Accadeva 30 anni fa/80 – marzo: si gettano le basi per le due caserme dei carabinieri e dei pompieri. Si scatena la malavita

Marzo si apre con una buona notizia pur dentro una immane tragedia: lo sciacallo che aveva rubato le fedi dei due ragazzi di 19 e 23, lei incinta di 8 mesi, morti la sera di carnevale in uno spaventoso incidente stradale a Merate, forse conscio dell'azione vergognosa commessa, restituisce gli anelli, gettandoli nei pressi della redazione del settimanale cittadino, racchiusi in un involucro. L'incidente aveva commosso l'intera città, per la giovane età delle vittime e le condizioni della ragazza. Almeno uno spiraglio di umanità nel cuore dello sciacallo per dare un minimo di consolazione ai genitori.

Ma altre tragedie insanguinano quei primi giorni di primavera secondo il calendario metereologico: quattro vittime della strada in altrettanti incidenti nel meratese. Una scia di dolore e morte che sembra inarrestabile.

Assai meno grave ma comunque preoccupante la situazione del ponte San Michele che il giorno 6 viene definitivamente chiuso al traffico pesante. I camion con peso superiore alle 33 tonnellate devono da quel giorno scavalcare il fiume a Brivio e a Trezzo. Le polemiche infiammano il dibattito anche per il ritardo con cui l'amministrazione provinciale di Como, competente per un tratto di ponte, ha preso questa decisione. Transitano ancora gli autobus ma, come le auto, a non più di 30 chilometri l'ora. Venti chilometri l'ora sono la velocità massima consentita ai treni. Tutti attendono il nuovo viadotto della pedemontana anche se il tracciato inizialmente previsto nel territorio casatese suscita la reazione negativa soprattutto del Pci.

La Commissione lavori pubblici di Merate dà il via libera al piano di risanamento della riserva lago di Sartirana redatto dagli ingegneri Bruno Scavi e Emilio Viganoni. Un piano ambizioso dal costo di oltre 1 miliardo che parte con la costruzione di una casetta da 150 mq. fuori dalla riserva stretta e dalla realizzazione di un percorso pedonale attorno allo specchio d'acqua. Ma gli interventi più significativi programmati - e realizzati in minima parte - sono il taglio del canneto e l'asportazione delle radici con una riduzione molto consistente del canneto stesso nonché l'aspirazione della fanghiglia per almeno un metro di profondità. Altri 150 milioni vengono destinati alla messa in acqua di una zattera galleggiante dotata di strumenti di precisione per misurare la temperatura dell'acqua e dell'aria, la velocità di venti e correnti, il grado di ossigenazione e l'intensità delle piogge.

 

Il meratese è in lutto per la scomparsa del dottor Walter Manenti, primario di chirurgia al Mandic, deceduto dopo qualche giorno di ricovero in rianimazione all'età di 56 anni. Manenti risiedeva a Merate con la moglie e un figlio. Laureato nel '59 era giunto al Mandic nel '61. Una carriera brillante per un professionista dal tratto molto umano.

Il dr. Walter Manenti

La malavita si scatena a primavera. Attorno al 21 del mese di marzo una serie di aggressioni e rapine scuotono il meratese. A Montevecchia un uomo di 46 anni viene avvicinato da cinque giovani a bordo di una vecchia Fiat 127. Uno di questi gli intima di consegnare il portafoglio. L'uomo arretra, tenta di fuggire ma uno dei malviventi scende all'auto e lo colpisce violentemente col calcio di una pistola. Il 46enne cade svenuto mentre il giovane gli sfila il portafoglio dalla tasca della giacca, risale in auto che parte a tutta velocità facendo perdere ogni traccia. A Brugarolo invece una ragazzina tredicenne viene aggredita, legata e imbavagliata da un ladro che poi rovista la casa alla ricerca di denaro e preziosi. Ma all'improvviso rientra la nonna che, accortasi di quanto stava accadendo si mette a urlare. Il bandito fugge dalla finestra usando un lenzuolo come liana. A Lomagna l'ennesima rapina all'ufficio postale. La settima in pochi anni. Altro bandito, sempre armato di pistola. Panico e poi rabbia delle due addette e del direttore dell'ufficio. Furti anche a catena. Tra i più clamorosi quello a una profumeria di via Bergamo razziata e un salumificio a Imbersago dove un uomo con noncuranza è entrato ha asportato una quindicina di pezzi di "crudo" e se n'è andato evitando i lavoratori che si erano accorti della sua presenza e il vigile che tentava di bloccarlo. I carabinieri, intanto, ingaggiano uno scontro quotidiano con gli spacciatori. Merate sembra un crocevia della droga. In una settimana sei arresti. Ma le forze in campo sono esigue.

Difatti il sindaco Giacomo Romerio annuncia che l'incontro del 14 marzo con i colleghi degli altri otto comuni afferiti alla stazione carabinieri di Merate, è stato proficuo e che quindi si può cominciare a ragionare sulla costruzione di una nuova caserma. L'attuale è in via Verdi, nei pressi del panificio Tamandi. E' piccola e non può ospitare i rinforzi che pure l'Arma vorrebbe inviare. L'idea è appena abbozzata però già si pensa ad un'area in via Como, di fronte alla pista di pattinaggio. Il Comando di Compagnia arriverà. Ma qualche anno dopo. Nell'attesa il meratese è alla mercé della delinquenza, soprattutto quella giovanile. La tossicodipendenza, in quegli anni dilagante, è la prima causa che spinge un ragazzo a rubare. Nei primi tre mesi del 1989 si contano circa duecento furti d'auto e un numero imprecisato, perché quasi mai le vittime denunciano, di furti di autoradio. Crescono in maniera esponenziale anche i furti in appartamento.

Intanto trova soluzione la vicenda del Vigili del Fuoco, rimasti senza...." piantone". Il teledrin ha funzionato ma l'uomo di stanza nel distaccamento di piazza San Bartolomeo fa la differenza. A offrirsi volontario è Angelo Colombo, pompiere, che lascia la casa di Montevecchia con la moglie e tre figli e, tutti assieme, si sistemano nei locali sopra la rimessa. E il servizio puntuale h 24 riprende.

A Merate tengono banco tre temi: la cessione dell'area Cazzaniga per finanziare con l'ipotetico ricavato le caserme dei carabinieri e dei vigili del fuoco; l'intitolazione del liceo scientifico alla matematica montevecchina Maria Gaetana Agnesi; la realizzazione della nuova chiesa di Sartirana su progetto dell'architetto Mario Botta. In quest'ultimo caso l'intera frazione è mobilitata per raccogliere i fondi necessari a integrare lo stanziamento della Curia. Ai cittadini il Comitato spiega che l'investimento è stimato in 1,5 miliardi di lire per cui sarà necessario il concorso mensile di ogni famiglia. La Giunta municipale di Merate, invece, ha accolto la proposta del Collegio dei docenti del liceo di intitolare il plesso alla professoressa Agnesi. L'area di via Cazzaniga, infine, resterà di proprietà pubblica e qualche anno più tardi sarà interessata ad una edificazione progettata ancora dal Botta ma poi stroncata da un referendum consultivo popolare. Nel frattempo il mondo delle piccole cooperative di consumo è interessato a continui processi di aggregazione. La Coop. La meratese dopo aver incorporato la piccola cooperativa "Indipendenza" di Imbersago si appresta a acquisire anche la Cooperativa Familiare di Osnago.

80/continua

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