Vivenzio: Giusi un’amica vera, Boscagli un riferimento per me, oggi Piazza è il suo erede. Panzeri guiderà il centrodestra

Il primo pensiero va a Giuseppina Spezzaferri, già assessore alla cultura con Robbiani e Massironi, recentemente scomparsa, cui giovedì è stato intitolato l'auditorium del municipio di Merate.
"Eravamo veramente amici, un'amicizia sincera e per tanti aspetti complice. Lei mi considerava un punto di riferimento; io le facevo spesso da sponda per sostenere in Giunta le sue  proposte. Ci vedevamo nell'ufficio di lei e mi raccontava le sue idee su determinati progetti. Poi in Giunta le illustrava e non appena veniva sollevata qualche perplessità io le sostenevo il progetto avallando le sue proposte. A volte dovevo invitarla a ragionare bene sui pro e i contro di certe iniziative, ma era una volitiva e se una cosa l'appassionava era quasi impossibile fermarla.  Per me Giusi è stato un esempio di passione. In più occasioni le ho detto che se avessi avuto solo un'unghia del suo entusiasmo avrei potuto essere un ottimo amministratore. Era il mio modo semplice e vero di renderle merito per quanto riusciva a fare per la città. Le manifestazioni di affetto che sono state inviate nei giorni successivi alla sua morte ne sono la prova. Le abbiamo intitolato l'auditorium comunale, ma a me resterà un bellissimo ricordo grazie ad alcuni messaggi che mi aveva inviato quando, un mese prima che iniziasse il suo calvario, ci confrontavamo sul prosieguo del nostro impegno amministrativo. Sono veramente grato di aver beneficiato dell'amicizia sua e di Alberto".

     


Massimiliano Vivenzio assessore all'urbanistica


Massimiliano Vivenzio, 53 anni il prossimo 20 aprile, pochi giorni dopo il compleanno del suo amico e sodale Dario Perego, avvocato, assessore all'Ecologia con Andrea Robbiani cui ha aggiunto l'urbanistica nella consigliatura che volge al termine; membro del Consiglio di Rappresentanza dell'Agenzia di Tutela della Salute, portavoce della città nelle municipalizzate, una prospettiva come candidato alla massima carica cittadina, venuta meno per scelta personale, nonostante il manifestato appoggio del gruppo "Più Merate". E ora probabile consigliere nella nuova alleanza Lega-Forza Italia. Vediamo con Vivenzio di analizzare i temi fondanti dell'attualità storica che certamente ritroveremo nei programmi elettorali. Partiamo dal grande progetto di riqualificazione di via Verdi.    
"Io sono tra quelli che pensano che via Verdi vada riqualificato. Non certamente per ragioni elettorali, considerato che Battista Albani con il nuovo municipio ha perso le elezioni. Ad onor del vero il progetto presentato in commissione non mi appassiona particolarmente, ma credo che un intervento del genere debba essere più strategico che non estetico. Quindi occorre avere ben chiaro l'obiettivo che si intende perseguire. Non va infatti dimenticato che si interviene su un'arteria che conduce al polo scolastico e all'Ospedale e dove insistono strutture pubbliche come il CDD o il nido per l'infanzia. Non si può quindi pensare di modificarne la vocazione di via principale della città, ma certamente possono essere studiati interventi per una effettiva "messa in sicurezza" e soprattutto tali da evitare che possa essere utilizzata quale by-pass del traffico della ex statale. La grande occasione di riqualificazione - a mio modo di vedere - è data dalla possibilità di valorizzare le linee guida del PGT, potenziando e riqualificando i collegamenti da e verso il nucleo storico, andando a creare quelle connessioni e quei percorsi brevi attraverso i quali muoversi in ambito cittadino con mezzi diversi dall'auto".    



