Al Mandic manca un Direttore. Necessario per gestire l’azienda
E' poca cosa ma, al contrario, è una gigantesca spia dell'assurdità della situazione in atto al San Leopoldo Mandic. Prendiamo a prestito le parole pronunciate al suo arrivo del dottor Alessandro Spreafico, eccellente primario di Ortopedia, che continua la tradizione di una struttura capace di erogare prestazioni di elevata qualità. Dunque, ha detto Spreafico, 62 anni, una lunga carriera alle spalle: il Mandic è un ospedale straordinario perché animato da professionalità di alto spessore e da un personale paramedico che ha un fortissimo senso di appartenenza. Professionalità e senso di appartenenza assieme, merce rara tra i presidi ospedalieri .
Però poniamo una domanda, che riteniamo fondamentale ai fini del ragionamento: si è mai vista un'azienda di trecento dipendenti e 250 milioni di fatturato senza un direttore? No. Mai vista. Il Mandic invece sta così. Fino al 2014 aveva un direttore amministrativo con funzioni anche di direttore di presidio: il dottor Giacomo Molteni. Fosse ancora in servizio la pur modesta disfunzione di cui sopra non si sarebbe verificata. C'era un direttore sanitario, la storica dottoressa Patrizia Monti. Oggi non c'è alcun responsabile. Il dottor Gedeone Baraldo svolge la funzione di direttore medico di presidio a Lecco, Bellano e, dopo la partenza del bravo Ermete Gallo, anche a Merate.
Ecco, noi crediamo che questo sia un punto centrale. Non si può lasciare una struttura così importante senza un direttore. A meno che la direzione strategica decida di dividersi nei presidi aziendali. Possibilmente con Vito Corrao di stanza fissa a Merate e Paolo Favini di stanza fissa a Lecco.
Scendere al Mandic solo in modo occasionale non basta assolutamente. Si dia a un presidio così importante il valore che merita con una autentica governance locale.
P.S. Detto di sfuggita, dottor Spreafico non si faccia tentare da quota 100. Per cortesia!