Merate: allarme per la Stroke Unit senza il neurologo h 24 il servizio rischia la chiusura

L'allarme lanciato durante l'assemblea organizzata dal sindacato di base sul futuro della "Stroke Unit" è soltanto l'ultimo in ordine di tempo. E peccato che, al solito, la classe politica meratese, al contrario di quella casatese, sia brillata per assenza. Come se il problema del presidio Leopoldo Mandic fosse solo un fastidio rispetto ai grandi piani di investimento che sul finire della consigliatura la maggioranza in carica sta varando.  Due parole intanto sulla funzione di questo servizio: quando ci si parla di stroke unit ci si riferisce a ospedali che possiedono al loro interno dei posti letto dedicati alla degenza e alla riabilitazione delle persone colpite da ictus. Ciò che però realmente contraddistingue un reparto del genere è l'équipe che si occupa della parte interventistica. Una stroke unit perfettamente funzionante dovrebbe avere a disposizione medici interventisti e neuroradiologi 24 ore su 24. La neurologia del Mandic ha una sua brillante tradizione. Con Ferdinando Schieroni primario, l'ospedale si dotò, tra i primi in Lombardia, della stroke unit. L'ictus  (stroke in inglese) è una malattia cerebrovascolare che si verifica, nell'80% dei casi, quando un'arteria cerebrale si chiude improvvisamente, determinando la brusca interruzione dell'apporto di sangue a una regione dell'encefalo. Solo nel 20% dei casi si verifica invece un'emorragia cerebrale per rottura di arteria. Le malattie cerebrovascolari rappresentano la 3° causa di morte in Italia: l'evenienza di una grave disabilità residua altera irrimediabilmente la qualità della vita sia delle persone colpite che delle famiglie dei pazienti, in quanto ne determina una più o meno reversibile compromissione dell'autosufficienza. La perdita di una funzione neurologica è la prima causa di invalidità permanente in Italia come nel mondo. La rapidità di intervento non solo salva la vita ma riduce i danni spesso permanenti. Per come è strutturato e classificato l'ospedale di Merate la presenza del neurologo nelle 24 ore, condizione indispensabile per l'attività di "Stroke Unit", dovrebbe essere data per scontata. Ma così non è.

Proviamo a fare un poco di chiarezza nel campo della rete ictus.
La normativa prevede una serie di aree con ospedali spoke dove si fa la trombolisi endovenosa che, se eseguita entro un certo tempo, dà anche risultati soddisfacenti salvando il paziente e le sue funzionalità.
Ci sono poi casi che richiedono un intervento di disostruzione meccanica che va fatta negli ospedali hub perchè il paziente è arrivato fuori tempo massimo o perchè già fin dall'inizio è stato indirizzato lì.
Per garantire la copertura del territorio serve un numero sufficiente di ospedali spoke e un certo numero di posti hub che si fanno carico di una percentuale minore di casi ma di secondo livello, dove altrimenti sarebbe necessario un neuroradiologo e un neurologo.
Merate oltre ad essere storicamente una delle prime stroke unit svolge una funzione di spoke di eccellenza, con sforzi enormi e risultati eccellenti ma senza quella che dovrebbe essere la dotazione necessaria, quindi un servizio di guardia attiva con neurologo h24.
L'insidia si incardina proprio qui. Si vuole che Merate si strutturi anche sulla carta come spoke per la rete ictus e quindi lo si vuole dotare di mezzi e uomini sufficienti a strutturarla realmente non lasciando che siano solo gli operatori con sforzi enormi a garantire un livello elevato di prestazioni? Oppure c'è la volontà, dei piani alti o intermedi non è dato saperlo, di "approfittare" di questa condizione di "non adeguatezza" sulla carta per trasferire pian piano un po' di patologie, dirottandole per esempio come già accade inspiegabilmente in altri ospedali della zona, per far spostare poi i numeri e poi asserire che l'h24 non serve?

Con la "Stroke" un professionista è stimolato a partecipare al concorso al Mandic, proprio perché opera anche nella fase acuta della malattia e non solo in quella successiva della riabilitazione.
Quello denunciato dagli organizzatori della partecipata assemblea è il pericolo più sottile, sottolineato più volte anche da questo portale: ridurre progressivamente la capacità operativa di un reparto per poi poterlo definire sotto gli standard regionali e quindi non più confermabile nel piano organizzativo aziendale. E' stato così per molti servizi di cui abbiamo dato notizia in questi anni senza peraltro suscitare alcun interesse negli amministratori cittadini. L'allerta quindi deve essere al massimo livello anche perché il volume complessivo dell'attività di Neurologia è in crescita grazie all'ottima funzionalità del reparto. Ma senza la "Stroke unit" l'attrattività calerebbe parecchio e già ora il 118, non è chiaro seguendo le indicazioni di chi, dirotta sistematicamente i colpiti da ictus a Lecco.

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