Passiamo all'altro tema caldo, il presente e il futuro del San Leopoldo Mandic.  
"L'ospedale è la prima azienda del nostro territorio e solo questa considerazione basterebbe a far capire l'importanza strategica che ha per l'area della Brianza Lecchese. Non solo in termini di servizio che offre, ma anche più semplicemente in termini di indotto economico. E' normale quindi che il territorio ed i sindaci prestino grande attenzione al mantenimento dei servizio e soprattutto a adeguati  livelli prestazionali. Si discute spesso sul futuro della struttura e su possibili azioni di sbilanciamento in favore del sovradimensionato ospedale di Lecco. Purtroppo il nostro Ospedale per molti operatori non ha appeal e credo che solo strutture di elevata specializzazione ed eccellenza quali ad esempio la Ginecologia possano rappresentare elementi catalizzatori. Anche la Pneumologia potrebbe divenire ulteriore elemento di eccellenza. Del resto l'eccellenza ha rappresentato negli anni passati il valore aggiunto del Mandic e su questo bisogna proseguire l'azione per evitare che strutture nuove come Vimercate possano distrarre utenza. La partita poi si gioca sicuramente su altri tavoli di livello superiore, ma gli amministratori hanno lo strumento della politica per fare leva e dovranno sempre prestare grande attenzione a due cose: la prima è il POAS (Piano Organizzativo Aziendale Strategico) ossia il documento con il quale viene definita e aggiornata la struttura organizzativa dell'ASST e dove vengono delineate le direttrici di sviluppo dell'attività di programmazione aziendale. Già dalla lettura è possibile capire se si intende investire o meno sul nostro ospedale. La seconda, più semplice, è quella del dialogo costante con chi opera all'interno del Mandic raccogliendo le sollecitazioni ed aprendo con la Direzione strategica e le rappresentanze di presidio un tavolo permanente territoriale sui temi più caldi che periodicamente investono la struttura. Si pensi solo alla cronica difficoltà della gestione dei picchi di emergenza-urgenza con il P.S. sovraffollato ed in evidente difficoltà nella stabilizzazione del personale. Anche la collocazione di un Presst quale luogo di integrazione del sanitario con il socio-sanitario ed il sociale rappresenterebbe un ulteriore slancio per la valorizzazione dell'intero comparto".  



Terzo tema, che noi per la verità collochiamo al primo posto, la creazione del grande parco urbano a nord della città.   
"Merate è già di per sé un parco urbano. Esistono grandi aree da poter connettere in rete e valorizzare ai fini naturalistici. Il Lago di Sartirana e la riserva rappresentano indubbiamente il sito naturalistico più importante, ma esistono o vanno recuperate numerose connessioni con le diverse aree panoramiche adiacenti. Già oggi è stata recuperato un intero segmento di sentiero che dal centro arriva fino a Sartirana. Un ruolo di primo piano potrà averlo anche il Bacino di San Rocco che verrà acquisito formalmente entro questo mese. In uno dei prossimi consigli comunali andremo a deliberarne l'acquisizione al patrimonio comunale e dopo tale atto si potrà intervenire per la riqualificazione. Abbiamo partecipato al progetto di valorizzazione della ciclo stazione ed ora partecipiamo anche al progetto che sta portando avanti Olgiate Molgora per il recupero di quasi 8 km di rete ferroviaria dismessa. Un bell'esempio di gestione unitaria del territorio che credo debba estendersi ad altre forme di collaborazione".  





Dai programmi alle persone che li hanno o li dovranno tradurre in opere pubbliche. Qual è stato il suo rapporto con Andrea Robbiani e Andrea Massironi?  
"Il mio rapporto con i due sindaci non è stato certamente sempre di rose e fiori. Con Massironi mi differenzia l'approccio ai problemi. Massironi è un uomo del fare e le soluzioni le vuole subito. Questo lo ha indotto ad essere spesso "un uomo solo al comando". Per indole fa fatica ad attendere i tempi amministrativi e la mia prudenza mal si concilia con la sua filosofia. Ci siamo confrontati anche aspramente durante la legislatura, ma devo riconoscere che in questi cinque anni si è sobbarcato un gran lavoro e a maggio lascerà un comune non solo con i conti a posto ed alcune opere completate, ma anche con un potenziale di investimenti di assoluto rilievo. Chi arriva dopo deciderà il dove ed il quanto appostare le cospicue risorse finanziarie disponibili. Un vantaggio che non ha trovato Robbiani all'inizio del suo mandato. Siamo andati d'accordo fino all'estate del 2013 quando in una intervista dissi apertamente che avrebbe pagato il dazio del poco appeal verso i meratesi. Fui severo e non era certo mia intenzione mettere in crisi l'alleanza con la Lega, ma quell'intervista fu letta come una sorta di tradimento che anziché condurre ad una ricomposizione rappresentò il primo passo verso la separazione. Sappiamo poi come sono andate le cose e credo che lui sia stato il primo a rimanere deluso dal risultato delle elezioni del 2014. Oggi rappresenta ancora una parte del voto della Lega, quella dei valori e delle idee originarie. Il suo ritorno in Consiglio comunale ha riportato dialettica e confronto, a volte anche fuori dalle righe".    



