Merate: l'avv. Vivenzio si è chiamato fuori E il centrodestra perde la miglior pedina

Alla base di questa clamorosa decisione ci sono ragioni personali ma anche divergenze di vedute, soprattutto sulla modalità con cui si è aggiunti all'alleanza tra parte del gruppo uscente di maggioranza e l'opposizione leghista. Peraltro si erano già chiamati fuori esponenti di primo piano di "Più Merate" come l'ex capogruppo Ernesto Sellitto e le assessore Federica Gargantini e Silvia Sesana.
Restano in campo Fiorenza Albani, premiata con un posto anche nel consiglio provinciale, Fabio Tamandi e Giuseppe Procopio oltre a Casaletto che ha condotto le trattative per la nuova alleanza con il segretario cittadino della Lega Franco Lana.
Massimiliano Vivenzio è l'unico esponente della maggioranza che ha maturato anche una vasta esperienza in organismi sovracomunali e nelle partecipate. Attualmente è uno dei cinque componenti del Consiglio di Rappresentanza dell'Agenzia di Tutela della Salute "Brianza" che coordina l'attività delle aziende ospedalieri di Monza, Vimercate e Lecco. Rappresenta Merate in Silea e ha partecipato a tutte le fasi del lungo braccio di ferro con Lario reti Holding.
Un'esperienza di cui si priva la compagine di centrodestra destinata a pesare molto in campagna elettorale. Ma, ancor più, in caso di vittoria, nella gestione dell'attività amministrativa di Merate. Vivenzio non ha mai nascosto le difficoltà di lavoro con alcuni colleghi di gruppo e con lo stesso Sindaco.
Forse anche per queste ragioni ha preferito chiamarsi fuori. Ora il gruppo, dal punto di vista della caratura politica e dell'esperienza sovracomunale può contare soltanto su Andrea Robbiani, le cui quotazioni salgono giorno dopo giorno sia tra i candidati già selezionati da Panzeri, sia all'interno della sezione leghista.
Nel frattempo qualcuno si chiede: che cosa farà ora Vivenzio? Non mancano le attese che dopo qualche giorno di riflessione possa decidere si scendere in campo con una propria lista, cui potrebbero aderire personaggi di rilievo che hanno preferito non restare nel gruppo di centrodestra.
Insomma la questione è più che mai aperta.
