità, sopratutto quella europea, che uscita penosamente dal tritacarne della guerra, sarebbe a breve entrata nel tunnel dei totalitarismi.
Una moderna reinterpretazione del termine greco "σχολή" ( skholé), da cui la nostra parola "scuola", che significava originariamente: tempo libero dedicato allo svago della mente, allo studio, all'approfondimento.
" ...se il tuo contributo è stato vitale, ci sarà sempre qualcuno che riprenderà da dove hai lasciato, e questo sarà il tuo diritto alla immortalità"
Walter Gropius
P.C.