E sulla questione "Panzeri", cioè l'attuale capogruppo della Lega che si dice guiderà il centrodestra alle prossime elezioni comunali di maggio?  
"Non si dice, sarà lui il candidato della coalizione di centrodestra, anche se inizialmente non era convinto della candidatura. Lo hanno convinto tre cose: la crescita esponenziale della Lega, l'accordo di massima raggiunto con esponenti dell'attuale maggioranza ed un probabile (futuro) supporto di tipo tecnico-amministrativo. Io ho proposto la mia candidatura tardivamente, quando molti dei componenti di "Più Merate" avevano già deciso cosa fare del loro futuro. La decisione di Massironi di non proseguire e di non investire nessuno della sua successione, unito alla malattia di Giusi, avevano accelerato il processo di sgretolamento. Rompere gli indugi è stato un estremo tentativo per mantenere unito un gruppo che a mio giudizio ha amministrato bene in questi cinque anni. Andare da soli non avrebbe certo garantito la vittoria ma in una città come Merate tutto è possibile. Oggi il vuoto lasciato da "Più Merate" è stato occupato da un'alleanza indubbiamente politica ma che, a mio giudizio non può affidarsi solo all'ondata di consenso nazionale che sta avendo la Lega. Nelle elezioni amministrative non si può prescindere dalla qualità e dalla capacità delle persone di incontrare consenso e di amministrare".  





Il suo percorso politico inizia da lontano ed è rimasto sempre all'interno di un'area moderata che nel tempo ha solo cambiato sigla e logo.
"Sì. In questi anni di incertezza politica il mio pensiero è sempre rimasto collocato nell'area del centro destra moderato. Io arrivo dalla Democrazia Cristiana sotto il cui simbolo venni eletto nella circoscrizione del Comune di Perugia nei primi anni 90. Dopo tangentopoli e la fine dei partiti storici ho sempre avuto quale riferimento quell'area politica, anche nell'esperienza di minoranza fatta a Rovagnate. Con le elezioni del 2009 venni eletto quale esponente del Popolo delle Libertà nell'alleanza con la Lega Nord. Nella scelta di confluire nel partito di Berlusconi un ruolo importante lo ha giocato l'amicizia con Giulio Boscagli, un riferimento per me. Di Giulio ho apprezzato l'essenzialità con cui svolgeva la propria funzione politica e la capacità di giudizio rispetto alle vicende politiche, locali e non. Ci incontravamo spesso a Lecco, con altri amici, ed era un momento di scuola politica. Oggi questo testimone è passato a Mauro Piazza che ha il grande merito, insieme a Daniele Nava, di aver mantenuto forte sul territorio un serio riferimento del centro destra moderato. Partendo dall'esperienza di governo in provincia, sono stati in grado di creare una rete che alle ultime regionali ha fatto di Mauro uno dei consiglieri più votati, in controtendenza con l'inesorabile caduta di consensi di Forza Italia. La capacità di dialogo ha anche consentito di vedere l'amico Usuelli alla presidenza della Provincia. Li ho seguiti sia nel passaggio in NCD che nel successivo sostegno al movimento politico di Parisi. Poi, di fronte al fallimento di spazi politici alternativi oggi ci ritroviamo tutti in Forza Italia, convinti di poter fare la nostra parte per recuperare consensi nell'area moderata di centro destra".   



E chiudiamo con le imminenti elezioni comunali in programma per domenica 26 maggio.  
"E' dal 2016 che avrei dovuto lasciare ma per diverse circostanze sono rimasto ancora ad amministrare. Anche adesso non so ancora cosa farò. Se dovessi seguire gli esiti del vostro sondaggio, sarebbe meglio farsi da parte, ma sono convinto - con tutto il rispetto - che le elezioni siano un'altra cosa. Certamente la politica di oggi impone visibilità e costante comunicazione ed io, in questi anni, mi sono limitato alle apparizioni istituzionali, trascurando altre forme di pubblicità. Ho guardato più al cercare di "saper fare" piuttosto che dedicarmi al "far sapere". A me andava bene così perché in fondo la soddisfazione che ti dà un'esperienza amministrativa sta tutta nel raggiungere l'obiettivo che ti sei prefissato per i tuoi concittadini e non nel mostrare quanto si è bravi. Per questa ragione non mi sono neppure mai tirato indietro di fronte alle critiche e sono stato spesso in prima linea nel rispondere alle contestazioni, spesso anche quando non venivano mosse al mio operato. Riconosco di non essere stato sempre all'altezza della situazione, ma credo di essermi guadagnato, in questi anni, quell'autorevolezza, anche al di fuori dei confini amministrativi di Merate, che mi induce a ritenere di aver svolto positivamente il mio compito. Poi c'è sempre da migliorare, ma chissà se mi verrà data una nuova occasione".
Claudio Brambilla
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