Convegno PD: quale futuro per l'energia?
"Energia: il futuro passa da qui!" non è stato solo il titolo dell’incontro (13 aprile 2011, Malgrate) del Forum Ambiente e Territorio del PD di Lecco che è stato coordinato da Giampietro Tentori e che ha visto un’interessante relazione di Matteo Pini, giovane ricercatore nel campo energetico. "Energia: il futuro passa da qui!" vuole essere una provocazione e uno slogan politico del PD, un messaggio chiaro sull’importanza dell’adozione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia nel nostro Paese. Il quadro mondiale ed europeo nel quale ci troviamo è contrassegnato dalla netta prevalenza delle fonti di energia "termica" (70% a livello mondiale, 59% in Europa), seguite dall'idroelettrico (16% in entrambi i casi) e dal nucleare (13% nel mondo, 23% in Europa), con un basso impatto delle "energie rinnovabili". Pure in Italia la fa’ da padrone il "termoelettrico" tradizionale, con un 77% di incidenza, nell'ambito del quale è il gas ad avere la netta prevalenza (67%) rispetto al carbone (18%), al petrolio (7%) ed altri combustibili (7%). In questa situazione, l'importazione di energia è sempre cresciuta dagli anni '70 in poi, con una bolletta energetica sempre più "salata" per il nostro Paese, al primo posto in Europa in questa speciale classifica insieme a Cipro. Gli ultimissimi dati segnalano un incremento della produzione elettrica da fonti rinnovabili, la cui incidenza rimane peraltro bassissima. Tutto ciò ci dice chiaramente come sia necessario un nuovo piano energetico nazionale e un nuovo modello di sviluppo! Anche le fonti rinnovabili peraltro hanno un limite e questo consiste nel fatto che possono arrivare a coprire al massimo il 20% del fabbisogno della rete elettrica, per problemi connessi alla stabilità della rete e per i maggiori costi dovuti agli accumulatori di energia. Per quanto riguarda il nucleare, si tratta di un settore "stagnante" da almeno 15 anni. Attualmente sono attivi nel mondo 436 reattori in 30 paesi. Molti ed evidenti sono i suoi limiti: oltre alla mancanza di controllo, il costo finale che è superiore a quello di carbone e gas, i tempi lunghi di costruzione di un impianto (7/10 anni), il fatto che non sia attivo nessun sito di stoccaggio ecologico e che siano incerte le stime sui costi di processamento e stoccaggio delle scorie. Tre gravi incidenti (Three Mile Island nel 1979, Chernobyl 1986, Fukushima 2011) ne mettono completamente in discussione la sicurezza, pur nella diversità fra gli stessi. Partendo da questi dati il PD esprime la sua contrarietà al nucleare anche perché lo smantellamento delle centrali presenta poblematiche irrisolte e costi elevatissimi, oltre al fatto che il nucleare ha costi che si trascinano per centinaia d'anni con siti da sorvegliare. Il Dott. Pini durante l’incontro ha descritto il possibile scenario per l'Italia nel 2030, che probabilmente non si discosterà da quello attuale, con la prevalenza del gas naturale come fonte energetica e ha concluso auspicando lo sviluppo della ricerca per un futuro diverso e, nell'ambito delle strade percorribili in questo senso, ha evidenziato l'importanza del risparmio energetico ottenibile negli edifici. Molto interessante anche il dibattito che ne è seguito e nel quale è emersa nettamente la contrarietà dei presenti all'opzione del nucleare e l'importanza di un'ampia partecipazione al referendum del 12 giugno.